Storia V3
Il menu si contraddistingue per un aspetto davvero accattivante, dando la possibilità di scegliere tra Stagione completa, Playoff, _3_Partita Rapida, Minigiochi e Storia. Tralasciando la Partita Rapida, la Stagione e i Playoff (dubito che non si riesca a immaginare di cosa si tratti), i Minigiochi consistono nell'impegnarvi nei tiri da tre punti e nel compiere varie gare di abilità, tra cui vale la pena menzionare Padrone del Campo, in cui dovrete conquistare delle zone del campo mettendo a segno canestri da opportune posizioni.
Il tutto ammonta a una ventina di diversi giochi, purtroppo in grandissima parte del tutto identici a quelli dello scorso anno. Nella modalità Storia, invece, dovrete sostanzialmente affrontare una stagione completa composta di 34 settimane, con tuttavia l'obbligo di portare a termine tutta una serie di obiettivi (due per settimana) da eseguire alla lettera, che vanno dall'eseguire un determinato numero di canestri, impedire che l'avversario ne metta a segno più di un tot e così via. Alcuni obiettivi risultano essere piuttosto impegnativi, cosa che vi obbligherà a rigiocare la stessa partita più e più volte.
A complicare ulteriormente le cose ci penseranno i vostri compagni di squadra, dotati di un'AI deficitaria che vi costringerà spesso e volentieri a rimediare in prima persona: vi capiterà spesso di notarli immobili mentre gli avversari avanzano verso il canestro, oppure rimanere altrettanto bloccati durante un contropiede scatenato da voi.
Gameplay immutato
Anche il gameplay è praticamente immutato rispetto alla versione della scorsa stagione: confermate le icone raffiguranti i tasti che si posizionano sopra la testa dei vostri compagni, al fine di scegliere con accuratezza il destinatario del passaggio (se non utilizzerete questa funzione spesso e volentieri vi capiterà di veder recapitata la palla al compagno che non volevate servire), così come è ancora presente il multicolore shot meter, che cambia colore suggerendovi il momento giusto per rilasciare la pressione del tasto.
Sono infine presenti i comandi tattici da impartire ai compagni (a mezzo della croce direzionale), che vanno dall'esercitare maggiore pressione al portatore di palla al comandare un fallo tattico e così via. Il tutto identifica un gameplay davvero semplice e immediato nell'apprendimento dei comandi, ma del tutto immutato rispetto alla versione targata 07 (che già era un tantino sotto allo standard delineato dagli altri due contendenti). Graficamente il gioco mostra le classiche luci, accompagnate da altrettante ombre. Se le star di quello sport sono ben caratterizzate, altrettanto non si può certo dire per i semisconosciuti giocatori, i quali davvero rischiano di essere non riconosciuti per l'eternità. Un'altra fonte di disappunto proviene dalle espressioni dei giocatori, che mutano vari secondi dopo un tiro, con un effetto visivo davvero mediocre.
Commento in madrelingua
Va detto tuttavia che le movenze dei giocatori sono abbastanza ben riuscite, ma il tutto è purtroppo penalizzato da un frame rate che di tanto in tanto incespica. Il sonoro, invece, è piuttosto rigoroso, con musiche adeguate, effetti sonori realistici (anche se un tantino ripetitivi) e il commento in madrelingua di Kevin Calabro e Mark Jacjson, che tuttavia di tanto in tanto ignora alcune belle giocate degne di nota. Chiude il quadro della situazione una funzionalità ondine che tuttavia è davvero poco affollata, almeno per il momento. In conclusione, questa versione per PS2 di NBA 08 non riesce ad avvicinarsi ai rivali targati EA e 2K Sport a causa di un'evidente mancanza di evoluzione rispetto alla versione giocata l'anno scorso, che fa sì che questo NBA 08 faccia sentire il peso degli anni.
La totale assenza di miglioramenti nel gameplay (la cui caratteristica peculiare continua a rimanere l'immediatezza e la semplicità) e una grafica poco più che accettabile sono le caratteristiche principali di questo titolo, che ha il difetto di scontrarsi rontalmente contro i colossi targati EA e 2K Sports