Tiscali

Recensione Lost Sphear

Tokyo RPG Factory ripropone la formula del jRpG anni '90.
Daniele Mariani Di Daniele Mariani(23 gennaio 2018)

In principio erano gli anni '90: l'epoca d'oro dei jRpG, un cielo dall’offerta quasi infinita costellato da titoli ormai entrati nella storia. Dai canti del cigno delle console a 16-bit come Chrono Trigger e Terranigma fino agli esperimenti sui CD della prima Playstation come Arc the Lad, qualunque appassionato del genere ha nel proprio cuore uno o due titoli irrinunciabili provenienti da questo periodo -dove spesso il fantasy si mischiava alla fantascienza, i malvagi non erano più demoni o maghi malvagi ma alieni o pseudo-divinità egocentriche, e ogni titolo era una storia epica in primo luogo -e una o due meccaniche uniche e memorabili a farne da contorno.

Lost Sphear - Immagine 1

Spiegare il feeling di quell’epoca e di quel genere è indispensabile per riuscire a raccontare Lost Sphear, seconda fatica dei giapponesissimi Tokyo RPG Factory. Dopo I Am Setsuna, la filiale di Square Enix dedicata alla creazione di RpG “vecchio stile” porta su Playstation 4 e Nintendo Switch una esperienza composta in egual misura da nostalgia e poesia, in un continuo ammiccare ai tropi e alle atmosfere di un decennio che ha contribuito a plasmare e far esplodere un genere considerato allora di nicchia. Se il risultato sia una brutta copia o un sincero omaggio, scopriamolo assieme.

La storia di Lost Sphear inizia nel piccolo villaggio di Elgarthe, con un giovane protagonista orfano e amnesico, Tanaka, e la sua migliore amica d’infanzia, Lumina. Al ritorno da una gita fuori dalle mura in un giorno qualsiasi, Tanaka e Lumina trovano il proprio villaggio completamente svanito; ammantata di bianco e formata solo da vaghe forme attraverso una nebbia argentata, Elgarthe è divenuta “Persa” (Lost), lo stato che assume la materia quando privata di ricordi e significati. Sarà solo grazie ad un misterioso potere di Tanaka, quello di recuperare i ricordi e di re infonderli nella materia, che il villaggio e tutti i suoi abitanti riusciranno a tornare allo stato normale -un potere che già fa gola a molti, in un mondo in cui sempre più persone e intere regioni iniziano a diventare Persi seguendo un misterioso ciclo di distruzione e rinascita in qualche modo legato alla luna.

Lost Sphear - Immagine 2

Al gusto del giocatore è lasciato decidere quanto di questa storia sappia di già visto e quanto, invece, sia un hommage ad una delle decadi più belle della storia del gaming: imperi malvagi, tradimenti, agnizioni, morti, crisi di coscienza, loop temporali, siparietti comici -Lost Sphear non si fa mancare nulla, sempre sul filo del buon gusto fra cliché e strizzatine d’occhio verso una lista di titoli davvero troppo lunga da elencare. C’è una chiara e intelligente operazione dietro a ognuna di queste scelte, prima fra tutte quella di concentrare al massimo l’attenzione del giocatore su una storia lineare (anche grazie alla totale assenza di sidequest) e su un sistema di combattimento decisamente intuitivo e poco intricato.

Il combattimento è, sulla stessa riga di I Am Setsuna, pesantemente influenzato (qualcuno direbbe “derivato”) da titoli come Chrono Trigger: i mostri sono infatti sempre visibili durante la libera esplorazione di dungeon e fortezze, con il contatto (e a volte solo la vicinanza) a far scattare il posizionamento dei quattro personaggi in formazione e l’attivazione dell’ATB vero e proprio. Sempre da Chrono Trigger è preso un essenziale elemento strategico, dato che numerosi attacchi alleati e nemici sfrutteranno vari tipi di aree come coni, cerchi o linee; a differenza di Chrono Trigger, invece, in Lost Sphear è possibile avere pieno controllo del movimento dei personaggi e persino di cambiare membri del party durante ogni turno.

Due sole le caratteristiche originali del combat system di Lost Sphear, ovvero l’uso delle Vulcosuits ed il Momentum System. Le prime sono dei mini-mech da battaglia utilizzabili a piacere (con un occhio ad una barra del carburante condivisa fra tutto il party), il cui uso consiste fondamentalmente solo nello sblocco di nuovi attacchi o abilità dei vari personaggi (in modo non dissimile, ad esempio, dal Trance di Final Fantasy IX). Il Momentum System, invece, consiste nella possibilità di utilizzare alcuni “Momentum Points” acquisiti durante la battaglia (a seguito di colpi critici, uccisioni, o semplicemente turno dopo turno) per conferire a skill o semplici comandi di attacco dei potenziamenti (come una percentuale di critico migliorata o la capacità di abbassare le difese nemiche) già “equipaggiati” allo skill stesso prima del combattimento.

Lost Sphear - Immagine 3

Fuori dal combattimento, una delle più interessanti chicche di Lost Sphear (per quanto sempre relativamente minore e poco rilevante) è rappresentata dall’uso degli Artefatti, ovvero edifici posizionabili sulla mappa del mondo in zone predeterminate ed grado di riportare sostanza alle zone geografiche Perse: ogni tipo di artefatto è infatti collegato ad una determinata feature base dei classici jRpG (come il ripristino totale del party una volta raggiunto un save point, o la possibilità di vedere le barre degli HP nemici) o ad alcuni semplici potenziamenti in battaglia, lasciando al giocatore una certa libertà di scegliere quali potenziamenti o feature prediligere e di conseguenza influenzando in modo più o meno marcato l’esperienza di gioco durante gli scontri.

Lost Sphear, insomma, prosegue scorrevole lungo le sue 30-e-passa-ore pur non riuscendo a spiccare in nulla di particolare, volando leggero sopra tutta una serie di approssimazioni e piccole licenze che sicuramente stonerebbero in un prodotto meno manieristico e rivolto invece al grande pubblico. Il risultato, per quanto gradevole, è da collocarsi nel filone delle varie “operazioni nostalgia” degli ultimi anni: Lost Sphear sarà un titolo memorabile per i giocatori che, per età o passione, hanno già imparato ad apprezzare un’epoca ormai perduta; all’utente medio, a digiuno del genere o abituato a standard più moderni, è lasciato il rischio di dedicarsi o meno ad un titolo così di nicchia -dal quale uscire alternativamente annoiato o incuriosito.

Lost Sphear - Immagine 4

6,5
Nella sua nicchia e contestualizzato nel periodo & nel suo genere, Lost Sphear è un titolo che merita ogni attenzione: pur non riuscendo a spiccare per nulla di particolare e costruito su alcune caratteristiche alternativamente considerabili sia come pregi che come difetti, rimane un titolo godibile e il proverbiale risultato "migliore della somma delle parti".
voto grafica7
voto sonoro6
voto gameplay6
voto durata7