Il problema è che tali regali non solo hanno prezzi altissimi (ad esempio 250.000 dollari per un profumo) ma se acquisteremo più volte uno stesso item, il prezzo di quest'ultimo salirà alle stelle. L'esempio più eclatante è il pacchetto di gomme (gran regalo) che al primo acquisto viene 10 dollari, e già al secondo diecimila! L'inflazione non scherza, ma per dei killer strapagati come noi il conto non è un problema.
Ovviamente una delle caratteristiche salienti di Killer is Dead è l'aspetto visivo molto ricercato e affascinante. Lo stile grafico ed il design dei personaggi sono di ottimo livello, così come gli effetti cel-shading con tanto di bump mapping e “dithering” sulle sfumature, ma purtroppo ci sono anche evidenti problemi di aliasing e soprattutto di tearing, con pixel molto visibili e l'immagine che si spezzetta allegramente quando ruotiamo la visuale. Il gioco gira fluidamente senza incertezze, anche in virtù della bassa complessità degli ambienti, ma la realizzazione tecnica poteva essere più curata; fortunatamente nel pieno dell'azione i difetti tecnici passano in secondo piano e presto non ci si fa più caso.
Questo connubio di design vincente e tecnica fallimentare ci ha ricordato da vicino Killer 7, ma soprattutto il controverso El Shaddai uscito un paio di anni fa, dal quale stranamente Killer is Dead sembra ispirarsi per il design di alcune armature e trasformazioni visibili verso la fine del gioco. Per quanto riguarda il sonoro, le musiche di Akira Yamaoka non sono particolarmente incisive ma risultano estremamente varie, alternando jazz, rock, pop e musica orchestrale. Il tutto è condito da momenti disarmonici o dissonanti che amplificano il senso di onirica stranezza trasmesso dal gioco. I criptici e surreali dialoghi sono ben doppiati in inglese, accompagnati da buoni sottotitoli in italiano. Per la gioia dei puristi, è anche possibile scegliere di ascoltare le voci originali in giapponese, che come al solito alternano l'enfasi esagerata dei personaggi maschili alle vocine svampite o seducenti di quelli femminili.
Un'ultima nota per il DLC incluso in tutte le edizioni del gioco, sia la Limited (che di fatto è quella regolare) che la Fan Edition (la quale contiene anche poster, artbook e colonna sonora). Tale pacchetto aggiuntivo, denominato Smooth Operator, contiene una lunga missione extra a tema horror, due sub-missions, alcune sfide arena da sbloccare, una nuova ragazza da conquistare (la mordace Betty) un paio di costumi discinti per le colleghe di Mondo e -udite udite- degli speciali occhiali a raggi X che consentono di sapere qual è il regalo giusto.. e di sbirciare la lingerie delle ragazze durante le sezioni playboy. L'impressione è che tutti questi contenuti erano studiati per essere già inclusi e scoperti nel gioco base, infatti sono già presenti su disco (vanno solo “sbloccati” col file scaricabile da pochissimi kbytes). Di fatto è un espediente messo al posto dell'online-pass, per frenare il mercato dell'usato, pratica piuttosto comune negli ultimi tempi. A rafforzare questa tesi, la missione extra sembra estrapolata di peso da metà gioco, infatti incontriamo dei nemici già visti in missioni avanzate (i demoni-vampiri), che hanno palesemente origine qui; inoltre vediamo il personaggio di Bryan quando “non aveva ancora speso tutti i suoi soldi” (no spoiler) ed un certo strano amico di Mondo farà riferimento ad una futura rivelazione, che però chi ha finito il gioco già conosce.
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La nuova creatura di Suda51 è una sintesi di Killer7 e No More Heroes: dal primo prende lo stile grafico e narrativo tanto criptico quanto affascinante, mentre dal secondo mutua la struttura di gioco, ora ulteriormente affinata e matura. Un'opera complessa, dove la follia senza freni della messa in scena pare inizialmente non avere alcun senso logico, ma addentrandosi in questo strano mondo pseudo-futuribile si inizia scorgere un disegno ben preciso. Anche il gameplay svela lentamente le sue carte: il combat-system inizialmente limitato si evolve in fretta diventando tecnico ed appagante, un notevole passo avanti rispetto ai due No More Heroes. Ovviamente la parte del leone la fanno i boss, estremamente diversi tra loro e davvero divertenti da affrontare. A condire le 12 missioni abbiamo diverse side-missions, sfide arena e fasi “playboy” che aggiungono varietà e divertimento al tutto. Peccato per la realizzazione tecnica non eccelsa (con tearing e aliasing), che frena l'eccellente design visivo. Ma questo non basterà certo a fermare chi è in cerca di una delle opere più folli e affascinanti del geniale Goichi Suda.



