Ogni tipologia di gioco fornisce una certa quantità di stelle, da spendere nella Banca Stelle per avere contenuti aggiuntivi come nuovi tabelloni, musiche, illustrazioni. Per impossessarsi di tutto l'ottenibile, occorrono molte stelle, che si traducono in molte ore sia in singleplayer che in multi. I minigames sono presenti in grande quantità e varietà (in tutto ve ne sono più di ottanta). Ogni giochino è un inno alla fantasia: può capitare un incontro di sumo a bordo di improbabili veicoli, una fuga disperata per evitare il risucchio di un buco nero, o più comunemente affacendarsi nelle pulizie primaverili. Altra loro caratteristica è una grande semplicità, sia nel controllo che nello svolgimento, peculiarità necessaria a rendere il titolo adatto anche ai giocatori occasionali: perfetto per il multiplayer.Non tutti, però, sono egualmente godibili, in alcuni casi incide troppo la fortuna o la pressione frenetica dei tasti, ma la qualità media dei minigiochi è comunque buona. La formula degli scontri non è sempre il canonico tutti contro tutti: sono previste anche situazioni di uno contro tre (è il caso dei minigiochi vocali), dove spesso il singolo si trova nella posizione di dover eliminare ogni altro contendente, o non farsi eliminare; scontri a squadre due contro due, che inducono alla cooperazione, lasciando spazio a brevi risvolti tattici; infine duelli per due, testa a testa. Per quanto concerne l'aspetto visivo, Mario Party 6 di certo non spicca fra le migliori produzioni per Cubo. Gli ambienti e i personaggi sono realizzati con discreta cura, ma forse sarebbe risultato più opportuno dedicare essi un numero maggiore di poligoni, o migliorare qualche animazione e qualche effetto visivo. Le scelte stilistiche e cromatiche sono indubbiamente azzeccate, ma non si avverte una grossa differenziazione dal precedente Mario Party, uscito quasi due anni addietro. Anche il sonoro, seppur appropriato, non denota particolare originalità.
Mario Party 6, come la quasi totalità delle produzioni nintendiane, presenta un'interfaccia molto child oriented, che, sebbene non incida minimamente sul divertimento che ha da offrire, in certi frangenti è fin troppo marcata (emblematica un'espressione come "vascello monello"). E' sicuramente un titolo indicato per chi cerca un passatempo leggero a cui dedicarsi con gli amici, meglio se in quattro. Per il giocatore solitario invece, nonostante gli sforzi rivolti dalla Hudson per rendere interessante il singleplayer, la doverosa mancanza di profondità si rivela un'arma a doppio taglio, che inevitabilmente induce una perdita di interesse dopo aver provato almeno una volta ogni minigame. Nonostante alcune implementazioni felici, prima fra tutte il microfono, la dinamica di gioco non discosta da quella di Mario Party 5. Da un lato si rinnova una formula riuscita, con un'ondata di inediti minigames; dall'altro però ci si aspettava che le novità avessero portata più ampia e ardita, regalandoci un'esperienza meno legata ai canoni del passato.
7
Ancora Mario. E ancora party. L'idraulico più famoso del mondo inaugura un'altra festa delle sue sul Cubo, portandosi appresso l'inseparabile contingente di amici: dal cugino Luigi al nemico per eccellenza Bowser. E a tutti toccherà sfidarsi in giochini quantomeno bizzarri e strampalati, per stabilire il vincitore (o il più matto, fate voi). Tutto già visto? Forse, ma sfidiamo chiunque a trovare un altro gioco dove si possono impartire ordini ad uno Shy Guy con la propria voce, e guardarlo mentre li esegue! Il tutto, in un'atmosfera impregnata di citazioni storiche Nintendo. Che la festa abbia inizio! 


