Il film è diretto da Rob Minkoff, noto soprattutto come regista di uno dei più famosi film Disney di tutti i tempi, Il Re Leone. Anche con Mr. Peabody e Sherman, questa volta prodotto dalla DreamWorks, Minkoff ha realizzato un film che riesce ad emozionare dall'inizio alla fine veicolando contenuti sicuramente condivisibili. Sono certa che questo film verrà accusato di essere un po' troppo didascalico, o di puntare eccessivamente sull'aspetto educativo e morale del giovane spettatore al quale è rivolto. Ma come ho già detto all'inizio del mio articolo, penso che il film meriti l'attenzione di molti genitori e degli adulti in generale. In secondo luogo, non c'è nulla di sbagliato nel veicolare valori positivi e buoni sentimenti, purché ciò non venga fatto in modo pedante e moralistico.
Grazie al tornindietro, il film si snoda dall'Antico Egitto al Rinascimento, dalla Guerra di Troia alla Rivoluzione Francese, in un turbinio di epoche e di incontri che arricchiranno i protagonisti non solo dal punto di vista delle nozioni scolastiche, ma anche da quello umano. Proprio su questo aspetto, quello dell'essere umani o meno, e in particolare sulle differenze fra uomini e cani, è incentrata gran parte del film. La tesi di Mr. Peabody è infatti la seguente: ogni cane dovrebbe possedere un bambino . Tesi che non solo risulta vincitrice, ma che viene anche rafforzata alla fine del film (tranquilli, non si tratta di uno spoiler imprevedibile), da un'affermazione di Sherman.
Se all'inizio della storia il bambino dai capelli rossi si vergognava di essere paragonato ad un cane, al termine della vicenda sarà lui stesso ad autodefinirsi tale. In una delle scene più riuscite (e per gli animi più sensibili, anche una delle più commoventi), essere cani diventa sinonimo di altruismo, intelligenza e coraggio, che contrastano con l'ottusità e la brutalità che spesso contraddistinguono l'essere umano.
Trovo assolutamente lodevole il fatto che gli sceneggiatori, il regista e la stessa DreamWorks abbiano puntato su un prodotto anticonformista, cercando di non appesantirlo con uno sfoggio di saperi, in modo da renderlo il più possibile gradevole a bambini e genitori.
La mia speranza è naturalmente quella che il film faccia breccia nei cuori del pubblico, anche perché si avvale delle musiche di Danny Elfman e dell'indimenticabile Beautiful Boy (Darling boy) di John Lennon, che fa da sfondo perfetto al primo incontro fra i due protagonisti.
Un film d'animazione che coniuga divertimento, azione e contenuti educativi, incentrato su due protagonisti ai quali è impossibile non affezionarsi (specialmente a Mr. Peabody). L'evidente intento pedagogico e culturale è reso più godibile dall'inserimento dal rapporto "genitore-figlio" che contribuisce a creare momenti di forte empatia con i personaggi. Antagonisti e aiutanti, seppur non dotati di uno spessore psicologico pari a quello dei due protagonisti, risultano sempre adatti al proprio ruolo e alla propria funzione nella storia.