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Recensione Mass Effect 2

Il ritorno di un eroe!
Luca Gambino Di Luca Gambino(1 febbraio 2010)
Il lavoro di Shepard non si limiterà solo a fasi esplorative e di combattimento, ovviamente. Saremo quindi chiamati a prenderci cura in prima persona di tutto quello che ruota attorno alle attività dei nostri uomini e della nostra nave. Sviluppare progetti speciali, upgrade di armi e corazze e migliorie al sistema di combattimento della nostra nave saranno attività indispensabili alla nostra leadership, ma andranno ovviamente ad incidere a livello di materiali e crediti.  Il che ci obbligherà a forzare le casseforti sparse negli ambienti (tramite simpatici sottogiochi) e ad esplorare la miriade di pianeti sconosciuti che compongono la galassia di Mass Effect. Al contrario di quanto visto nel primo episodio, l'esplorazione non comporta la necessaria presenza del nostro equipaggio sulla superficie del pianeta stesso (aspetto piuttosto criticato del primo episodio), ma potrà essere comodamente eseguito dalla plancia di comando della Normandy.
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Lo scienziato di bordo è utilissimo per gli update dei potenziamenti.
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Shepard ha guadagnato un'assistente pronta a rammentargli i suoi doveri.
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La galassia sarà navigabile in lungo e in largo grazie a questo pratico schema.
Tramite semplici comandi potremo scansionare la superficie dell'astro, rilevarne i materiali presenti e successivamente lanciare una sonda per raccogliere i metalli di nostro interesse. Non mancheranno le sorprese anche in queste operazioni, dal momento che a volte le scansioni sul pianeta riveleranno anomalie particolari che richiederanno lo sbarco e un'approfondita indagine da parte del nostro team. Quello messo a disposizione da Cerberus (che per tutto il corso del gioco ricoprirà un ruolo piuttosto sotterraneo e  ambiguo) è come al solito un gruppo multi-razza e pesantemente sfaccettato, dove etnie e culture differenti saranno convogliate verso un unico flusso gestito da Shepard. Le caratteristiche dei nostri operativi saranno come sempre upgradabili tramite i punti squadra ottenibili con il lavoro sul campo. Meglio ci comporteremo nel corso delle nostre missioni, più punti potremo ottenere per migliorare i caratteri predominanti dei nostri colleghi. Le migliorie ottenibili sono di solito da ricercare nell'abilità nell'utilizzo delle armi (che potremo assegnare loro ad inizio missione) e lo sviluppo dei poteri biotici, che spesso riescono a coprire un ruolo anche più importante e decisivo degli stessi armamenti.

Rispetto al primo episodio, però, la gestione degli aspetti più ruolistici del nostro team è stata notevolmente snellita in favore di un approccio più pratico e diretto, anche se a tratti potrebbe apparire addirittura “sbrigativa”. Le caratteristiche upgradibili sono state notevolmente sfoltite favorendo solo quei “talenti” veramente utili al nostro lavoro, andando forse ad impoverire le possibilità di scelta da parte del giocatore e facendo sicuramente storcere il naso a tutti coloro siano alla ricerca nel lavoro di Bioware di maggiori elementi nel gioco di ruolo. E' da precisare però come alcuni elementi siano stati maggiormente “integrati” nei comportamenti di Shepard e siano stati quindi tolti dal pannello dei talenti sotto il controllo del giocatore, ma saranno comunque controllabili indirettamente. Il fascino del nostro personaggio, la sua capacità di intimidire o la sua salute fisica saranno raffinate nel corso del gioco a seconda dei nostri atteggiamenti e del nostro modus operandi e non tramite il dispendio dei preziosi punti abilità. Uno sfoltimento delle operazioni che fa il paio anche con la volontà di far perdere meno tempo possibile anche sulla scelta delle armi.
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Ecco una fase delle ricerche. Abbiamo appena inviato una sonda per recuperare un ingente carico di Palladio.
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Anche la corazza di Shepard può subire pesanti modifiche.
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Ecco come tenere sotto controllo tutte le missioni da svolgere all'interno della galassia, giusto per non perdere mai la strada.
Se nel primo episodio si potevano scegliere le migliori armi della galassia messe a disposizione dai numerosi “vendor”, in Mass Effect 2 saremo chiamati ad una scelta decisamente limitata, privata anche della possibilità di scelta e inserimento di parti “bonus” che ne aumentavano la potenza di fuoco e la precisione. Anche in questo caso, però, l'esperienza sul campo ricopre questa forse eccessiva semplificazione da parte di Bioware, rivelandosi comunque una decisione che non incide drammaticamente sull'esperienza di gioco dal momento che sul campo di gioco le caratteristiche di armi e poteri sopperisce una fase di pianificazione tra decine di armi e update che forse in fin dei conti andavano poco ad incidere sul nostro operato.

Quello su cui invece trova sicuramente tutti d'accordo è sull'impatto tecnologico del titolo, che riesce a spazzare via tutte le incertezze e l'immaturità tecnica della sua prima uscita. Dimenticatevi del motore grafico zoppicante, del frame rate ballerino anche in situazioni non particolarmente complesse. Quello mostrato da Mass Effect 2 è un motore grafico tirato a lucido, capace di proporre scene densamente popolate in termini poligonali e densa di effetti da vera nextgen. Il tutto supportato da un frame rate granitico che non ha conosciuto incertezze ma che, al contrario, ci ha stupito per l'elevata qualità delle texture e soprattutto (punto dolente della prima produzione), per la varietà degli ambienti proposti. Una delle maggiori critiche riconosciute infatti a Mass Effect risiedeva proprio nella sua incapacità di fornire al giocatore ambientazioni che si discostassero troppo da un certo clichè preconfezionato. In Mass Effect 2, invece, tutti i pianeti visitati saranno caratterizzati in modo differente in base alle condizioni ambientali (che andranno anche ad incidere sulla salute dei nostri giocatori) e si presenteranno sempre in forma differente agli occhi del giocatore. Decisamente buono anche il lavoro svolto dal team di doppiaggio italiano. Certo, nel caso della localizzazione italiana non ci troveremo di fronte i mostri sacri che hanno contribuito al doppiaggio americano (Martin Sheen, Carrie Ann Moss, Tricia Helfer e Michael Hogan sono solo alcune delle star Hollywoodiane coinvolte), ma i doppiatori sono comunque riusciti a dare il giusto carisma e la giusta anima a tutte le situazioni in cui sono stati chiamati ad operare. A questo si aggiunge la colonna sonora che si mantiene sugli stessi standard  del primo episodio. Adatta allo scopo, ma forse priva di quel mordente che gli possa permettere di vivere di vita propria.
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Il Codex è sempre uno dei punti di forza della produzione Bioware.
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Ogni pianeta visitato ha caratteristiche differenti, comprese anche condizioni meteo avverse.
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Ecco un sottogioco grazie a cui accedere a dati privati.
12
9,5
Capolavoro. Senza troppi “se” o “ma”. Anche se lo snellimento di alcune procedure “ruolistiche” potrebbe far storcere il naso a qualcuno, il lavoro Bioware riesce ad essere talmente vasto e profondo da convincere sull'effettiva bontà delle scelte operate dal team di sviluppo. Una trama articolata, un intreccio narrativo e psicologico senza pari e la trasposizione “futuristica” di tematiche strettamente legate ai giorni nostri, sono solo una parte del ricco piatto servito da Muzyka e soci. Un approccio shooter migliorato nelle sue parti più tattiche e più in generale la capacità del team di far sentire il giocatore realmente partecipe e arbitro delle vicende che gli ruotano attorno sono ancora una volta ingredienti di un successo questo volta supportato da un comparto tecnico all'altezza e capace di guardare negli occhi i migliori esponenti del genere. Non giocarlo potrebbe essere un neo nella vostra carriera di videogiocatori.
voto grafica9
voto sonoro9
voto gameplay9,5
voto durata9