Del resto le manie vanno e vengono, e sono difficilmente spiegabili (e, ammettiamolo pure, se avessi un'età inferiore ai dieci anni sarei probabilmente un tipico bambino con la maglia di Pikachu e il Game Boy Color sempre in tasca) in maniera razionale - se lo fossero, sarebbe tutto molto più semplice per i produttori -, quindi prendiamo atto di questa follia collettiva e andiamo ad analizzare l'ennesima spremitina che la Nintendo ha deciso di dare al suo cavallo da battaglia. Tale spremuta porta, come se non l'aveste intuito, il nome di Pokémon Stadium e, in pratica, si presenta agli occhi dell'utente come una versione priva di storyline (ma a qualcuno interessava?) dei best-sellers apparsi su GB. A proposito dei precedenti capitoli, va detto che il loro possesso si rivela quantomeno consigliabile visto che, assieme alla cartuccia di Pokémon Stadium, vi ritroverete in mano il Transfer Pack, geniale intuizione della Nintendo che vi permetterà di scaricare nel gioco per Nintendo 64 tutti i pokemon faticosamente allenati in precedenza (e che, probabilmente, invoglierà tutti i possessori dei giochi per Game Boy ad acquistare questo titolo... o forse il contrario... bhà, misteri del marketing) ed ammirarli finalmente in una veste tridimensionale più che degna delle capacità del Nintendone