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Recensione Pokémon: Let's go, Pikachu!

Una riedizione che strizza l'occhio al mobile!
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(26 novembre 2018)

Due anni di Pokémon GO  hanno cambiato una filosofia apparentemente granitica. La versione mobile dei mostriciattoli di The Pokémon Company ha infatti allargato il bacino di utenza, portando all’interno di questo mondo fantastico quella fascia di giocatori e curiosi che non hanno mai avuto il coraggio di attraversare quella barriera fortemente competitiva (anche se ben camuffata), tipica dei titoli usciti su Nintendo 3DS.

RITORNO A KANTO

L’annuncio di Pokémon Let’s GO!, con quel “go” nel titolo ha, al contrario, fatto spaventare i grandi amanti del classico prodotto Pokémon, portandoli ad elaborare inquietanti pensieri su una formula classica distrutta e ricostruita su fondamenta più casual.

All’atto pratico, e dopo diverse ore passate nella regione di Kanto, possiamo affermare che la verità sta un po’ nel mezzo. Pokémon Let’s GO! Pikachu o Eevee è indubbiamente un capitolo di rottura; un prodotto che non rientra nella canonica timeline della serie (per il capitolo ufficiale, già confermato, dovremo verosimilmente aspettare il prossimo anno!), ma offre un’esperienza diversa, differentemente appagante, ci verrebbe da dire, ma pienamente godibile sia da chi vuole entrare in questo mondo in maniera dolce e ponderata, quanto per coloro che a Kanto hanno vissuto avventure incredibili, non disdegnando l’ennesimo ritorno nella regione dove tutto è cominciato.

Di fatto Kanto è lì come l’abbiamo lasciata, nonostante il gioco ci porti a vivere una storia ambientata in una sorta di differente linea temporale. La ricostruzione attuata dai ragazzi di Game Freak (che fanno il loro esordio su Nintendo Switch) è qualcosa di veramente fedele e rispettoso all’originale in praticamente tutti i più minuscoli dettagli, con pochissime licenze poetiche che risultano quasi impercettibili anche all’occhio dei grandi appassionati.

Pensando a quel Pokémon Giallo da cui sono palesi tutte le varie ispirazioni ludiche ed estetiche, la volontà di far rivedere lo scontro all’interno della prima palestra con Brock, piuttosto che le solite diatribe con Jessie e James del Team Rocket, sono alcuni di quei dolci ricordi che con piacere ogni giocatore appassionato della saga non disdegna mai di rivivere.

Pokémon: Let's go, Pikachu! - Immagine 1

IBRIDAZIONE LUDICA

Attorno a tutti questi elementi fortemente nostalgici, gli sviluppatori hanno apportato quelle modifiche che rendono il gioco quanto mai “ludicamente” appagante, ma allo stesso tempo volutamente trasversale nei confronti di coloro che i Pokémon li hanno conosciuti unicamente nel contesto mobile.

Le novità partono da un fattore storico se vogliamo; una scelta controversa, ma che all’atto pratico secondo il nostro punto di vista funziona: l’eliminazione degli incontri casuali. All’interno di questa esperienza i Pokémon sono sempre visibili, si muovono casualmente sulla mappa e possono essere evitati e non solo! Attraverso tutta una serie si effetti visivi che ci indicheranno esemplari particolarmente unici per cromatura (ad esempio gli shiny) o per dimensioni. La cattura di questi esemplari, che non dovremo più combattere, passa attraverso il sistema di cattura di Pokémon Go, con un cerchio all’interno del quale dobbiamo lanciare la pokéball cercando di essere i più precisi possibili, in modo da aumentare le chance di cattura. Cattura che offre sempre esperienza a tutto il party di gioco in base alla grandezza e alla difficoltà del Pokémon catturato.

Un sistema diverso, che mutua l’esperienza già acquisita su mobile sicuramente, ma che a conti fatti possiamo dire funzionare in maniera decisamente più snella e gradevole. Volete fare un intero pezzo della mappa senza disputare incontri casuali? Beh, ora sarà possibile, lasciando al giocatore la possibilità di scegliere come interpretare la sua avventura e la crescita del suo party.

All’interno di questa ratatouille di mostri, sarà possibile trovare non solo le versioni base dei Pokémon di prima generazione, ma anche versioni dalla colorazione alternativa ( i famosi shiny) e alcune forme più particolari, senza dimenticare il misterioso Meltan, vero e proprio trait d’union tra Pokémon GO e Let’s GO.

I leggendari e i mostri più speciali saranno gli unici che, a differenza di quelli “base” dovranno essere affrontati prima di poter provare a catturare, idea che, anche in questo caso, è stata presa in prestito dai Raid dello spin-off.

Pokémon: Let's go, Pikachu! - Immagine 2

BOTTE NON TANTO DA ORBI

Arriviamo a quella che per molti appassionati è sicuramente la nota più dolente di tutta la recensione: i combattimenti e la crescita dei personaggi. In questo Let’s GO tutta la parte di crescita, allenamento e attinenza/efficacia delle mosse fatte imparare ai mostriciattoli, è notevolmente più blanda e annacquata.

Una scelta che non elimina, ed è meglio scriverlo, IV ed EV, ma piuttosto li normalizza, li rende strumenti più facilmente comprensibili a coloro che si avvicinano a questo sviluppo molto tecnico e competitivo della saga. A questo si sommano altre due assenze non proprio marginali, come la possibilità di deporre le uova, e l’allenamento; due elementi che hanno contraddistinto le ultime uscite su 3DS.

Una scelta che non modifica l’approccio alla battaglia (sempre a turni con le varie debolezze date dalle classi!) ma la rende più basica e approcciabile, senza dover elaborare particolari strategie sulla lunga distanza nel retro cranio.

A confermare questa strada intrapresa da Game Freak, c’è anche una componente multi giocatore competitiva online praticamente ridotta ai minimi storici, con la presenza di un vetusto sistema di comunicazione attraverso codici che sa davvero di vecchio. In locale invece la musica cambia, grazie alla possibilità di poter giocare con chiunque possieda un’altra copia del gioco, ma soprattutto potendo condividere l’esperienza sulla stessa console.

Purtroppo non abbiamo avuto modo di testare la Pokéball e la connettività tra l’app e il videogioco, ma di questo, con molta probabilità, ve ne parleremo in un secondo momento.

MA COME TI VESTI?

Chiudiamo parlandovi dei fattori di personalizzazione all’interno dell’esperienza ludica. Pikachu o Eevee hanno una voce del menù apposita, che permette al giocatore di poterlo accudire quasi fosse un Tamagochi. Dargli qualche bacca da mangiare, coccolarlo o addirittura vestirlo a nostra immagine e somiglianza. Simpatici orpelli che potrebbero fare la gioia di alcune fasce di giocatori, e nuova dimostrazione della natura più “light” di questo prodotto.

Oltre ai due frontman anzi, frontmonster (scusate la battuta!), sarà sempre possibile portare in giro un altro Pokémon a nostra scelta fuori dalla sua sfera; scelta vincente, in particolare per i mostri di grossa taglia (Onyx o Gyrados, per capirci) su cui saliremo in groppa, per un bellissimo effetto scenico ed apprezzato boost di velocità.

Curiosa e vagamente nostalgica anche la scelta fatta nel comparto audio, con tantissimi suoni che sono stati campionati e ripresi dall’originale versione per Game Boy, un tributo doveroso per la vecchia guardia, ma che probabilmente

Pokémon: Let's go, Pikachu! - Immagine 3

8
Pokémon: Let's Go, Pikachu! è indubbiamente un prodotto particolare, unico nel suo genere e probabilmente terreno di sperimentazione per Game Freaks. Quello che ne esce è un titolo godibile, ricco di elementi unici e peculiari che faranno la gioia di chi entra per la prima volta in questo momento, ma allo stesso tempo farà storcere un po' il naso ai fan più competitivi. Tirando le somme, tuttavia, quello che ne esce è un gioco che si lascia apprezzare. La prima esperienza Pokémon su Switch è promossa.
voto grafica8
voto sonoro8
voto gameplay7,5
voto durata8,5