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Recensione Mugen Souls

Coniglietti schiavi, umorismo nonsense e miliardi di danni
Tommaso AlisonnoDi Tommaso Alisonno (25 settembre 2012)
Prendete un universo in cui sette bellissimi mondi competono per splendore emanando nello spazio riflessi dei colori dell'arcobaleno, e poi prendete una ragazza dalle origini sconosciute che, dispersa nello spazio, improvvisamente decide che vuole conquistarli. Come fare? Semplicissimo: sottomettendo tutte le popolazioni che li abitano e rendendole suoi “Peon”, ossia fedeli servitori totalmente asserviti. Impossibile, direte voi! Ma non per Chou-Chou, l'autoproclamatasi “indiscusso Dio dell'universo” che ha il potere di cambiare aspetto e comportamento in modo da far cadere ai suoi piedi tutti i deprav... ahem! Tutti i popoli dell'universo.
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Ecco Chou-Chou (con Altis) nell'improbabile intro del gioco
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Il cerchio azzurro è l'area entro cui Chou-Chou può muoversi, il rosa l'area d'attacco
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Ecco tutte le personalità della protagonista
Mugen Souls (che in un ibrido Giappo/Inglese si può più o meno tradurre come “anime ammucchiate”) è il JRPG dal forte sapore nonsense sviluppato da Idea Factory e Compile Heart su PS3: pubblicato in Giappone lo scorso Marzo, nonostante la natura estremamente di nicchia è riuscito a raggiungere i nostri territori in tempi tutto sommato contenuti. Protagonista della storia è indubbiamente Chou-Chou, e lo scopo è quello di visitare i sette mondi, ciascuno corrispondente a uno dei colori dell'arcobaleno, per soggiogarlo; più precisamente, tradizione vuole che in ogni mondo ci siano due entità potentissime e antitetiche: l'Eroe e il Demon Lord. Dato che queste due entità sono obiettivamente più potenti di tutto il resto della popolazione, basterà rendere “Peon” di Chou-Chou questi due perché la conquista del mondo sia de-facto ottenuta.

Per fare ciò, però, Chou-Chou e i suoi seguaci dovranno scendere fisicamente sul pianeta in questione ed esplorarlo fino ad entrare in contatto con l'Eroe e il Demon Lord, i quali ovviamente avranno tutt'altri progetti che non lasciarsi “peonizzare”. Il sistema di esplorazione è piuttosto tradizionale: guiderete Chou-Chou sulla mappa (una per ogni continente, tre per ogni mondo) cercando di evitare o di “impattare” i mostri, il cui contatto porterà all'arena di battaglia. Qui ci troveremo a gestire un battle-system a turni con gestione del territorio.

Tradotto in termini meno sintetici, al turno di ciascun personaggio potremo spostarlo sul campo di battaglia, entro i limiti della sua mobilità, cercando di raggiungere i nemici o, viceversa, di assumere una posizione riparata. Una volta concluso il movimento sarà possibile sferrare un attacco, utilizzare una skill da battaglia o un item, oppure disporsi in difesa - utile soprattutto quando nessun nemico è a portata d'attacco. Volendo sarà anche possibile sostituire il personaggio con uno di quelli presenti nella riserva (il cui numero è comunque limitato). Infine, sarà sempre possibile effettuare degli attacchi “Link” (o combo, se preferite) quando più personaggi saranno vicini tra loro e coi turni sequenziali.
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A spasso per il mondo: il simbolo lì davanti indica la presenza di un evento
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I dialoghi si sprecheranno
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I passeggeri del G-Castle ogni tanto vi omaggeranno con doni vari
Nel gioco sono presenti molteplici forme di attacco particolare, come per esempio la possibilità di respingere i nemici in modo da farli rimbalzare come in un flipper: tra tutte queste rivestono un ruolo fondamentale quelle a disposizione della sola Chou-Chou, ossia l'attacco “Moe” e la “Peonball”. Il primo è la tecnica che la protagonista utilizza per tramutare i nemici in suoi Peon, e si configura in effetti nella necessità di comporre una terna di “Parole” che possano sedurre il nemico (“Moe” è un neologismo Giapponese da Otaku che indica una forte attrazione, non necessariamente sessuale (ma anche e soprattutto)).

A seconda delle parole usate e della natura del nemico, questo comincerà a tendere verso il Peon, oppure verso la furia... o ancora verso la trasformazione in denaro. Discriminante sarà però il carattere di Chou-Chou: la protagonista potrà infatti “cambiare carattere” (e aspetto fisico) scegliendolo tra gli otto presenti nel gioco, sebbene il numero di trasformazioni in battaglia sia limitato. Avremo quindi Chou-Chou Egocentrica (quella di default), Sadica, Masochista, Bipolare, Iperattiva, Apatica, Svampita o Aggraziata, a seconda delle nostre necessità.

Fatta eccezione per i personaggi-chiave di storia, i quali mantengono il loro aspetto e i loro poteri anche quando diventano servitori di Chou-Chou, tutti gli altri nemici peonizzati vengono tramutati in creature vagamente conigliettose denominate “Shampuru”. Il numero e il tipo di Shampuru determinerà altri parametri di gioco, a partire dalla succitata Peonball: è questa una sorta di super-bomba che Chou-Chou può lanciare in battaglia, composta (guarda caso) da shampuru ipercompressi. La Peonball è però molto instabile: le azioni in battaglia ne determinano la dimensione e l'efficacia, ma anche il rischio di autodistruzione - e quindi danni al party.
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Evviva i tutorial
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Gli Shampuru: ancora più sfigati dei Prinny
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Beh, perlomeno l'effetto dell'incantesimo è chiaro...
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