Tiscali

Recensione LocoRoco

Un benvenuto ai vocianti LocoRoco.
Antonio Norfo Di Antonio Norfo(15 giugno 2006)
LocoRoco segue concettualmente quella scia tracciata con successo da un titolo epocale come Yoshi's Island, da un canovaccio decennale come quello di Kirby (firmato Satoru Iwata) e da una serie sì più giovane ma non per questo irrilevante come Katamari Damacy (opera ingegnosa del geniale Keita Takahashi).
L'UMD ora in analisi si fregia in ultima istanza di una divertente e divertita colonna sonora, vanta un mondo che pare uscito dal più fantasioso ed onirico libro per l'infanzia ed annovera al suo interno buffi protagonisti ed ancor più buffi antagonisti.
LocoRoco - Immagine 1
Passaggi del genere richiedono giocoforza la rapida pressione di cerchio; così facendo si frammenta l'agglomerrato di LocoRoco.
LocoRoco - Immagine 2
I singoli LocoRoco possono infatti fondersi in un'unica entità (basterà premere un po' più a lungo cerchio).
LocoRoco - Immagine 3
I livelli “invernali” si caratterizzano per la loro pavimentazione scivolosa.
All'interno di un universo videoludico che troppo spesso ricerca il “cool” (o presunto tale) come meta grafica, l'anima “naif” di LocoRoco è in un certo senso sintomo di coraggio.
Ovviamente, e per fortuna, il titolo in questione (al pari delle serie Namco e Nintendo sopra menzionate) non eccelle solamente grazie alla sua cornice audiovisiva.
Anzitutto c'è un'idea vincente (certo non nuova ma applicata con efficienza): quella cioè di far inclinare (a destra e sinistra, per un massimo di 30°) il piano di appoggio dei LocoRoco.
Così facendo, in primo luogo, si faranno muovere questi vocianti “super eroi” (inizialmente gialli poi selezionabili fra più colorazioni -ce ne saranno infatti di rosa, blu, rosso, nero e verde-).
I nostri amici sono per lo più rotondeggianti, ma delle volte, con l'aiuto di apposite statue, possono mutare la propria forma assottigliandosi o diventando quadrati (il contatto con l'acqua li farà poi tornare allo stato originario).
La benefica varietà dei livelli, inoltre, è evidente tanto esteticamente quanto soprattutto ludicamente.
Si passa difatti da stilizzate foreste autunnali a tetre ambientazioni, da gommose superfici a lucenti e scivolosissime distese di ghiaccio, da aree in cui si è chiamati a spingere dei blocchi o a saltare su tappeti elastici ad altre in cui occorrerà zigzagare tra nemici ombra, corsi d'acqua, liane e punte acuminate.
LocoRoco - Immagine 4
Fra nemici-ombra, punte acuminate, liane fasulle e mostri che sbucano da sottoterra, le insidie decisamente non mancano.
LocoRoco - Immagine 5
Se ogni frutto rosso equivale ad un'unità LocoRoco in più, ogni attacco nemico apportato con successo equivale ad un'unità in meno.
LocoRoco - Immagine 6
Ciascun livello nasconde al suo interno un buon numero di segreti. E' questa una delle armi vincenti del gioco Sony.
I LocoRoco fanno dell'unione la propria forza: nel senso che la principale delle loro caratteristiche è proprio quella che li vede diventare un unico grande LocoRoco.
Mangiando appositi frutti rossi l'agglomerato di LocoRoco in questione aumenterà anzitutto di volume.
Ed una mole maggiore è utile, ad esempio, al fine di raggiungere con un balzo una postazione altrimenti troppo altolocata (per saltare si dovrà premere simultaneamente L e R); o, ancora, servirà per svegliare nuvole, soli e lune dormienti che richiedono, volta per volta, di avere con sé uno specificato numero (dieci, quindici ecc.) di piccoli LocoRoco (i quali si cimenteranno, in queste occasioni, in una performance canterina).
Con una rapida pressione di cerchio è poi possibile frammentare il “grande” LocoRoco.
Mansione, quest'ultima, basilare per infiltrarsi in stretti cunicoli, in ingranaggi ed in simili passaggi (dopodiché, per riunirli nuovamente in un'unica entità, basterà premere più a lungo cerchio).

Un po' puzzle-game, un po' più gioco di piattaforme: un “qualcosa” che mischia le carte dell'azione con quelle della ricerca dei bonus.
Etichettare un titolo con un genere o con una mistura di generi pare comunque sempre svilente ed a maggior ragione lo è quando davanti si ha un gioco così.
Un osservatore distratto bollerebbe l'operato SCE come semplicistico, non vedendo così la meticolosità con cui gli sviluppatori hanno voluto e saputo allocare i numerosi segreti.
Trovare tutto il trovabile richiede insomma tempo ed applicazione e dona in cambio assoluto divertimento.
Giunti al termine di ciascun livello viene indicato il tempo di completamento e lo “score” ottenuto, ma, volendo, sono entrambi elementi trascurabili (aldilà della modalità principale è possibile inoltre accedere ad alcuni marginali minigiochi ed è possibile, altresì, arredare la Loco House con taluni item raccolti durante l'esplorazione).
Troppo potente è il richiamo dei bonus, troppa l'ambizione di completare al cento per cento ciascun mondo.
Provateci, ci farete sapere.
LocoRoco - Immagine 7
La statua sulla destra consente ai LocoRoco di mutare temporaneamente forma rispetto a quella originaria.
LocoRoco - Immagine 8
Soli, lune e nuvole dormienti richiederanno ai nostri di essere in buon numero e di cimentarsi in un coro-sveglia.
LocoRoco - Immagine 9
Il gioco richiede in alcuni passaggi una rapida, ma non per questo sterile, riflessione.
8,5
LocoRoco ha le potenzialità per intrattenere qual che sia fruitore. Dal giocatore che va alla ricerca della perfezione (trovando, o per lo meno provandoci, tutto il trovabile all'interno di ciascun livello), a quello che si accontenta di una rapida sessione videoludica. LocoRoco, molto semplicemente, sa divertire.
voto grafica9
voto sonoro9
voto gameplay8,5
voto durata8,5
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