Chi ha provato qualcuno dei precedenti episodi ricorderà sicuramente le peculiari meccaniche puzzle che contraddistinguono Picross: si tratta di una sfida di logica dove, a partire dalle indicazioni fornite sotto forma di numeri, si deve capire quali caselle bisogna riempire e quali no all'interno di un reticolato quadrato. Per riuscirci è indispensabile valutare attentamente la disposizione di righe e colonne, nonché i relativi incroci, quindi risalire all'unica combinazione possibile. Tutte le caselle piene concorrono a comporre una figura, che si delinea a poco a poco e si mostra nella sua interezza una volta completata la (piccola) impresa.
La formula appena descritta mantiene inalterati i propri tratti distintivi anche nella trasposizione 3D. Al posto del quadrato c'è un parallelepipedo, suddiviso in tanti blocchi cubici (che sostituiscono le caselle). Una fila di blocchi costituisce una colonna; a margine di alcune colonne, si ripresentano gli indizi numerici. Essi suggeriscono la quantità di blocchi da conservare intatti: quelli in eccesso vanno invece distrutti con un colpo di pennino. Ad esempio, se a bordo di una colonna di dieci blocchi è messo il numero "6", allora occorrerà preservare sei blocchi consecutivi ed eliminare i restanti quattro. Qualora il numero sia racchiuso in un cerchio o in un quadrato, allora i blocchi da salvare non sono consecutivi, ma divisi rispettivamente in due o più gruppi. Ad esempio, il numero "(6)" segnala due gruppi intervallati da almeno uno spazio, che insieme contano complessivamente sei blocchi (questa ipotesi ammette tre possibilità: due gruppi da 3, un gruppo da 4 e uno da 2, oppure un gruppo da 5 e uno da 1).
Quando si è sicuri di dover conservare un determinato blocco, allora lo si può evidenziare con un colore: questa operazione, oltre a rendere il blocco subito riconoscibile, ha il pregio di farlo indistruttibile, impedendo dunque la fatalità di una demolizione per errore.
I ragionamenti da svolgere sono assimilabili a quelli consoni ai Picross bidimensionali. L'aggiunta dello spessore ad altezza e lunghezza non comporta infatti differenze decisive circa il procedimento logico preposto alla risoluzione dei puzzle; semmai, a variare sensibilmente rispetto al passato è l'azione concretamente compiuta. Infatti, al fine di interagire al meglio con la struttura 3D, è stata implementata la possibilità di ruotare questa a piacimento (entro un certo angolo), nonché di tagliarla in sezioni, per mezzo di un sistema di cursori posizionati sugli assi x e z. Le dinamiche del controllo sembrano quindi molto più complicate rispetto a quelle che si utilizzavano col quadrato 2D, ma permettono di raggiungere con facilità ogni blocco, anche quelli interni, che altrimenti resterebbero invisibili. In realtà, la complicatezza è soltanto apparente, perché il metodo di comando, che prevede l'uso congiunto di stilo e tasti (con un occhio di riguardo pure per i mancini), si impara in fretta e si padroneggia con estrema naturalezza, merito anche di un tutorial e di un manuale di istruzioni curati ed esaurienti.
I frammenti indicano l'avvenuta distruzione di un blocco. I blocchi colorati non si possono eliminare.
È previsto un tempo limite per giungere a conclusione. Tuttavia, si tratta di un termine piuttosto generoso; senza aggiungere che la gran parte dei livelli non esige più di una decina di minuti. Sono inoltre tollerati cinque errori da parte dell'utente (ossia, cinque distruzioni di blocchi che, invece, andavano lasciati intatti); anche qui il limite è molto benevolo, in quanto la vera prova dovrebbe consistere nel non commettere neppure uno sbaglio.
Terminato il puzzle, la figura così ottenuta prenderà vita con una breve animazione. E magari si scoprirà solo alla fine che i colpi del pennino sono serviti a forgiare una teiera, o un omino che salta, o chissà quale curioso oggetto. Pur nella sua semplicità, un personaggio squadrato riesce a strappare un sorriso.
Il difetto principale di Picross, sia esso 2D o 3D, è insito nella forte ripetitività. Il tema di fondo, sostanzialmente identificabile come un problema di logica abbastanza elementare, ricorre in ogni singolo puzzle, sempre uguale. Ciò alla lunga provoca un inevitabile crollo dell'interesse, vanificando la mole generosa di livelli selezionabili (oltre 350). La medesima sorte tocca all'editor, che consente di realizzare puzzle a piacimento ed inviarli agli amici. Si può ricevere contenuti extra anche dalla Wi-Fi connection.
La grafica di Picross si ispira ad un criterio di essenzialità. Le forme sono squadrate, ogni cosa è schematica come le figure che si modellano con lo stilo. Quando si gioca, lo schermo superiore contiene informazioni utili quali il tempo trascorso e il numero di errori compiuti, mentre quello inferiore è adibito all'azione. Il touch screen viene sfruttato a dovere. Basta un minimo gesto del pennino per roteare la struttura ed eliminare i blocchi, con assoluta precisione.
In conclusione, Picross 3D si fa apprezzare soprattutto perché è riuscito ad evolversi senza tradire le proprie origini, proponendo qualcosa di nuovo che si rifà alle meccaniche consolidate negli anni. Dedicato a chiunque gradisca intrattenersi con dei piccoli quesiti di logica; bisogna però tener presente la costante sensazione di ripetitività che affligge il titolo nel lungo periodo.
6,5
Picture Crossword Puzzle si è evoluto in maniera davvero intelligente. Non deve essere stato facile creare un videogame che, pur passando alla terza dimensione, conservasse intatte le qualità dei precedenti episodi in 2D. Eppure gli sviluppatori Hal Laboratory ci sono riusciti. Fatta questa doverosa premessa, bisogna constatare come il difetto storico della saga, ossia la ripetitività di una formula basata su una logica piuttosto elementare, sia tornato identico in questo nuovo capitolo, assieme a tutto il resto. Quindi, se da un lato Picross 3D si fa apprezzare per una certa originalità, dall'altro non può evitare di annoiare nel lungo periodo, come già accadeva ai suoi predecessori.



