Lo scarso numero di brand che escono fuori dal coro o che, quantomeno, provano a farlo, sono da sempre una delle maggiori spine nel fianco del panorama dei videogame. Uno dei principali impegni di Sony in questa generazione è stato quello di lanciare nuovi marchi pronti non solo a soddisfare sul piano della qualità, ma anche su quello della novità. Uno dei simboli di questo piacevolissimo trend è decisamente LittleBigPlanet, geniale platform che ha saputo fare della sua simpatia e di una modalità di editor tanto malleabile quanto potente il suo principale pregio. Migliaia e migliaia sono stati coloro che hanno saputo apprezzare il gioco e lo hanno dotato essi stessi di una vera e propria linfa vitale, passando ore a creare nuovi livelli giocabili da scambiare e confrontare con utenti di ogni angolo del globo.Come è già capitato per molte altre serie, è arrivato il momento anche per LittleBigPlanet di farsi piccolo piccolo ed entrare nelle nostre tasche, il tutto tramite PSP, console portatile che, di mese in mese, sta dimostrando di concentrare i propri sforzi sia nel proporre giochi appositamente creati per sfruttarne le peculiarità che nell'ospitare porting di lusso. I creatori della saga, i Media Molecule, sono stati affiancati per l'occasione dagli studi Sony di Cambridge, in modo da riuscire a rimpicciolire questo incredibile gioco “fai da te” senza perderne per strada bellezza e peculiarità.
LittleBigPlanet è dunque un titolo che deve tantissimo al suo fratello maggiore, sebbene non ne sia una semplice fotocopia. Con impostazione empre platform e sempre votato a dare sfogo alla fantasia del giocatore, gli sviluppatori ci mettono nuovamente al comando del Sackboy, uno dei personaggi più simpatici e customizzabili mai visti in un videogame. Per chi si fosse perso l'episodio-genesi, questo simil-bambolotto può essere vestito e colorato in ogni modo e maniera, rendendo praticamente infinite le combinazioni con cui addobbarlo. Va da se che, oltre a voler portare avanti il gioco, sarete costantemente spronati ad agghindare il vostro protagonista in maniera sempre nuova, vista la grandissima quantità di elementi che troverete nei vari livelli, ma cerchiamo di andare con ordine...
...In una piccola grande console!
Come era naturale attendersi, la nuova incarnazione di LittleBigPlanet vive perennemente in bilico tra le sue due anime; quella offline e quella online. Se nella prima giocheremo a ciò che potrebbe sembrare un semplice (seppure ben fatto) platform, nella seconda entreremo giocoforza a far parte della internet-community che ormai è fermamente presente nei piani di Sony. Giocando da soli affronteremo una serie di livelli in stile abbastanza tradizionale tra salti, bonus da raccogliere e pericoli da evitare. Sebbene sia sin da subito chiaro quanti poligoni siano andati persi nel downgrade necessario al passaggio da PlayStation 3 a PSP, sarebbe davvero fuori luogo lamentarsi della resa che fa bella mostra di se sul nostro piccolo schermo. In mezzo ad un sapientissimo level desing (molto spesso persino più accattivante di quello originale) il nostro Sackboy corre e si muove che è un piacere, interagendo con tantissimi elementi (catapulte, dondoli, casse e quant'altro) senza mostrare la minima incertezza, confermando così la bontà del lavoro svolto.
Nonostante la precedente esperienza con l'episodio su PS3, ci siamo soffermati con piacere a visitare tutti i livelli disponibili che, ancora una volta, hanno denotato un'ottima vena creativa di chi è stato in cabina di regia, alternando sezioni più tradizionali a situazioni in bilico tra il bizzarro e la genialità. E se la grafica offre un ottimo mix di leggerezza e piacevoli scelte cromatica condite da ottime animazioni, ci farà nuovamente da guida la voce fuoricampo già sentita in passato, assieme ad effetti sonori e musiche non certo trascendentali, ma più che adatte alla situazione. Fluido, mai scontato, divertente e persino longevo, visto il gran numero di livelli a disposizione (una trentina) in cui spiccano anche alcuni giochi d'abilità e enigmi più o meno semplici. Un discreto biglietto da visita per il single player di un prodotto che punta a dar vita ad una community online!
Ed è proprio per il supporto alla grande rete che gli sviluppatori hanno palesemente lavorato maggiormente. In primo luogo è d'obbligo parlare dell'editor di livelli che, ricordando i congeniti limiti dell'hardware a disposizione, non fa affatto una cattiva figura, quantomeno per quanto riguardano le possibilità offerte. Volendoci mettere nei panni de un architetto videoludico potremo costruire praticamente qualsiasi cosa la fantasia ci consiglierà, grazie alle tantissime opzioni messeci a disposizione. Una volta dato sfogo ai parti della nostra mente potremo (avendo a disposizione un access point) entrare in questa nuova community di LBP e mettere la nostra creazione a disposizione di tutti gli altri giocatori che avranno comprato il titolo. Parimenti potremo scaricare quanto concepito dagli altri, cercando di battere record e, in base alla nostra soddisfazione, lasciando un voto a mostrare il nostro gradimento.
Questione di pulsanti
Purtroppo, per quanto l'arte di programmare possa riuscire ad adattare un concept alle capacità di una console, non sempre è possibile sopperire alle mancanze dei controlli che un passaggio di piattaforma può porre come ostacolo sulla strada verso il successo. Sebbene affrontando le parti giocate non si noti quasi nessun problema (forse talvolta la fisica sembra essere non precisissima, ma la cosa si limita ad alcune occasioni), mettendo mano all'editor viene meno quel feeling che il gioco riusciva a generare su PlayStation 3. Le tantissime cose da gestire cozzano inesorabilmente con alcuni limiti di PSP e, principalmente, l'assenza di una seconda leva analogia pesa come un masso. L'editor esce quindi fuori ridimensionato non tanto per le sue reali capacità, ma per l'oggettivo problema a sfruttarlo pienamente se non impiegando tantissimo di tempo anche nella creazione dei livelli più semplici.
Se pensiamo a quanto Sony abbia scommesso sulla community da formarsi attorno a LittleBigPlanet, capiamo facilmente il rischio che il gioco potrebbe correre, visto che non sarà da tutti mettersi di buona volontà per padroneggiare la situazione. Il tutto poi si scontra persino con l'idea di “console portatile”che, nella testa di molti, dovrebbe essere indirizzata più alle partite veloci rispetto a lunghe sessioni di ragionamento. Un vero peccato, perché gli strumenti a disposizione sono realmente pregevoli (è anche possibile vedere una pagina con tutto quello che avremo fatto durante le nostre connessioni ai canali online del gioco), ma poco si può contro simili limiti strutturali. Per alleggerire il lavoro della cpu della piattaforma è stato anche eliminato il gioco in multiplayer, decisione che sposta ancora di più l'ago della bilancia sulla riuscita dell'editor.
Certo, anche preso unicamente per per la componente offline, LittleBigPlanet è un prodotto piacevole, ma se le potenzialità online avessero avuto una fruibilità maggiore ci saremmo trovati davanti ad un prodotto ben più interessante. Media Molecule e gli SCEE Cambrigde hanno sicuramente portato a termine un lavoro di tutto rispetto che potrà farvi divertire per giorni e giorni, vista la carne messa al fuoco. Decine e decine di oggetti da sbloccare e reperire tra una piattaforma e l'altra e un comparto tecnico di tutto rispetto, soprattutto in paragone all'omologo su PlayStation 3, non sono assolutamente da buttare, ma difficilmente i giocatori saranno disposti a scendere a patti con la difficoltà di creazione dei livelli, soprattutto se già possessori del capitolo “maggiore”. Facciamo i complimenti al nuovo prodotto Sony e attendiamo di capire quanti sapranno scendere a patti con un sistema non perfetto e capace di richiedere un grande impegno (e pazienza, tanta pazienza) ai giocatori. In ogni caso, in questa piccola console, si è riusciti a riportare un mondo estremamente grande e affascinante, forse un po' troppo “nascosto” nel suo stesso abito e quindi per questo capace di dare il meglio di se solo ai più costanti e perseveranti.
8
Che negli studi di Cambridge si sapesse lavorare come Sony comanda, non lo scopriamo certo oggi, ma che si riuscisse a traslare il mondo di LittleBigPlanet così perfettamente su PSP è una piacevolissima sorpresa. Ridotte al minimo indispensabili le tarpature causate dall'abbassamento di hardware, ci viene servito su un vassoio d'argento quello che si propone come prodotto tra i migliori nel campo del platform. Godibile nel più puro dei single-mode e un po' meno in fase di editor (davvero impressionante, ma di non facile fruizione), il gioco risente solo della mancanza di un multiplayer e nelle congenite problematiche di PSP dal punto di vista dei controlli. Bene, bravi, bis. Molto però dipenderà dalla community ( e dalla sua pazienza nell'usare l'editor...) che si formerà attorno al titolo...



