Fa uno strano effetto dover trovare un incipit quando si parla di Pokémon. Sin dalla loro nascita, i mostriciattoli targati Nintendo, hanno saputo guadagnarsi un successo e una fama a dir poco planetaria. Sono davvero pochi i brand che possono fregiarsi di essere entrati in pianta stabile nell'immaginario comune superando i confini del prodotto settoriale, sia questo videogioco, fumetto o quant'altro.
Facendo perno sul secolare fascino delle collezioni e puntando ad un gameplay capace di tenere incollati grandi e piccini in un misto di strategia e semplicitŕ, Pikachu e soci hanno letteralmente dominato le classifiche di vendita del mondo dei videogame, situazione ripetutasi ad ogni puntuale uscita di un nuovo episodio della saga. Dagli albori delle edizioni “Rosso/Blu”, eccoci dunque giunti a colorare di “Platino” la nuova uscita, evoluzione finale di un processo che ha visto dare alla luce decine di giochi, tra episodi del filone principale e spin-off di diverso valore. Direttamente legato ai recenti “Diamante/Perla”, Platino cerca di portare qualche novitŕ generale, puntando comunque sulle ferree fondamenta che sono il marchio di fabbrica dei Pokémon.
Abbastanza inutile parlare della trama, semplice costruzione narrativa che invita il giocatore ad esplorare la regione di Sinnoh, dove uomini e pokémon vivono in pace, legati spesso da forti vincoli d'amicizia. Dopo una banale customizzazione del nostro personaggio (limitata a sesso e nome), ci troveremo quasi per caso a possedere un simpatico pokémon, primo passo per diventare stimato allenatore ed aiutare il professor Rowan nei suoi studi per conoscere tutte le specie viventi di questi simpatici animaletti.
Toglietemi tutto, ma non il mio Bulbasaur
Inizia cosě il nostro viaggio, a cavallo tra il desiderio di diventare allenatori imbattibili e quello di scoprire alcuni misteriosi fatti che, da piccoli indizi, potrebbero sfociare in un reale pericolo per tutta Sinnoh. Saremo capaci di conquistare le medaglie di tutte le palestre pokémon della regione e magari sventare qualche piano malefico? Se poi, nel mentre, dovessimo anche registrare le informazioni di tutti i pokémon esistenti, faremmo decisamente la felicitŕ di Rowan!
La nostra avventura, come di consueto, verrŕ vissuta sfruttando una grafica in due dimensioni, fedele alla linea tradizionale della serie, grazie anche all'uso di una discreta palette di colori. Insomma, per essere chiari, la differenza dalle versioni Diamante e Perla, č davvero leggerissima, notabile in qualche miglioramento nei particolari. Ad onor del vero, č necessario segnalare che, una volta sbloccata una particolare area di gioco, il Mondo Distorto, saremo proiettati in una situazione dove si č fatto uso di una prospettiva tridimensionale discretamente interessante, ma che per vedere dovrete quantomeno giocare per decine e decine di ore .Se l'azione principale si svolge nello schermo superiore della macchina portatile Nintendo, potremo utilizzare il touch screen per l'uso di alcuni gadget, come un orologio, una calcolatrice e via dicendo.
Anche il sonoro sfrutta tecnologie ampiamente superate, basandosi su musiche ed effetti che ci riportano ai gloriosi anni in cui a dominare erano le console a 16 bit. Un orecchio allenato non farŕ fatica a riconoscere i brani piů famosi della serie, riproposti assieme ad alcune novitŕ. Insomma, tecnicamente non ci si muove da quello che, salvo qualche piccola aggiunta, abbiamo costantemente visto sui precedenti episodi, chiarissimo retaggio della produzione per Gameboy Advance. Sempre tenendo presente che non sono grafica e musiche a fare grande un videogame, iniziamo a chiederci se non sarebbe davvero possibile migliorare la situazione, visti anche i piccoli gioielli di tecnica che il DS ha saputo mostrare negli ultimi anni.
Una pokéball come casa
Dal punto di vista del gameplay, ci ritroviamo davanti al solito gioco di ruolo in stile giapponese, dove ci divideremo tra la fase esplorativa del mondo e i vari combattimenti contro pokémon selvatici (da sconfiggere o catturare per poterli addestrare) o altri allenatori. Per chi non avesse mai giocato ad uno dei titoli del brand, ricordiamo per sommi capi che, durante i combattimenti, useremo i nostri pokémon facendoli combattere tra l'utilizzo di tecniche piů o meno speciali e alcuni oggetti. Chiave della vittoria, oltre a far crescere il livello dei nostri alleati, sarŕ sfruttarne l'elemento naturale, visto l'utilizzo del classico sistema di bonus e malus in cui, ad esempio, sarŕ consigliabile usare un pokémon di fuoco contro uno d'erba e magari evitare di metterlo a combattere contro chi fa dell'acqua il proprio cavallo di battaglia.
Come giŕ accade da alcuni capitoli, non saremo costretti a giocare da soli, ma potremo allungare il nostro divertimento (per quanto la storia principale vi terrŕ impegnati minimo una cinquantina d'ore) sfruttando la comunicazione in wireless locale o in rete, usando un access point per il wi-fi. Avendo a disposizione il giusto numero di DS e cartucce originali del gioco, saranno sino a 8 gli utenti in ballo, impegnati nello scambio di pokémon e oggetti, in divertenti minigiochi in classiche battaglie (anche 2 vs 2) o nell'esplorazione dei sotterranei di Sinnoh, con la speranza di trovare qualche tesoro. Insomma, anche il gameplay non porta particolari novitŕ, basandosi sull'inossidabile appeal del marchio e godendo dell'indiscusso divertimento del multiplayer, impreziosito dalla possibilitŕ di usare anche la chat vocale. Segnaliamo la possibilitŕ di registrare i propri combattimenti migliori, per rivivere la gioia di una vittoria particolarmente sudata o meditare sugli errori fatti durante una sfida con un allenatore piů esperto di noi.
Sommando i vari addendi, č palese come ci si ritrovi per le mani, l'ennesima evoluzione naturale del gioco che non sembra voler osare troppo, forte dell'ampio consenso costruito negli anni passati. Chi č alla ricerca di qualche cosa di nuovo rispetto a quanto giŕ visto non potrŕ che rimanere deluso, mentre prevediamo il solito entusiasmo per chi ha fatto sua la filosofia della saga. Non per nulla, questa volta, gli appassionati potranno contare su un catalogo contenente quasi 500 esemplari di pokémon, compreso il leggendario Giratina, “mascotte” di questa edizione Platino.
Summa della sua stessa storia, Pokémon Platino si presenta praticamente completo, vera enciclopedia di Pikachu e soci, ponendosi come consiglio obbligato a tutto coloro che volessero avvicinarsi ora a questi mostri tascabili. Detto questo, rimane forte il sentore che ormai la formula risulti stantia, richiedendo mosse ben piů azzardate di quelle viste sino ad oggi. Per capire se qualche cosa saprŕ muoversi in fase di sviluppo, dovremo attendere il prossimo episodio...
7
Ancora una volta a parlare di Pokémon. Non che ci dispiaccia, anzi. Il contenuto di questa versione “Platino” si palesa facilmente con una definizione: “il gioco della saga piů completo”. Logicamente, arrivare per ultimi significa offrire piů contenuti. Qualche dubbio sorge quando perň si č alla ricerca di novitŕ in grado di svecchiare il brand, palesemente legato alle meccaniche che ne hanno fatto la fortuna. Certo, squadra che vince non si cambia, al massimo si innestano alcuni elementi in grado di renderla ancora piů forte, ma all'atto pratico siamo ancora a giudicare un'intelaiatura del 1996. Un must per il vero fan della saga, la porta principale per fare entrare i neofiti nel colorato mondo dei mostriciattoli tascabili, ma niente che possa far ricredere chi aveva giŕ accolto tiepidamente i precedenti capitoli. Eppure il Nintendo DS ha tutte le qualitŕ per offrire di piů come, per altro, gli stessi sviluppatori. Platino rimane comunque divertente e appassionante, a patto di cercare né piů né meno del solito “data disk”. I Pokémon si evolvono, a quando l'evoluzione del loro gioco?



