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Recensione Jurassic World

Il parco apre nuovamente i battenti..e noi siamo andati a visitarlo!
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(10 giugno 2015)
Sono passati tredici lunghissimi anni, prima di vedere nuovamente i dinosauri sul grande schermo. Il “brand giurassico” più amato di sempre, torna in questo quarto capitolo e ci riporta dove tutto è cominciato: sull'isola Nublar, in Costa Rica.

Dopo una serie di speciali che ci hanno accompagnato a questa recensione, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio definitivo. Dopo esserci lasciati con un terzo capitolo decisamente opaco, in Jurassic World i nostri amati dinosauri saranno tornati a ruggire? Scopriamolo insieme!
Jurassic World
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Una serie…geneticamente modificata!

In Jurassic World, ci troviamo nuovamente sull'isola Nublar, teatro della strage che si è consumata nel primo, storico, lungometraggio. Sono passati ventidue anni e le cose sono profondamente cambiate. La InGen non ha più il controllo e la Masrani Corporation gestisce il parco con una visione tuttavia molto vicina a quella del vecchio e visionario John Hammond.

Il nuovo proprietario, Simon Masrani (Irrfan Khan), riesce nel difficile obiettivo di riaprire il parco ai visitatori, creando un vero e proprio polo d'attrazione giurassico. Purtroppo però, a dieci anni dall'apertura, le visite iniziano a calare. I dinosauri non sono più una “novità”. Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) responsabile del parco, ed Henry Wu (B.D.Wong) capo della ricerca scientifica, decidono così di spingersi oltre, creando il primo esemplare di dinosauro geneticamente modificato, mischiando tra loro DNA di animali diversi.

Il nome di questo animale è Indominus Rex, e a distanza di poche settimane dalla sua presentazione al pubblico del parco, viene chiesto all'ex militare Owen Grady (Chris Pratt) di fare un controllo di qualità sulla gabbia all'interno del quale si trova il dinosauro. Come prevedibile le cose non andranno bene, e il mostro creato in laboratorio, si troverà libero di muoversi su tutta l'isola. L'inizio di una nuova catastrofe per l'Isla Nublar…
Al di là delle discussioni nate sul plot, possiamo dire dopo la visione di Jurassic World, che ci sentiamo un pò presi in giro.

Dello spirito dei precedenti Jurassic Park è davvero poco. Si è vero, abbiamo un parco (con addirittura la porta originale del primo) e qualche nuova specie ad animarne le attività - su tutti l'imponente Mosasaurus, mostro marino protagonista di un'attrazione del parco - ma quello che il regista di San Francisco tenta di fare, è immergere la serie all'interno di un contesto che ci dà la sensazione di non riuscire a digerire completamente.

L'indominus Rex ruba letteralmente la scena a quasi tutte le altre specie, lasciandoci un minutaggio degli altri esemplari probabilmente tra i più bassi di tutti e quattro i film. Inoltre, il regista scherza con il fuoco - passateci il termine - inserendo qua e là diversi fan service (ovviamente non vi sveliamo quali) che rimandano a scene, strumenti e location del primo film. Più che citazioni, ci sono sembrate dei piccoli contentini dati da regia e sceneggiatura, per giustificare la presenza in sala dei fan di vecchia data.

Non ci ha convinto nemmeno l'utilizzo smodato della CGI che a differenza di quanto visto in passato, e nonostante i netti avanzamenti tecnologici, rende i dinosauri portati sul grande schermo troppo artificiali. A conferma di quanto sosteniamo, ci vengono incontro le poche scene in cui l'uso degli animatronics non si percepisce solo in termini visivi, ma anche fisici, creando uno stacco netto e fastidioso con gli altri modelli creati al computer.
Inoltre in alcuni momenti ci sono proprio degli errori di inquadratura che danno una prospettiva totalmente irreale a quello che stiamo guardando, sintomo anche questo, di una situazione che probabilmente è sfuggita di mano in fase di post produzione.

Tuttavia, provando per un secondo a dimenticarci delle origini di questo brand - impossibile visti i tantissimi riferimenti al primo film in particolare, ma proviamoci! - Jurassic World non funziona benissimo neanche come mero film di azione e avventura. Le due ore di visione scorrono piatte e senza mordente, mentre la scena finale ha un epilogo tragicomico che nell'economia di come si è deciso di costruire l'Indominus Rex sembra quasi sminuire tutto il lavoro fatto dall'inizio del film. Ci introducono la mimetizzazione, il controllo del calore corporeo e altri elementi che a conti fatti non verranno poi quasi mai realmente utilizzati.

Parlare dell'I-Rex vuol dire mettere a nudo tutti i limiti di una pellicola che probabilmente per cercare di piacere alle nuove generazioni, ed allo stesso tempo non scontentare i fan storici della saga, non riesce a prendere una direzione precisa. Avremmo apprezzato di più in questo senso un taglio netto con il passato.

Chiudiamo salvando tre elementi del cast e della produzione: Chris Pratt che riesce a dare sostanza e credibilità ad un personaggio senza il minimo spessore emotivo, a differenza di una impacciata Bryce Dallas Howard, l'ottima fotografia di John Schwartzman e il sontuoso arrangiamento musicale di Michael Giacchino.

Tirando quindi le somme non possiamo proprio promuovere questo Jurassic World. Pur non mancando qualche elemento in grado di divertire - le battute del personaggio interpretato da Jake Johnson siamo sicuri verranno particolarmente apprezzate - la pellicola non riesce a essere incisiva, a causa di scelte confuse e una regia che non è in grado di mostrare qualcosa di veramente nuovo, ma preferisce affidare i famosi twist ed effetti Wow unicamente alle citazioni del passato.

Riprendendo e facendo nostra una battuta detta all'interno della pellicola, ci viene quasi da pensare che ormai, non ci sia davvero più lo stupore nel vedere un dinosauro, e Jurassic World, ahinoi, non sembra essere l'eccezione…
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Jurassic World fallisce nell'intento di riportare in auge una saga che a distanza di tredici anni dalla sua ultima apparizione, poteva ancora dire la sua all'interno del panorama cinematografico. La causa di questo fallimento è da imputare ad una serie di scelte narrative ed emotive che non riescono a dare una precisa identità a quello che stiamo guardando, lasciando quella brutta sensazione di insoddisfazione una volta arrivati ai titoli di coda. Un vero peccato.