Cosa c'è di nuovo
Il brand che lega tutte le produzioni della serie di Myst fonda le proprie radici sul perfetto connubio fra le sublimi locazioni di gioco, realizzate tramite l'uso d'immagini pre renderizzate, e le evocative colonne sonore new age, capaci di immergere il videogiocatore in un mondo fantasticamente reale. Revelation non fa certo eccezione anche se, rispetto ai precedenti capitoli si denota, fin dalle primissime fasi di gioco, un deciso salto di qualità sotto il profilo prettamente tecnico. Le splendide, ma statiche, ambientazioni in alta risoluzione ammirate in precedenza hanno lasciato il posto ad un sistema ibrido che unisce ai classici fondali pre renderizzati, elementi “dinamici” in grado di consentire con il semplice movimento del mouse rotazioni della visuale di gioco di 360° e di muovere in modo assolutamente convincente e realistico la volta celeste al di sopra della nostra testa.
La vera novità risiede però nel rinnovato sistema di controllo che, se pur tuttora ancorato all'uso esclusivo del mouse, varierà in base al tipo d'interazione che potremo compiere con l'ambiente. In Myst Revelation potremo così spostare o trascinare oggetti (dai comunissimi cassetti ai ben più impegnativi congegni disseminati lungo le differenti ere), visionare e raccogliere elementi apparentemente inutili (ed in diversi casi lo sarà) ed interagire in senso più generale con tutta l'area di gioco. Ciò che invece non è cambiata è la natura intrinseca di Myst, ovvero la parte prettamente enigmistica che accompagna tutti i lavori firmati dal team Cyan. In tal senso Revelation si dimostra all'altezza della situazione, con enigmi che andranno dai “semplici” calcoli matematici delle primissime fasi di gioco, ad altri di livello superiore e risolvibili peraltro solo tramite l'interpretazione dei preziosi indizi che potremo raccogliere nel corso dell' avventura. A tal proposito è opportuno segnalare l'assenza del sistema d'archiviazione degli indizi usato nei precedenti capitoli e sostituito da un'antiquata quanto funzionale macchina fotografica con cui dovremo letteralmente “fotografare” gli elementi che riterremo più utili per il proseguimento del gioco. L'introduzione di un sistema di archiviazione non automatico comporta una piccola riflessione.
Se da un lato questo nuovo concetto ci permetterà di evitare estenuanti letture in sede di gioco ( uno dei maggiori difetti di Myst consisteva proprio nell'obbligo di dover leggere pagine e pagine di storia assolutamente inutili per il proseguo del gioco), dall'altro ci obbligherà di fatto a porre molta più attenzione nel discernimento dei passaggi più importanti. Non cogliere un indizio in sede di lettura comporterebbe, ahimè, il dover attraversare le stesse aree più volte, fattore che alla lunga potrebbe rappresentare più un difetto che un pregio. Peggio ancora sarebbe risolvere aprioristicamente il problema fotografando qualunque elemento di gioco, scelta che rischierebbe di minare pesantemente il fattore gameplay. Da ciò si evince come Revelation introduca un livello di difficoltà superiore rispetto ai precedenti episodi della serie, che potrebbe prediligere gli utenti più avvezzi a questo genere di giochi, a discapito invece di quanti si avvicinano per la prima volta al mondo di Myst.
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