La telecamera virtuale s'allontana, rivelando le proporzioni insospettabili del conflitto che procede senza pietà, sotto un cielo alieno solcato da dragoni; poi torna a zoomare sul colosso da guerra, ne svela le cavità interne e la lotta sanguinosa che in quei meandri si consuma. Un ninja affronta in solitaria l'orda di soldati Genma intenzionata a falciarlo sotto i fendenti di katana; colpisce, si divincola, affonda, si districa come un acrobata tra gli assassini. Una lama intrigante sfiora il volto mascherato, scoprendone i tratti orientali; è Samanosuke, eroe leggendario destinato a fermare la follia del risorto Nobunaga.
Jacques si affida alla sua frusta, con la quale può immobilizzare l'avversario ed in seguito finirlo con un colpo di pistola d'ordinanza
Il fimato introduttivo, realizzato dagli specialisti dello studio Robot, presenta un maestoso scenario di guerra fanta-apocalittico
La chiave di volta della terza avventura di Samanosuke, come da tradizione ripresa in terza persona da inquadrature prefissate, è il paradosso epocale; cause imperscrutabili proiettano il samurai senza macchia nell'attualità urbana di una Parigi assaltata dai Genma, strappandolo al Giappone fanta-feudale d'appartenenza. Nello stesso momento, la vita di lavoro ed affetti familiari dell'agente di polizia Jacques Blanc è sconvolta da una migrazione spazio-temporale esattamente simmetrica, che lo abbandona nel bel mezzo di una terra ancestrale, in balia di un'avvenente fatina volante e di altre entità ben più minacciose.
Le trame che il destino ha ordito per i due protagonisti si intrecceranno in un arabesco di passato e presente, di incontri e separazioni, nello sfondo della lotta senza età del bene contro il male; a voler essere sinceri, l'ineluttabilità di tale percorso è fin troppo marcata, vincolando gli eventi (e di conseguenza lo svolgimento dell'azione) a scorrere sui binari fissi della linearità.
Lo stesso puzzle solving, comunque ben integrato nel constesto, risente di una struttura rigida; basato sull'abusata meccanica del “piazza l'oggetto giusto al posto giusto”, non trae grandi benifici da un passaggio tra realtà storiche che comporta unicamente lo scambio di items tra i due personaggi, veicolato dalla simpatica maghetta Ako. Integrano la componente più cerebrale del gioco i piccoli enigmi di logica che ostacolano l'apertura dei bauli, legati all'interpretazione di sequenze di tasselli da riordinare: non sono che una piccola (e gradevole) variazione sul tema principale, ovvero il combattimento all'arma bianca.
Onimusha 3 rimane sostanzialmente un beat 'em up, fondato sull'annichilazione dell'esercito dei Genma, sul potenziamento progressivo del proprio armamentario e sull'acquisizione di nuove combo ed abilità speciali. Mentre Samanosuke maneggerà con destrezza ed efficacia crescente tutta una serie di katana ed alabarde, Jacques potrà dispensare dolore attraverso una nutrita varietà di fruste, capaci – oltre che di sferzare schiocchi laceranti – di immobilizzare ed in seguito proiettare nello spazio il malcapitato opponente; aldilà di quest'ultima soluzione offensiva, le differenze tra le modalità d'utilizzo dei protagonisti sono quasi trascurabili: entrambi gli stili privilegiano la furibonda concatenazione di fendenti. Immancabile, come da tradizione nella serie, l'assorbimento delle anime rilasciate dai caduti sul campo; gli spiriti multicolore assimilati porteranno punti esperienza (da spendere a tempo debito nella schermata di upgrade), incrementi energetici (sia in salute fisica, sia in mana) e potere Oni (grazie al quale trasformarsi in demone invincibile per un ridotto arco temporale).
Gli attacchi magici, oltre alla summenzionata metamorfosi in Onimusha, prevedono movenze coregrafiche in grado di riempire vaste porzioni dello scenario d'esplosioni ed effetti a tema; fuoco, vento e ghiaccio, una volta evocati, risolvono agevolmente situazioni particolarmente spinose o sovraffollate.
Qualche anno fa, Onimusha 3 su Playstation 2 abbagliava lo sguardo con una veste estetica d'alto livello, che sfruttava a dovere l'hardware a disposizione e soprendeva per la qualità dei panorami ambientali e delle animazioni; nei primi mesi del 2006, Onimusha 3 su piattaforma PC continua a convincere dal lato puramente artistico, ma non può che risultare ridimensionato da quello tecnologico.
Se il numero di poligoni che compone modelli e strutture ed il dettaglio delle singole texture faticano a nascondere i segni del tempo, il lavoro attento dei grafici e degli animatori di Capcom rimane inalterato: i personaggi si muovono con naturalezza motion-capturata, gli scenari bucolici e metropolitani conservano una forte carica evocativa, la resa di particolari come corsi d'acqua e fiamme aggiunge un tocco di raffinatezza al quadro della rappresentazione.
Nobunaga è un temibile nemico... ma dovrà fare i conti con un poliziotto francese alquanto determinato
7,5
Onimusha 3: Demon Siege, oggi come nella primavera del 2004, rimane un pregevole action-game, forte della struttura narrativa e delle dinamiche di combattimento consolidate nel tempo dall'esperienza di Capcom; la trama intrisa di momenti ironici, il taglio cinematografico - esaltato dalla presenza scenica di Takeshi Kaneshiro e del celebre Jean Reno – e la frenesia degli scontri assicurano un'ottima dose d'intrattenimento, a patto di avere a propria disposizione un joypad efficace: l'eventuale controllo tramite tastiera non porterebbe che a noia e frustrazione. Pur lontana dal potersi definire una novità in termini assoluti, la terza avventura di Samanosuke rappresenta una potenziale boccata d'aria per gli assidui utilizzatori del PC, ormai assuefatti all'uscita di una pletora di strategici in tempo reale ed FPS di stampo rigorosamente occidentale; un unico rammarico: Capcom avrebbe potuto optare per una conversione del più recente e meritevole esponente della saga degli Oni, il sorprendente Dawn of Dreams.


