A livello di gameplay, Outlast si presenta come un prodotto piuttosto classico. un horror con visuale in prima persona (e molto dinamica, sottolineamo) con una buona dose d'esplorazione e qualche sporadica sezione platform. Molti dei suoi aspetti richiamano i grandi classici del passato, come ad esempio i tanti documenti segreti sparsi in giro, un intero sistema di progressione che si basa sullo sbloccaggio di porte per poter proseguire, e così via. Sarà perchè siamo rimasti a bocca asciutta da troppo tempo, sarà perchè "squadra che vince non si cambia", ma anche un concept così basico e vetusto è riuscito ad appassionarci senza riserva alcuna, tenendoci incollati allo schermo dall'inizio alla fine grazie ad un fascino magnetico e ad un set di situazioni ed antagonisti davvero sopra le righe.
Vogliamo toglierci il dente? Il titolo dura abbastanza poco (sulle 4 ore, se non ci si perde troppo nell'esplorazione) e magari a lungo andare si possono anche iniziare a cogliere i primi limiti dell'IA nemica, ma i suoi problemi finiscono qui. Eccezion fatta per un paio di piccolezze, Outlast è un prodotto cattivo, appagante, ansiogeno come pochi e - soprattutto - intenso. "Intenso", in realtà, è forse la parola che più riesce a racchiudere al meglio la sua offerta. In Outlast non esiste un solo momento di pausa, un luogo sicuro in cui si possa trovare un attimo di respiro. Quando non abbiamo qualcuno alle calcagna, ci penseranno degli gli script saggiamente piazzati a farci saltare, e viceversa.
Outlast riesce a far provare al giocatore ogni tipo di paura, dalla semplice ansia allo spavento vero e proprio, e centra il bersaglio a più riprese, senza pietà. E non sempre è merito degli sviluppatori e di scenette pre-calcolate, sia chiaro. Gli sviluppatori c'entrano davvero ben poco quando ci si ritrova nascosti in un armadietto, con un gigante assetato di sangue alto due metri che sta nevroticamente mettendo a soqquadro il posto per scovarci, pregando tutti i santi che non venga a controllare proprio dalla nostra parte. Venire a capo di Outlast non è solo questione di bravura e sangue freddo nel riuscire a risolvere enigmi ambientali mentre dei pazzi ci cercano ovunque, è anche casualità. Quel pizzico di casualità che non solo traccia più volte il confine tra la vita e la morte, ma che riesce ad aggiungere anche quella botta di imprevedibilità che dona all'avventura un sapore sempre nuovo, mai scontato.
Il comparto grafico/sonoro va poi a piazzare la ciligina su una torta già gustosa di suo. A parte un paio di incertezze, soprattutto nella realizzazione degli esterni, Outlast riesce a nascondere appieno la sua natura di "progetto indipendente" con un impianto visivo curato, pregno di particolari e dall'atmosfera a dir poco malata. Il manicomio di Mount Massive è tratteggiato in maniera maniacale (passateci il gioco di parole) e realistica, tanto nell'architettura e nell'arredamento quanto nei folli che lo abitano. Sottolineamo anche come il titolo ci sbatta in faccia a più riprese un esagerato livello di splatter, nudi integrali e persino scene di necrofilia. Di pari passo c'è l'audio, altro punto focale della produzione. Doppiaggio ed effetti sonori eccezionali vanno a mescolarsi a dei temi di fondo gracchianti e azzeccatissimi, capaci di generare e sottolineare un contesto cupo, malvagio e davvero indimenticabile. Giocato con le cuffie, o con un buon sistema Dolby, guadagna ulteriori punti.
8
Il passaggio di Outlast da PC a PS4 è avvenuto in modo del tutto indolore. Il gioco non ha perso un briciolo del suo smalto ed è ora giunto anche nel mondo Sony, presentandosi come un'avventura horror in prima persona dinamica, accattivante e letteralmente da incubo. Nonostante la scarsa longevità ed una fantasia di fondo magari non sempre ineccepibile, Outlast si riconferma ancora una volta quel campione di spaventi che già conoscevamo, senza se e senza ma. Violento, ansiogeno ed intrigante, il prodotto dei Red Barrel è un "survival" nel vero senso del termine, un titolo in cui fuggire e nascondersi sarà l'unica regola per sopravvivere ad uno degli ambienti più folli ed ostili che il mondo dei videogiochi abbia visto. Se siete facilmente impressionabili allora fareste meglio a passare oltre ma, in caso contrario, non avrete alcun motivo per lasciarvi sfuggire una delle più grandi rivelazioni dell'ultimo anno. Non solo è venduto a prezzo budget, ma se siete abbonati Plus potreste farlo vostro senza l'esborso di alcun Euro. La classica proposta che "non si può rifiutare".



