Tiscali

Recensione Overspeed

Gare di velocità su circuiti cittadini notturni. Sa di già visto? Lo sappiamo, lo sappiamo...
Walter Paiano Di Walter Paiano(19 dicembre 2007)
Quello che conta non è tanto l'idea ma la capacità di crederci fino in fondo. Monito semi-dimenticato di un poeta americano, citazione che, per la sua genialità, meriterebbe di essere appesa in ogni studio di sviluppatori di videogames sparso per il pianeta. Perché è anche e soprattutto in questo ambiente che tale monito viene completamente ignorato. Oggi noi non ci stiamo pronunciando contro la (comunque evidente) mancanza da parte di Octagon di tirare fuori dal cilindro un’idea nuova, ma di averla fondamentalmente sviluppata male.
Overspeed è un gioco di corse che ci mette alla guida di veicoli truccati per reggere a corse cittadine fatte di derapate e accelerazioni, e che nel tentativo di farci appassionare a tale gioco ci offre il suo particolare modo di vedere la modalità carriera.
Overspeed - Immagine 1
La visuale più inutile: cinematografica ma ostacola la guida e appesantisce i calcoli della CPU
Overspeed - Immagine 2
Ai lati delle strade ci sono molti veicoli parcheggiati
Overspeed - Immagine 3
il pannello delle opzioni di guida
L’inizio del gioco non è di per sé tra i migliori: Solo due macchine tra cui scegliere, senza nessuna possibilità di optare per un colore diverso da quello propinatoci.
Poco male, si potrebbe pensare, ci pensa la modalità carriera a introdurre un minimo di sfida. Peccato che, incredibile a dirsi, sia proprio questo l’aspetto del gioco che fa maggiormente acqua: tutto ciò che ci è consentito fare in questi frangenti è optare per una delle 4 locazioni disponibili (Cool Market, ) e attendere che qualcuno ci affianchi ( si, praticamente non possiamo muovere la macchina finché non si entra nella gara vera e propria) e ci sfidi. Le piste, assolutamente poco ispirate e dalle tonalità tipiche della serie Need For Speed, da cui tra l’altro prendono a piene mani gli indicatori di direzioni violetti piazzati all’inizio delle curve, sono un semplice susseguirsi di curve a L e lunghi rettilinei, totalmente privi di una qualsivoglia forma di diversificazione o originalità.
Dal punto di vista dell’interattività con l’ambiente siamo su livelli piuttosto buoni: bidoni dell’immondizia, cassette delle lettere, altre macchine parcheggiate con allarmi montati e pronti a scattare, offrono un certo grado di interazione e partecipazione alla sfida. Ma ciò che veramente stupisce è l’estrema abilità di guida che caratterizza gli avversari già a partire dal livello più basso, praticamente capaci di abbattere le nostre pretese alla prima gara.
Ciò è estremamente frustrante: per accedere al secondo circuito è necessario guadagnare un buon numero di esperienza nel primo, e non sappiamo quanti saranno felici di farsi quelle quattro curve a L che girano attorno ad un supermercato finché non avranno guadagnato la successiva stelletta che porta al livello superiore.
Questo problema di fondo pervade un po’ tutto il gioco, limitandoci all’uso di quelle due macchine inizialmente disponibili anche nelle gare veloci. Nessuna altra sfida, se non queste due angoscianti modalità, che fin troppo presto diventano estremamente ripetitive. La salvezza di tale sistema di gioco potrebbe risiedere, come è lecito aspettarsi, nella possibilità di modificare e potenziare a proprio piacimento il proprio “bolide”. Niente di più errato: i pezzi e le decorazioni si sbloccano solo scommettendo contro gli avversari, senza spendere punti esperienza, moneta sonante o chissà quali abilità faticosamente guadagnate. E quand’anche riusciste ad accedere a questa possibilità, non aspettatevi granché: modifiche poco ispirate, spesso inutili all’inverosimile e che vengono limitate a punti della vettura predefiniti.
Senza parlare poi dell’assoluta mancanza di una verve, un motivo che guidi le varie sfide: finita una gara si può salvare il replay, riaffrontarla o tornare al garage. Nessuna trama alla base di tutto questo, nessuna ripresa da fine gara che testimoni una nostra vittoria, nessun punto particolarmente entusiasmante, solo tanta, tanta monotonia.
Overspeed - Immagine 4
Overspeed - Immagine 5
il garage
Overspeed - Immagine 6
Frecce di indicazione violette? mmm... ho un dejavu...
Un gioco di corse, in ogni caso, si riconosce anche e soprattutto dal modello di guida: Arcade o Simulazione? Benvenuti nel mondo alla rovescia, signori: Overspeed è un gioco che ha la superficialità e la tamarraggine (sempre senza carisma, d’intende) che è riservata solo agli Horror Movie di serie Z, eppure permette una personalizzazione del modello di guida a dir poco spiazzante.
L’eccezionale difficoltà del gioco dipende in massima parte da questi parametri, oltre che dalla peggiore telecamera mai vista in un gioco di guida, che non fa capire l’ampiezza di una curva nemmeno quando ci si trova a metà della stessa.
Dato che questo aspetto è il meglio realizzato del gioco vale spendere due righe in più: oltre alle canoniche opzioni per la frizione e il cambio manuale si può scegliere se implementare il dosaggio automatico della frizione nelle forti frenate, nel freno a mano, oppure farsi dare un piccolo apporto nelle manovre di accelerazione o nel servosterzo. Di contro possiamo scegliere di aumentare il realismo di guida tramite 4 parametri esclusivamente dedicati alla resa di una sorta di ritorno di forza e altri 4 dedicati a movimenti naturalmente effettuati dalla testa, che si ripercuotono sulla visuale.
In ogni caso, voliamo basso: questi parametri al massimo facilitano la terribilmente ostica esperienza di guida, magari offrono qualche opzione inedita (interessante ma non indispensabile il ritorno di forza esagerato) ma non mutano il negativo verdetto globale.

Tale verdetto non è nemmeno salvato da un comparto tecnico dai toni, più che scintillanti, granulosi e sfocati, che si perde spesso dietro errori di alising e di scivolamento di poligoni, e che simula una frenata in un modo che ci riporta in piena epoca PSX, anche se il comparto fisico risolleva leggermente la situazione, offrendo una dinamica incidentale che comprende sportelloni volanti e pericolosi squilibri assiali.
In questi frangenti notiamo però tutte le somiglianze ( terribilmente ostentate ) con la ben più nota serie Need For Speed, di cui, comunque, Overspeed non ha un centesimo del carisma, affondato tra l’altro da un comparto sonoro, buono dal punto di vista della simulazione meccanica, ma mediocre per quel che riguarda tutto il resto (beh, c’è da dire che l’unica battuta che pronuncia il “protagonista” è stata tradotta in italiano).
Non c’è poi da stupirsi che le arene multiplayer siano praticamente deserte: l’unico, irrisorio, spunto interessante di tale titolo potrebbe essere quello di tech demo per testare un volante particolarmente sofisticato. E non stiamo scherzando.
Overspeed - Immagine 7
Le sfide saranno esclusivamente 1vs1
Overspeed - Immagine 8
Una delle prime macchine con cui inizeremo
Overspeed - Immagine 9
una delle 9 visuali
4,5
Overspeed non cerca nemmeno di emulare le gesta di suoi ben più illustri compagni di genere, perché vi è lontano anni luce: modalità carriera scandalosa, ripetitivo e bloccato nel suo non essere oltre ogni limite. Solo la simulazione di guida costituisce un punto d’interesse, ma è comunque poco per giustificarne l’acquisto, anche a fronte di un comparto grafico inadatto a un titolo del genere.
voto grafica6,5
voto sonoro6,5
voto gameplay4
voto durata4
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