L'iconografia severa e glaciale, come un gameplay esacerbato da un sistema di scontri che pare fare il verso a Ninja Gaiden (Team Ninja, 2004) per il grado di difficoltà di alcune missioni, rende disagevole il cammino del giocatore con una learning curve non perfettamente equilibrata. Parvenza di semplicità è data dalla possibilità di optare tra sei personaggi per il superamento di ogni missione, ma l'eventuale esternazione d'angoscia del giocatore, dovuta presumibilmente all'elevata difficoltà del titolo o a un sistema di telecamere non esente da prevedibili criticismi, macchia di sugo il celestiale kimono dell'esperienza ludica. L'assenza di checkpoint e la ripetizione costante di alcuni stage rende, alla lunga distanza, il titolo foriero di noia e frustrazione al giocatore occasionale. La possibilità di back-tracking assume valevole importanza ai fini dello sviluppo dei vari combattenti. Secondo un accrescimento d'esperienza rubato al genere RPG, i personaggi di Otogi 2 migliorano le proprie caratteristiche, con possibilità di comprare potenziamenti e ammennicoli vari.Tecnicamente siamo su livelli altissimi. Otogi 2 ammalia il giocatore colpendolo al cuore con ambientazioni pulsanti, sottolineando la spettacolarità dell'azione ed evidenziandola con effetti grafici da capogiro, un sistema di combattimento coreografico e un level design evocativo. Un'epopea visiva affascinante, abbacinante, con una sontuosità grafica che sorge prepotentemente da combo fulgenti, animazioni esemplari, abuso di bumpmapping e mitigata dalla forza di gravità di alcuni rallentamenti dell'engine che lo fan scivolare da quella sorta di iperuranio in cui soggiornava, per riportarlo alla dura realtà del pianeta terra. La sua astrazione avrebbe meritato una collocazione nel mondo delle idee, quell'iperuranio ludico dove il suo ego atipico sarebbe stato maggiormente apprezzato, mentre qua, nel nostro mercato, rimane un prodotto snobbabile dai più, una piccola perla non da tutti apprezzabile. “Arte e merda sono la stessa cosa. E c'è sempre qualcuno che riesce a venderle, sia l'una che l'altra”. Non capita di rado che nel mercato videoludico la seconda si venda addirittura meglio.
8
Il fascino e la smaliziata tecnica sopraffina nell'eseguire un ode così ispirata, portano il titolo From Software al vertice del genere action, in prima fila davanti alla cattedra di Ninja Gaiden, attuale maestro indiscusso con dottorato in magnificenza ludica applicata al genere in questione. L'atmosfera orientaleggiante e l'epopea visiva che si staglia davanti agli occhi di un giocatore attonito, lo rendono una piccola perla, artisticamente parlando; ma un'iconografia non da tutti apprezzabile, un grado di difficoltà privo di perfetta calibratura o un sistema di telecamere non esente da prevedibili criticismi, macchia di sugo il celestiale kimono dell'esperienza ludica. Ma Otogi 2, sia chiaro, rimane una piccola opera d'arte, gettando via il bollino di convenzionalità che affligge miriadi di prodotti in un mercato saturo di cloni.



