Tiscali

Recensione Mortal Kombat 9

Il Kombattimento portato ovunque
Tommaso AlisonnoDi Tommaso Alisonno (17 maggio 2012)
Il ritorno di Mortal Kombat in grande stile nel 2011 su PS3 e Xbox360 ha fatto si che l'inimitabile - perlomeno in materia di violenza - picchiaduro tornasse finalmente agli onori della ribalta: più che lecito dunque aspettarsi una versione per la neonata console portatile di Sony, specie considerando che proprio il team NetherRealms è stato il primo ad ammettere di possederne un kit di sviluppo. Ecco pertanto arrivare su PS Vita quello che, più che Mortal Kombat 9, è noto semplicemente come Mortal Kombat - il reboot della serie.
Mortal Kombat 9 - Immagine 1
La storia ha inizio
Mortal Kombat 9 - Immagine 2
Benvenuti al torneo
Mortal Kombat 9 - Immagine 3
Con 32 facce la scelta non manca
E di reboot si parla giacché con un artificio di trama la vicenda riavvolge le lancette e ritorna all'inizio del torneo, con Raiden - Dio del Tuono che difende il mondo degli Umani - che riceve dal se stesso del futuro, nell'atto di morire per mano di Shao Kahn, una visione del destino che attenderà la Terra se qualcosa non dovesse cambiare. Comincia così la modalità Storia del gioco, la quale propone una vicenda dalla trama lineare suddivisa in capitoli, ciascuno con uno specifico personaggio come protagonista: tra un dialogo e l'altro, il protagonista del capitolo dovrà ovviamente affrontare degli scontri, siano essi “ufficiali” in seno al torneo o semplici risse coi suoi nemici personali.

Naturalmente, la Storia non sarà l'unica modalità in cui ci sarà possibile cimentarsi: non mancherà infatti la classica Skalata, vale a dire la serie di 10 incontri in stile Arcade (forse dovremmo scrivere Arkade?) con tanto di “finale” contestuale al personaggio scelto, affrontabile anche con una squadra di due. E' inoltre presente, come nella versione casalinga, la Torre delle Sfide: si tratta di una successione di mini-prove a difficoltà crescente, che vanno dallo scontro classico, ai combattimenti con regole particolari (nessuna mossa speciale, parametri casuali, nemici imbattibili a cui sopravvivere), più tutta la serie di mini-giochi come “Testa la tua forza” o “Testa i tuoi riflessi”. Introdotta inoltre una seconda Nuova Torre delle Sfide, con minigiochi specifici per i comandi di PS Vita.

Al pari del concept intrinseco del gioco, anche il sistema di combattimento e di controllo strizzano l'occhio al classico: ecco pertanto che i lottatori, sebbene realizzati con modelli 3D, combattono su un unico piano (niente movimenti da e/o verso lo sfondo) in un ambiente anch'esso 3D ma scevro di elementi interattivi. Il movimento del personaggio è gestito dalla croce direzionale o, se preferite, dallo stick analogico sinistro, mentre i quattro tasti frontali sono di default preposti ai due comandi di pugno e ai due di calcio; i tasti laterali sono legati alla parata ed alla presa, ma naturalmente dalla combinazione di questi sei comandi e del direzionale si origineranno le varie mosse speciali e combo caratteristiche del lottatore. Lo stick analogico destro, infine, viene utilizzato per il TAG col compagno o per effettuare le mosse di coppia negli scontri in a squadre.
Mortal Kombat 9 - Immagine 4
Scontro impari tra donzelle
Mortal Kombat 9 - Immagine 5
Sub-Zero non si fa problemi col gentil sesso
Mortal Kombat 9 - Immagine 6
La prima Fatality non si scorda mai
Nel gioco sono presenti due barre: una è il canonico indicatore della vita residua, mentre la seconda, suddivisa in tre segmenti, si riempie portando a segno ed incassando attacchi e serve a gestire un set particolare di mosse speciali. Sacrificando uno dei tre segmenti è infatti possibile “potenziare” gli effetti di una mossa speciale, aumentandone i danni, la gittata o il numero di attacchi a seconda dei casi; sacrificando due segmenti è possibile spezzare una combo del nemico ed effettuare contestualmente un devastante contrattacco; riempiendo totalmente la barra, infine, sarà possibile eseguire (con una procedura identica per tutti i lottatori) le terribili tecniche X-Ray, tanto devastanti quanto truculente: parliamo infatti di ossa infrante analizzate in una visuale sottocutanea.

Chiudono la carrellata le famosissime Fatality, ossia le tecniche “letali” con cui i lottatori possono brutalmente privare della vita gli avversari sconfitti: per ciascun personaggio ne saranno disponibili svariate, ma solo la prima sarà immediatamente visibile nell'elenco delle mosse; a queste si aggiunge la “Babality”, tecnica magica che tramuta il nemico in un bebè. Infine, ciascuna arena permetterà di eseguire una peculiare “Stage Fatality” sfruttando gli elementi contenuti, come ad esempio scagliare il malcapitato in una fossa irta di spuntoni o in una vasca di acido.

Dal punto di vista tecnico, il gioco si presenta in maniera altalenante. Contrariamente all'abitudine del relatore, cominceremo trattando il comparto audio, il quale di base è identico alla controparte casalinga: questo significa che i lottatori parlano in Inglese durante gli scontri ed in Italiano durante le cinematiche. Già soltanto questa scelta fa arricciare il naso, e quando poi si aggiunge che le voci nel nostro idioma sono spesso inascoltabili, ci si chiede semplicemente perché non si sia lasciato il tutto in Inglese sottotitolato. Niente da eccepire invece per quanto concerne la colonna sonora, che propone temi d'accompagnamento in linea con gli standard della serie. Discreti gli effetti sonori.
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Non mancano le guest-star
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La grafica delle cinematiche è a livello di home-console
Mortal Kombat 9 - Immagine 9
Il dettaglio degli scontri è sicuramente più modesto
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