Tiscali

Recensione PES 2008

Il re del calcio è tornato, o forse no.
Nome di fantasia Cognome di fantasia Di Nome di fantasia Cognome di fantasia(30 ottobre 2007)
E' morto PES viva PES
Non ce ne vogliano i più accaniti sostenitori della serie, ne è nostra intenzione partecipare alla querelle fra “Pessisti” e “Fifaioli”, ma è proprio nel momento in cui Electronic Arts sforna il miglior FIFA degli ultimi anni che Konami fa segnare una pericolosa quanto inattesa battuta d'arresto che è impossibile non notare. Teniamo a precisare fin d'ora che la considerazione cui sopra non è ovviamente basata unicamente sulle eventuali carenze del gioco sotto il profilo estetico e contenutistico, quanto più dagli evidenti passi indietro registrati su aspetti quali il gameplay ed il multiplayer online.
Tralasciando per il momento l'analisi legata al sistema di gioco, laddove Pro Evolution Soccer 2008 non delude è proprio sul fronte dei contenuti, dove pur senza proporre nulla di veramente nuovo riesce ancora una volta a soddisfare tanto le esigenze dei giocatori mordi e fuggi che quelle “più a lungo termine” dei veri appassionati della serie. Anche nella sua nuova veste, PES si affida infatti alle consuete modalità di gioco che offrono dalla classica partita rapida della modalità Esibizione alle ben più impegnative modalità Campionato (relativa alla massima serie delle principali leghe professionistiche europee) e Coppa (suddivisa a sua volta in sei sotto categorie “internazionali”), che prevedono la disputa dei rispettivi tornei nazionali ed intercontinentali con lo scopo di conquistare il relativo trofeo da mettere poi in bella mostra nella Hall of Fame dell'opzione Galleria.
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Mantenendo fede al canovaccio che ha reso celebre la serie, la modalità più interessante sul fronte single player resta comunque ancora una volta la Master League, una sorta di campionato professionistico ispirato alle principali leghe calcistiche europee (Premiere League, Serie A, Ligue 1 francese, Lega Espanola, Eredivise olandese a cui si sommano due leghe di fantasia comprendenti le principali compagini del resto d'Europa), che consente di affrontare l'intero “processo evolutivo” della squadra selezionata potendone gestire al contempo sia la questione atletica e tecnica (sfruttando a dovere sia le intense sessioni di allenamento che la crescita determinata dai risultati sul campo) che quella patrimoniale vera e propria. In questo caso, al giocatore sarà infatti affidato non solo il compito di conseguire vittorie, promozioni, piazzamenti e scudetti, ma anche l'onere di intervenire sul tasso qualitativo del team sfruttando a dovere le diverse fasi della campagna trasferimenti, ben sapendo però che una situazione patrimoniale fin troppo deficitaria avrà conseguenza quella di portare alla bancarotta della società e con essa alla classica schermata di Game Over.

Per gli amanti dei “freddi numeri”, che si tratti di una semplice partita di esibizione o della finalissima del campionato, Pro Evolution Soccer mette a disposizione come da prassi un ampio database giocatori grazie alla licenza FIFPRo, le più importanti squadre nazionali dei cinque continenti, tutti i club di Italia, Francia, Spagna, Olanda e dei principali team del resto d'Europa, a cui si aggiunge poi l'intera Premier League inglese seppur limitata per molte compagini alle sole rose ed ai colori sociali. Ad ogni buon conto, la presenza di un potente editor utilizzabile sia per i giocatori che per le formazioni (per la prima volta sarà anche possibile usare una webcam per scannerizzare il proprio volto o un logo e sostituirli a quelli del proprio idolo o della squadra del cuore ) consente comunque di porre facilmente rimedio a questa “spiacevole” situazione in modo da trasformare così l'improbabile incontro fra Man Red e Merseyside Red nella partita delle partite che vedrà opposto il Manchester United al Liverpool con buona pace del nostro caporedattore.

Sacrificato sull'altare dell'Arcade
Se dal punto di vista contenutistico Pro Evolution Soccer 2008 si è limitato unicamente a mettere a disposizione i medesimi punti forti del prequel, è proprio sotto l'aspetto del gameplay che il neonato di casa Konami sembra aver mancato clamorosamente il bersaglio, sacrificando di fatto un sistema di gioco vincente in favore di un'impostazione arcade quanto meno discutibile. Tralasciando gli evidenti errori tecnici riscontrabili un po' ovunque nel corso del gioco, dalle animazioni a dir poco retrò al sistema di collisioni fin troppo approssimativo passando per i frequenti quanto preoccupanti cali di framerate, è infatti sul terreno di gioco vero e proprio che PES 2008 palesa i difetti più preoccupanti, problemi che si traducono in pratica con l'impossibilità di approntare, forse per la prima volta, un'azione di gioco degna di questo nome, sia essa d'attacco o di difesa. Per ciò che concerne la fase difensiva, nel corso di una partita non sarà raro vedere i giocatori controllati dalla CPU abbandonare per esempio la propria zona di competenza senza seguire una logica “di collettivo” in qualche modo plausibile, situazione che avrà come conseguenza quella di generare pericolosi “buchi” all'interno del reparto arretrato che la squadra avversaria non tarderà a capitalizzare. Allo stesso modo, la lentezza nei raddoppi di marcatura e nelle diagonali difensive da parte dei giocatori, darà modo agli attaccanti avversari di creare con relativa semplicità superiorità numerica sia in mezzo che nella zona avanzata del campo, rendendo di fatto impossibile l'attuazione di schemi di gioco più aggressivi che prevedano magari l'uso di appena tre centrocampisti o tre difensori.

Ancor più preoccupante, per non dire imbarazzante, è infine la “situazione” riguardate la qualità dei portieri, troppo spesso fuori posizione ed in ritardo sia sulle uscite (capiterà spesso durante i calci d'angolo di vedere il portiere mancare clamorosamente la palla e lasciare la porta completamente sguarnita ) che sull'approccio sul pallone nei tiri dalla media e lunga distanza (anche dei più facili). Subire un goal a causa di un piazzamento errato, una parata appena abbozzata o una ribattuta sui piedi dell'avversario da parte del portiere sembra di fatto far parte integrante del DNA di questo gioco, così come vedere la maggior parte delle punizioni dal limite insaccarsi inesorabilmente in fondo al sacco a causa di un livello di difficoltà delle stesse decisamente sotto la media. A poco o nulla servono poi le poche novità introdotte per l'occasione come la possibilità di aumentare o diminuire gli elementi della barriera ed il nuovo sistema di contrasti –molto più incisivi-, utili solo a indorare una pillola onestamente troppo amara e resa ancor più acre dalla presenza dei soliti quanto fastidiosi errori inerenti il rinvio corto del portiere e le punizioni rasoterra (ancora non si capisce perché si debba essere costretti a passare il pallone esclusivamente al giocatore “scelto” dalla CPU) di cui avremmo fatto volentieri a meno.
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Sul fronte offensivo le cose non sembrano certo andare meglio. Anche in questo caso gli atleti controllati dalla CPU tendono infatti a non assecondare i movimenti e le intuizioni del giocatore in possesso del pallone, rendendo di fatto più proficua l'azione tambureggiante in solitaria che non il gioco “ad ampio respiro” tipico della serie. Fortunatamente, l'introduzione di un nuova opzione che consente di “obbligare” il giocatore che ha appena passato la palla (tramite la semplice pressione del tasto R2) a lanciarsi indiscriminatamente nella spazio consente se non altro di mitigare l'assenza di un gioco corale degno di questo nome, anche se da un gioco del calibro di PES ci aspettavamo francamente molto di più. Le stesse pecche descritte nella fase difensiva, rappresentano infine il punto di forza di quella offensiva. Rispetto al solito, la media dei goal su tiri dalla lunga distanza, ribattute e calci di punizione è infatti molto più elevata di quanto potessimo attenderci, anche se ad onor del vero la presenza di punteggi tennistici a fine partita, a prescindere dal livello di difficoltà selezionato, non è certo da considerarsi come un aspetto positivo se non per quei giocatori che preferiscono un titolo sbarazzino e da cui proprio Pro Evolution Soccer ha sempre preso le distanze.

Tecnicamente parlando Pro Evolution Soccer 2008 presenta più ombre che luci. Il titolo di casa Konami si affida infatti ad un comparto grafico decisamente sotto la media, evidenziando nello specifico frequenti fenomeni di tearing, un sistema di collisioni assolutamente insufficiente (capiterà sovente di vedere i giocatori compenetrarsi fra loro senza colpo ferire) nonchè texture decisamente old-gen per un titolo che mirava a diventare un punto di riferimento nel suo genere. Il team di sviluppo ha comunque saputo fare addirittura peggio sul versante delle animazioni, sicuramente fluide oltre che varie per ciò che concerne l'aspetto prettamente concettuale ma assolutamente poco credibili a causa delle “esilaranti corse sul posto” a cui paiono quasi costretti gli atleti in campo al fine di vincere la resistenza di misteriosi elastici invisibili posizionati sul fondo del campo. Anche dal punto di vista della velocità generale le cose non sembrano andare molto meglio, vista la presenza di preoccupanti cali di framerate riscontrabili sia durante le classiche situazioni ad alto “tasso di affollamento” (leggasi anche calci piazzati) che nel corso del normale svolgimento del gioco. A tal proposito, è comunque doveroso precisare che i problemi più grossi sotto questo punto di vista risulteranno notevolmente attenuati (se non addirittura assenti) su televisori LCD, mentre assumeranno i contorni del dramma nei classici TV CRT multistandard.
Venendo alle poche note liete, da segnalare sia la fisica del pallone che l'ottima realizzazione poligonale degli stadi (ma non dei tifosi sugli spalti realizzati ancora in 2D), così come la risposta del sistema di controllo ereditato peraltro dalla versione PS2 dello stesso gioco. Più di un dubbio sorge invece sulla scelta di affidare ancora una volta la telecronaca delle partite al dinamico duo Meccia “Civoli”, Sandreani, incapaci di dare un qualsivoglia ritmo allo svolgimento stesso della partita.

In ultimo ci pareva opportuno aprire un capitolo a parte su tre nuovi aspetti di questo Pro Evolution Soccer 2008, elementi che secondo le dichiarazioni altisonanti degli stessi creatori della serie avrebbero dovuto rivoluzionare il modo stesso di intendere il gioco. Parliamo dell'introduzione delle simulazioni, del Teamvision e del multiplayer online fruibile via PSN, features a nostro modo di vedere assolutamente insufficienti, sebbene per motivi completamente diversi. Stando alle informazioni rilasciate in sede di presentazione del gioco, il Teamvision avrebbe dovuto introdurre un complesso sistema di analisi tattica delle partite in grado di fornire alla CPU le indicazioni necessarie per “imparare” gli schemi di gioco dell'avversario e modificare così il livello di sfida proposto. All'atto pratico, ore ed ore di incontri ed azioni fotocopia hanno avuto come unico effetto quello di insinuare il dubbio sull'effettiva esistenza di questo fantomatico sistema, segno di come la feature sbandierata a più riprese da KCET sia ancora ben lungi dall'essere realmente utile allo scopo.
Sulla falsariga del Teamvision è apparsa anche l'introduzione della simulazione, un'astuzia che alla resa dei conti si rivela, fortunatamente, più improduttiva di quanto si potesse immaginare. Ingannare l'arbitro con l'esecuzione di questo particolare “trick” rappresenta infatti un compito degno del miglior film di Mission Impossible, con il risultato di vedersi sventolare il più delle volte il cartellino giallo sotto il naso, e perdere così il possesso di palla. L'inefficacia di tale azione assume poi i contorni del ridicolo se effettuata da un giocatore completamente libero dalla marcatura. Anche in questo caso, infatti, l'atleta in questione effettuerà il consueto volo plastico sul terreno, provocando di fatto le ire del direttore di gara.

Il multiplayer online rappresenta invece la peggiore spina nel fianco per un gioco di per se già deficitario. Attualmente, le partite via PSN soffrono infatti di evidenti quanto irritanti fenomeni di lag e disconnessioni continue, situazione che ha portato, dopo non poche polemiche, la stessa Konami ad inviare le proprie scuse via PSN per un risultato ben lungi dall'essere appena accettabile. Siamo certi che in questo ultimo caso il team di sviluppo riuscirà a proporre una soluzione definitiva al problema in tempi più che accettabili, anche se rimane comunque il rammarico per un gioco che all'atto pratico doveva essere e non è stato.
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7
Il primo capitolo next-gen su console Sony non appare, purtroppo, all'altezza della situazione. Troppo evidenti gli errori in sede di sviluppo per non essere notati, più che discutibile la scelta di spostare l'ago della bilancia del gameplay verso un genere Arcade che mal si adatta a chi ha sempre considerato PES il simulatore di calcio per eccellenza. I problemi legati al framerate ed al multiplayer online non fanno altro che accrescere il rammarico per un gioco ben lungi dall'essere perfetto, anche se ci auguriamo che tali difetti possano essere risolti al più presto tramite una corposa patch correttiva. Un vero peccato.
voto grafica6
voto sonoro6
voto gameplay6,5
voto durata7,5
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