Fortunatamente avanzando troveremo alcune aggiunte interessanti, come la presenza del robottino giocattolo Lula che ci consentirà di fluttuare in aria per brevi periodi (superando così dei baratri) o attivando alcuni interruttori a distanza. Ma l'aspetto più importante è senza dubbio l'interazione col Mostro: tale creatura, che somiglia ad un rinoceronte con un secondo corno sul mento (il design è stato alterato durante lo sviluppo per renderlo più surreale e minaccioso) rappresenta appunto il padre del protagonista che ha il doppio ruolo di amico e di minaccia latente. Normalmente è mansueto, e se attirato potrà aiutarci a premere interruttori (pavimenti a pressione) o a raggiungere punti elevati (rimbalzando sul suo pancione!), ma d'altra parte se trova in giro delle rane le mangerà, trasformandosi in una bestia feroce che insegue Quico e lo colpisce violentemente facendolo volare in aria. Non è possibile morire e non ci sono penalità per questo, ma verremo ostacolati finché non daremo della frutta al Mostro riportandolo così al suo stato normale.
Come tutto il gioco, anche queste fasi sono lineari e dalla risoluzione semplice, con l'unica difficoltà rappresentata dal comportamento del mostro che va attirato con oggetti e bloccato grazie al robottino; ma quel che colpisce è l'originalità e la potenza della messa in scena. La trama prevede che Quico decida poi di cercare un metodo definitivo per evitare la trasformazione del mostro-padre, ma starà a voi scoprire se ci riuscirà o meno, e cosa accadrà nel finale. La longevità è piuttosto breve: siamo intorno alle 3-4 ore con scarsa rigiocabilità, il che per la fascia di prezzo (ben 15 euro al momento) è una durata ben poco soddisfacente.
Tecnicamente parlando, Papo & Yo offre una cosmesi di buon livello: grafica colorata e ricca di ottime texture (in particolare i murales) affiancata da architetture impossibili, surreali, e buoni effetti grafici come sunshafts e normal mapping. Purtroppo il frame-rate non è sempre all'altezza, e in certi casi assisteremo a scatti e ad un tearing piuttosto marcato. Inoltre le animazioni e la fisica del salto non sono eccezionali, mentre alcuni fastidiosi bug possono far capolino di tanto in tanto: potremo bloccarci momentaneamente, cadere nel vuoto in alcuni punti (segno di un playtesting non accuratissimo) o trovarci in presenza di muri invisibili. Il sonoro invece è ottimo, grazie alle musiche evocative, agli effetti adeguati ed al doppiaggio convincente, in portoghese con validi sottotitoli (o meglio “fumetti”) in italiano.
7
La forza di Papo & Yo è tutta nella rappresentazione visiva e nelle idee surreali di cui è costellato. L'immaginazione di Quico (o meglio, del game designer Vander Caballero) trasforma una favela fatiscente in un mondo fantastico ed impossibile, mentre il padre alcolista e violento diventa un bizzarro mostro dalla doppia personalità. La metafora è molto semplice e forse un po' troppo esplicita, ma funziona: la parte narrativa ci trascina piacevolmente tra momenti emozionanti e suggestivi, grazie anche all'ottima colonna sonora. Ciò che non funziona però è il gameplay: troppo semplice, involuto, con fisica del salto inadeguata ed alcuni bug relativi alle collisioni con l'ambiente. Longevità ridottissima (3-4 ore) e prezzo elevato (15 euro) fanno il resto, precludendo al grande pubblico l'accesso ad un gioco estremamente interessante ed evocativo.



