GIOCABILITA'
Lo stile SSI si vede e permea tutto il gioco. Abituati da anni allo stile Black Isle/Bioware, non possiamo che esserne felici. Spesso l'andamento (il ritmo) del gioco ci ricorda un'avventura grafica più che un RPG. La frenesia di Baldur's Gate è lontana, ma resta il fatto che lo spirito del gioco è abbattere mostri per diventare più potenti, anche se questa sensazione è meno accentuata. Infatti, il non essere in un grande mondo, ma al contrario essere semplicemente immersi in un'avventura, da al gioco un tono che non cozza con l'impostazione molto orientata al combattimento e ai dungeon e tutte le quest che vengono proposte restano coerenti con l'ambientazione e con l'impostazione di gioco
Sostanzialmente l'esperienza di gioco è quindi limitata all'azione condita dall'avventura di buona fattura, però l'ambientazione e la storia giustificano il tutto: apprezziamo quindi la coerenza e il non cercare di rendere questo titolo qualcosa che non è
TECNICAMENTE PARLANDO
Graficamente Pool of Radiance: Ruins of Myth Drannor è piacevole: personaggi 3D ben disegnati su sfondi 2D anch'essi di buona fattura. Le animazioni dei personaggi sono molto fluide (fin troppo) e rendono bene l'idea. Gli effetti speciali, legati agli incantesimi sono spettacolari, ma non eccessivamente e li abbiamo apprezzati. Musiche e suoni sono nella norma, niente di esaltante, ma curati. L'interfaccia di gioco è abbastanza comoda, anche se non eccelsa. Attrafverso dei menu a tendina arriviamo a tutte le funzioni del nostro personaggio e numerose scorciatoie via tastiera aiutano nell'impresa: nel complesso rapido ma bisogna stare attenti a non sbagliare a schiacciare. In ogni caso essendo il gioco a turni non si ha tutta questa fretta