Dovremo superare parecchi Puzzle coordinando Chibiterasu e gli ordini impartiti al compagno di viaggio
Se da un lato il sistema di gestione del Pennello Celestiale, basato sullo stilo, funziona egregiamente - e dopotutto cosa più di una matita può simulare il movimento di un pennello? - dall'altro i controlli dinamici sentono non poco il peso della mancanza di uno stick analogico: fintanto che si tratta di muoversi nelle quattro direzioni principali non ci sono particolari problemi, ma quando è necessario andare in diagonale, Chibiterasu fa i capricci come un cucciolo mal addestrato. Il problema non sarebbe tanto grave se, come detto, non ci fossero dei pericoli anche sparsi per le zone da esplorare; la telecamera tenda a girare autonomamente in modo da tenere le vie principali orizzontali o verticali, quando l'inquadratura non arriva addirittura a volo d'uccello: questo è certamente comodo quando si vuole correre velocemente da una parte all'altra, ma tende a causare ulteriore confusione quando si cerca di dribblare i nemici.
Quando avremo bisogno di utilizzare alcuni poteri speciali del pennello in battaglia, la grafica ci darà una mano
La vicenda è discretamente lunghetta, visto che parliamo di circa una ventina di ore per andare dall'inizio alla fine, prendendosi anche il tempo per raccogliere lungo strada, o talvolta tornando indietro a recuperare, gli oggetti collezionabili che i vari personaggi ci richiederanno. Per quanto le varie vicende che vivrete saranno tutte piuttosto graziose, la trama d'insieme zoppicherà un po': piuttosto che un'avventura con uno scopo finale ben delineato, Okamiden sembra più una successione di “storielle” che hanno come filo conduttore Chibiterasu e che volta per volta si collegano l'una all'altra.
Per questo motivo, ma anche per una profondità e una vastità certamente meno pressanti del predecessore (manca, per dire, anche il ciclo giorno/notte), Okamiden risulta avere quasi il sapore di una “versione per bambini” del titolo Clover - un po' la differenza tra una fiaba e una leggenda. Questa considerazione però non deve sminuire affatto il lavoro di Capcom, quanto semplicemente segnalare una differenza: Okamiden è comunque un gioco divertente, ben realizzato, vasto, vario e che non mancherà di trovare il suo posticino nel cuore di grandi e piccini.
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Okamiden riesce, dopo oltre quattro anni, a riportare in vita quello che è probabilmente l'ultimo capolavoro dei Clover: se da un lato gli elementi action hanno dovuto cedere il passo alle esigenze tecniche della nuova piattaforma, dall'altro il nuovo team di sviluppo ha saputo egregiamente introdurre delle meccaniche puzzle che rendono il gioco godibile, vario e innovativo, valorizzando il pennello più che in precedenza. Certo, la profondità, la completezza e la vastità del titolo originale per PS2 (poi convertito su Wii) rimangono inarrivabili, ma ciò non toglie che Chibiterasu sia il degno e promettente figlio di Amaterasu.



