Durante tutte le partite di prova effettuate, infatti, giocate a partire dal livello Facile di difficoltà, non sono mai stato abbandonato dalla sensazione che il computer, proprio come accadeva nelle prime versioni di Civilization, ricevesse i suoi rinforzi da qualche entità aliena non ben indentificata. Oppure barasse, che è la stessa cosa. E siccome l'unica tecnica per espugnare un castello avversario o vincere una battaglia campale senza vedere il proprio esercito decimato pare essere quella di avere in partenza una superiorità soverchiante, ecco che le cose si fanno decisamente complicate, e di conseguenza frustranti, fin dalle primissime sessioni di gioco. Non c'è niente di più alienante dell'aver faticosamente raccolto un'armata numerosa e vederla spazzare via da un nemico apparentemente molto meno forte, solo perché l'eroe al seguito delle sue truppe è di livello appena più alto del nostro.
Peggio ancora è realizzare che occorrerà una settimana (tempo di gioco, non reale, per fortuna!) per recuperare, mentre nel frattempo l'avversario bot sembra riuscire a reperire rinforzi scavandoli dal terreno nemmeno fossero patate. Disporre di uno o più oggetti magici può aiutare, questo è vero. Peccato che gli stessi si rendano disponibili solo giocando permanentemente connessi ad Internet. Chi vuole giocare scollegato si rassegni, invece, a farne a meno. E siccome la difficoltà s'impenna, se solo uno s'azzarda a selezionare un livello più elevato, MM: H VI rischia seriamente di rimanere un gioco riservato ad un elite ristrettissima di zeloti, con la pazienza di Giobbe e la costanza di uno schacchista dei tempi della Guerra Fredda. Last but not least, vi toccherà scoprire da soli l'inefficacia di alcune abilità speciali contro determinati nemici, e questo solo dopo averle imparate spendendo preziosi punti esperienza. In alcuni casi, per fare un esempio, la descrizione dello skill conterrà informazioni come, che so io, la sua particolare efficacia contro i non morti. In altri, invece, inspiegabilmente gli sviluppatori sembrano dimenticarsi d'informare che un'altra abilità risulta assolutamente priva di effetto nei confronti degli stessi.
Qualcuno tra voi ricorderà King's Bounty , recensito su queste pagine quasi tre anni fa. Condivide con il titolo Blackhole parte dello schema di gioco e parecchie trovate. Risparmiando però al povero giocatore tartassato dalla crisi, e quindi sempre più attento a come spendere al meglio i suoi pochi euretti rimasti, parecchie delle magagne e delle problematiche sopra menzionate. Siccome le probabilità di reperire una copia del titolo sviluppato nel 2008 dai russi di Katuri in qualche cestone di titoli scontati al prezzo di una rivista sono elevate, e i tempi che corrono già abbastanza duri di per sé, senza necessità di aggiungere alle frustrazioni della vita reale quelle provate giocando ai videogiochi, credo di non dover aggiungere altro.
12
6,5
40 ore di campagna. Il nuovo capitolo dedicato alle gesta degli eroi di Ashan promette lacrime, sangue e soddisfazione agli hardcore gamer più indefessi, a partire dagli appassionati, e non sono pochi, della saga. Peccato, però, che un gameplay che somiglia molto, per non dire troppo, alle dinamiche aritmetiche rigorose e ben poco strategiche del primo Command & Conquer, aggiungendoci molto più di una timida spruzzata della difficoltà impervia fin dall'inizio di Cossacks, risulta nella maggior parte dei casi sufficientemente frustrante da dissuadere la maggior parte dei giocatori, inclusi i veterani, durante i primi 40 minuti. Siete avvisati. Personaggi, situazioni e creature farebbero di MM: H VI un giocone, degno epigono dei migliori capitoli targati 3DO. Salvo poi ritrovarsi a rimpiangerli, non appena si comincia a fare sul serio. Ossia fin dalla seconda missione della trama.



