I giochi non sono tutti uguali. Ci sono alcuni titoli che riescono a staccarsi nettamente dalla massa, guadagnandosi un particolare posto nei cuori degli appassionati. I prodotti che si distinguono (in bene, logicamente), sono soliti farlo per la capacità di migliorare esponenzialmente i canoni classici, come grafica, sonoro o quant'altro. Ci sono poi i lavori che di sovente definiamo “innovati”. Questi, cercano di portare sui nostri schermi qualche cosa che sappia discostarsi dalla idea generale di videogioco, magari elaborando al massimo un semplice concetto o inventandone uno direttamente di sana pianta.
Dal lavoro degli studi Sony, non sono mancati progetti di quest'ultimo tipo, principalmente indirizzati a rimpinguare le fila del parco titoli di PSP. Impossibile dimenticare i rotolanti Locoroco o il cervellotico Echocrome, nomi in grado di sdoganare in tutto il mondo una vera e propria “difference”. Esperimento decisamente riuscito, è stato quello di Patapon, gioco basato sulla commistione tra combattimenti dal sapore strategico e l'utilizzo di combinazioni musicali per impartire ordini alle proprie truppe. Come tutte le stelle di prima grandezza, anche Patapon non si è fermato ad avere un solo episodio, ma ha trovato la conferma di quanto buono fatto, nello sviluppo di un nuovo capitolo, ancora scaturito dagli studi interni della casa nipponica.
Benché il punto nodale di Patapon 2 sia sicuramente la musica, il primo elemento che colpisce nel gioco, è lo stile grafico scelto dagli sviluppatori. Come in precedenza, si è scelto di puntare sulle due dimensioni, colorate e animate in maniera davvero sublime. Tutto si svolge con una visuale rigorosamente laterale, mostrando il nostro gruppo di strampalati combattenti impegnati ad attraversare livelli a scorrimento orizzontale, tra nemici e impedimenti di vario genere.
Pata pata pata pon!
Dopo una lunga avventura, i guerrieri Patapon sono in disgrazia, anche a causa di una tempesta che li ha dispersi per gli angoli più remoti dell'oceano. L'unico catalizzatore in grado di riunirli e guidarli verso il loro iniziale obbiettivo (avvolto da un divertente alone di mistero) è il tamburo divino. Con questo magico strumento, saremo noi stessi a indicare ai Patapon le azioni da compiere in ogni situazione.
Questi buffi esseri tondeggianti, dalle fattezze caricaturali e grottesche, non devono trarrvi in inganno per il loro aspetto. Se mossi a dovere dal loro tamburo, posso rivelarsi estremamente aggressivi e pronti a compiere carneficine di ogni tipo. A dire la verità, lasciati a se stessi, non sarebbero più pericolosi di un gattino appena nato, ma basta suonare la giusta melodia sullo strumento a percussione, per metterli in contatto con i voleri della loro bellicosa divinità (cioè noi).
Ai quattro tasti della nostra PSP sono legati altrettanti tipi di suoni che potremo emettere durante il gioco. Se eseguiti in particolari sequenze, manderemo al nostro esercito il comando di compiere una determinata azione, come avanzare, attaccare, o magari sollevare gli scudi per difendere le retrovie, impegnate a lanciare frecce. Insomma, a noi il compito di dettare gli ordini, cercando di tenere sempre il ritmo tra un'azione e l'altra. Mantenere una continuità tra le melodie, significherà creare una combo e sfruttare al massimo le capacità dei Patapon (usando magari qualche “miracolo”, di cui però non vogliamo anticiparvi nulla), mentre commettere anche solo un errore, vorrà dire vederli fermare e rimanere in balia degli avversari. In questo modo, assisteremo ad un amalgamarsi di suoni e colori, in cui l'imperativo diventa l'avere sempre attivi i Patapon, in una sorta di estasi guerriera fatta di canti e grida, pronta per essere scatenata su nemici o animali, tutti delineati da forme scure, dove il colore è sapientemente dosato per differenziare i diversi esponenti delle varie razze.Come è dunque facilmente comprensibile, dovremo dividerci tra il mantenere il ritmo in una realizzazione continua e il decidere la mossa migliore da far realizzare ai nostri sottoposti. Con lo svilupparsi delle avventure, avremo a disposizione diverse tipologie di Patapon, ognuna differenziata dall'arma utilizzata e dal tipo di comportamento sul campo di battaglia. Decisivo infatti è capire in ogni situazione quale saranno le truppe migliori per intraprendere le varie missioni visto che, ognuna, avrà le sue particolarità tra diversi avversari ed elementi naturali.
L'esercito nato sotto un cavolo
Ogni Patapon, poi, potrà essere creato ed evoluto tramite un particolarissimo albero che avremo nel nostro quartier generale. Con l'utilizzo di appositi oggetti che troveremo in giro per il mondo, potremo sviluppare un “albero” evolutivo, andando a sbloccare diverse tipologie di combattenti, ognuna con bonus e malus specifici. Potremo logicamente trovare anche armi e armature, le quali renderanno sempre più forti le nostre temibili figurine nere. Il nuovo capitolo, porta sulla scena anche la persona dell'eroe, un soldato singolo con poteri particolari e utilissimi, di cui potremo scegliere la classe di combattimento, in base alle nostre idee tattiche.
Una cosa è certa: Patapon 2, offrendo alcune novità rispetto al primo episodio, riesce a mantenere viva l'originalità del brand, tenendo alto il divertimento di scagliare all'attacco questo pazzo battaglione canterino. Come è però logico, in rapporto ad una categoria di gioco talmente particolare, non tutti potrebbero apprezzarne lo stile. A conti fatti, se non si viene rapiti dal connubio grafico/sono, saltano all'occhio alcune macchinosità del gameplay, legate alla povertà dei comandi disponibili, che induce talvolta a maledire il non avere qualche altra mossa a disposizione.
Non aiuta particolarmente nemmeno il susseguirsi delle missioni, che impone al giocatore il dover tornare spesso nei livelli precedenti per fare incetta di oggetti o sbloccare qualche elemento indispensabile per portare avanti la storia. In ogni caso, la longevità è più che buona, visto il gran numero di missioni disponibili e la possibilità di selezionare il livello di difficoltà in base alle proprie capacità.
Sono poi presenti alcuni minigiochi da sbloccare, naturalmente a sfondo musicale, ed una modalità multiplayer in locale, che permette a quattro giocatori di combattere assieme per conquistare oggetti più o meno rari.
Tirando le somme, Patapon 2 non riesce a a migliorare più di tanto le prestazioni del suo predecessore, mantenendone pregi e difetti, lasciando così intentata la via di aprirsi un varco anche nei cuori degli utenti che non lo avevano apprezzato. Rimane in ogni caso un prodotto di qualità, da giocare e rigiocare, nonostante sia decisamente “di nicchia”. Ma forse, un titolo del genere, vuole semplicemente piacere a chi ha la costanza e la predisposizione per amarlo. In fono, di giochi “normali”, ce ne sono così tanti che, il posto per un Patapon, lo si trova più che volentieri...
7,5
Riecco i Patapon, sempre pronti e festeggiare e combatte a ritmo del tamburo divino. La fibra dei nostri aggressivi amici, non è cambiata di una sola virgola, quasi come l'impianto del gioco, che porta ben poche novità sulla nostra PSP. In un connubio tra musica e stile grafico sempre originale, Patapon 2 rinforza la propria natura di strategico musicale, rimanendo legato ai canoni che, nella sua prima apparizione, lo avevano reso un titolo da amare alla follia o da evitare, per la sua particolare impostazione. Presupposti i possibili gusti soggettivi, alla Sony hanno comunque portato nuovamente a termine un lavoro di tutto rispetto, capace di donare al gioco la solita atmosfera impagabile. In molti lo troveranno bellissimo, mentre qualcuno avrà le sue riserve del caso. Comunque, prima di decidere a quale schiera appartenere, consigliamo vivamente di provare questo Patapon 2.



