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Recensione Max Payne 3

Il ritorno di Max sulla nuova generazione!
Roberto VicarioDi Roberto Vicario (14 maggio 2012)
Faccio quello che so fare meglio: creare casini.
Storia coinvolgente, contesto credibile e interessante, ma il gameplay? Anche sotto questo aspetto Max Payne 3 centra perfettamente l'obiettivo. Max era stato uno dei precursori delle sparatorie con stile. L'uso per la prima volta del bullet time - poi diventato quasi uno standard per tutti i titoli in terza persona - aveva portato ad un approccio più diretto e stilistico alle sparatorie; stile che anche in questo terzo capitolo  non si è perso, ma anzi, è stato amplificato.

L'evoluzione delle giocabilità in questi anni si è fatta sentire, con diverse novità apportate da altri titoli del genere. Per stare al passo, quindi, Max fa uso di alcune di queste innovazioni, su tutte la possibilità di utilizzare le coperture. Ma non cadete in errore, sparare e ripararsi non è la tattica più corretta in Max Payne. Quello che conta è saper amalgamare tra di loro le diverse abilità a disposizione dell'ex poliziotto per ricreare una sparatoria coreografica ed estremamente efficace. Shootdoge e bullet time diventeranno i vostri migliori amici, relegando alla copertura le uniche funzioni di ricarica della barra del tempo rallentato, oppure per ricaricare le armi. Nuova feature interessante e utile si è rivelata “l'ultima chance”: quando saremo colpiti a morte, se in possesso di un painkillers, potremo attivare una particolare cam a tempo rallento che inquadrerà il nemico che ha tentato di colpirci a morte. Se riusciremo a restituire il colpo, uccidendolo, rimarremo in vita con metà della barra del danno rigenerata. Caratteristica che si è rivelata estremamente utile sopratutto nelle situazioni più concitate.
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Quello in cui Max riesce ad eccellere è sicuramente nell'appagamento che riesce a trasmettere sparatoria dopo sparatoria. La presenza di Kill cam che ci faranno vedere i nostri colpi migliori andati a segno, con la possibilità di rallentare il tempo premendo il tasto A associata al fatto che ogni arma riesce a regalare un feeling totalmente diverso e unico, sono alcuni degli elementi che compongono una regia e una realizzazione delle sparatorie assolutamente impeccabile, che saprà rapirvi sin dal primo istante.

A sottolineare ancora di più questo concetto, vi sarà la possibilità di giocare l'intera storia in modalità “free aim”, ovvero senza alcun tipo di aiuto sulla mira. Pur rendendo il prodotto decisamente più core, questa scelta da una libertà di puntamento a 360° estremamente appagante e in grado di farci compiere una serie di kill spettacolari condite di headshoot qua e là.

Non preoccupatevi però, chi preferisci approcci più user friendly e meno competitivi potrà settare non solo un livello di difficoltà più facile da approcciare - cinque in totale - ma addirittura scegliere una mira semi o totalmente assistita. Scelta che però consigliamo unicamente a chi non ha dimestichezza con il genere, visto che Max è stato pensato per essere giocare senza mira assistita e solo in questa condizione riesce ad esprimere tutto il suo potenziale.
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Un Max quasi in salsa coin-op!

Una volta completata la storia principale potremo cimentarci in alcune modalità singolo giocatore alternative raggruppate all'interno della voce di menu chiamata Arcade. In queste modalità verrà posto l'accento, in maniera ancora più marcata, sulla spettacolarità e sull'azione spericolata.

In “sfida a punti”, ad esempio, potremo rigiocare i livelli già visti nella modalità campagna cercando però questa volta di fare kill e azioni spettacolarità per raggiungere il punteggio maggiore. Il giocatore sarà premiato con dei bonus (uso del bullet time, kill consecutive, ecc. ) o con dei malus ( uso di painkillers, uccisione di civili, ecc. ) che alla fine del livello saranno sommati per decretare il punteggio finale ed essere premiato con una medaglia di bronzo, argento oppure oro.

Modalità ancora più esasperata in “Ultimo Respiro” di cui è presente una variante hardcore ( molto più difficile ed impegnativa ) in cui inizieremo il livello di gioco con un solo minuto a disposizione e con la possibilità di acquisire secondi solamente uccidendo nemici. Tecnica, velocità e precisione per una modalità che vi assicuriamo darà veramente filo da torcere anche ai giocatori più tecnici ed esperti, e che si prepone l'obiettivo di offrire quel grado di sfida mai fine a se stesso che tutti i cannibali di punteggi e high score non mancheranno di apprezzare.

Il tutto sarà invogliato anche dalla presenza di leaderboards mondiali che ci daranno la possibilità di sfidare virtualmente i giocatori migliori provando a battere il loro punteggio, oppure, più semplicemente, cercando di fare meglio dei giocatori presenti nella nostra lista amici.

Queste aggiunte a conti fatti, si sono rivelate molto più importanti e utili di quello che in realtà sembrano, dimostrandosi un vero gioco nel gioco, in grado di dare quel tocco di partita “arcade” che noi, ma siamo sicuri anche voi, apprezzerete tanto.

L'importanza della banda
Arriviamo così a parlare di quella che, se vogliamo, è la vera grande novità di questo capitolo, ovvero, l'introduzione del comparto multigiocatore. Dopo avervi raccontato già in maniera dettagliata alcune delle caratteristiche di gioco, nel nostro precedente hands on proprio su questo comparto, abbiamo speso qualche altra ora di gioco per saggiare il prodotto nella sua versione definitiva.

Come in tutti i titoli appartenenti a questa branca, anche in Max Payne sarà presente una crescita del personaggio tramite livelli di esperienza, che man mano che verranno acquisiti ci daranno la possibilità di personalizzare con nuove armi o gadget il nostro personaggio.
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