Fin dalle prime battute (eccezion fatta per rare occasioni), il gioco mostrerà un'aurea di già visto...
Il percorso seguito da Zeus per la sua vendetta fu tortuoso e calcolato. Per punire l'uomo per il dono che era stato dato contro la sua volontà, Zeus rovesciò sulla Creazione un "bel male". Dalla sua mente (uno zinzino bacata,ndAleNet) nacque di conseguenza Pandora, una donna alla quale la Divinità infuse molte caratteristiche e capacità umane, compresa una bruciante curiosità .... Quando il fratello di Prometeo, Epimeteo, vide Pandora, se ne innamorò immediatamente. Prometeo avvisò il fratello di starle lontano, ma Epimeteo, essendo il più sciocco (nonchè il più innamorato dei due fratelli) decise seduta stante di sposare la seducente creatura. Quindi, accecato dalla bellezza di Pandora, fu proprio Epimeteo che quasi non si accorse della strana scatola che ella aveva portato nella loro casa. Si trattava di un regalo da Zeus, il quale recava un preciso monito: NON aprire.
I giorni passavano sereni, ma la bruciante curiosità di Pandora la portava costantemente ad avvicinarsi alla scatola e a desiderare febbrilmente di scoprire cosa si celasse al suo interno.Pandora lottava contro tutti i suoi istinti,ma l'innato desiderio di sapere instillato dentro di lei da Zeus la faceva vivere in uno stato di perenne angoscia. Poi un giorno, cominciò a sentire, quasi impercettibilmente, morbide voci provenienti dall'interno dell'artefatto proibito. Voci melodiose, a volte supplichevoli, che la imploravano di aprire la scatola. Così, alla fine, Pandora aprì il mitico vaso e da esso, uscirono tutti i Mali del genere umano, rovesciandosi sul mondo. Pandora richiuse la scatola, ma era troppo tardi...
L'ultimo capitolo nella storia del vaso di Pandora deve però essere ancora scritto, e saremo noi,nei panni di Charles Deckard, un ladro di operte d'arte, a riportare ordine in un mondo che pare destinato alla rovina : il nostro.
Situato nello scantinato polveroso di un museo di New York, recuperato dalle profondità del mare, si trova oggi uno dei manufatti più famosi della mitologia: il vaso di Pandora. Sigillate da tempo immemorabile al suo interno, vi sono creature che gli uomini hanno sempre ritenuto mero frutto della fantasia, di miti creati dai nostri antenati. Dentro il vaso, esse hanno atteso pazientemente, una possibilità di fuga per cercare vendetta sugli Uomini. Il caso vuole che proprio noi apriremo di nuovo il vaso di Pandora, rovesciando i suoi rutilanti orrori per il mondo...e dovendo poi, per rimanere in tema, sudare le proverbiali sette camicie per riportare ordine nel caos!
Questa è, a grandi linee, la trama che si cela dietro al gioco ora sugli scaffali, patrocinato,come già anticipato, da Atari. Noi di Gamesurf abbiamo messo le mani sulla versione compelta e, in verità, le impressioni che abbiamo avuto a suo tempo, tanto quelle negative (molte) che quelle positive (poche) sono rimaste pressochè immutate. Fin dal prime battute, purtroppo, il titolo in questione vanta un comparto video "datato" e iniquamente pretenzioso: l'aura di già visto che ricopre tutti i poligoni e le texture ricorda giochi usciti un paio d'anni fa, ma con tutte le pretese hardware dei nuovi prodotti.
Pensare, però, che l'idea di fondo è più che buona: il protagonista (ladrone!) che si ritrova trafitto da un aculeo che gli infonde misteriosi poteri; la capacità di assorbire le anime dei nemici uccisi. Mostri a profusione, grifoni, golem, una città nel caos. Anche sul fronte delle armi, i programmatori si sono profusi in una certa varietà, fra pistole, fucili, asce, bombe e chi più ne ha...peccato però che anche l'appeal con le armi stesse non sia esattamente il top della gamma. Sono stati inseriti, per variare un pò un gameplay che stenta non poco a decollare, alcuni enigmi quali "trova il pulsante per aprire la porta" o cosucce similari ma che risultano più un tedio che un divertimento. Anche l'interazione ambientale è minima, limitandosi de facto al solo "usa l'idrante per uccidere il mostro di lava", e altri piccoli casi analoghi.
Con la nostra macchina di test, equipaggiata con un Intel Quad Core, 3 GB di Ram e una 9800 Gx2, abbiamo potuto giocare a 1024*768 punti, con i dettagli impostati al valore "medio". Anche così, ci siamo imbattuti in pesantissimi scatti (fino al completo "freeze" del gioco) in molte, troppe situazioni. Le poche opzioni video nonchè il sistema di controllo dei menù, tradisce immediatamente la natura multipiattaforma di Legendary, il quale, probabilmente, darà il suo meglio proprio sulle console. Il doppiaggio in Italiano,che ci era è sembrato buono in fase di anteprima, è in realtà privo di passione (sia pur senza svarioni). Le musiche, rullanti e sempre pronte a sottolineare i momenti di caos, sono gradevoli ma ripetitive.
La struttura di questo classico FPS ricalca più o meno gli stilemi del genere a cui appartiene: si entra in un'area, la si ripulisce da tutti i nemici e poi si passa all'area successiva, senza possibilità di variare minimamente il percorso stabilito per noi dai programmatori. Ci si troverà, quindi, in immense arene piene di avversari più o meno intelligenti e, solo dopo averli uccisi tutti, accadrà qualcosa che sbloccherà il percorso e ci farà andare avanti.
Questo,ahinoi,è davvero tutto,per un gioco che,probabilmente,non farà parlare di se molto a lungo.Il che,lo ripetiamo,è davvero un peccato,perchè l'idea di fondo era davvero buona.
5,5
Un titolo modesto, che troverà il suo Nexus negli appassionati di giochi che mischiano un po' di tutto,senza avere un'anima propria...interessante come idea, certo, ma comunque insufficiente. Peccato.



