In effetti non c'è da stupirsene. Da piccola nicchia di mercato, quella dei titoli racing con questi denominatori è diventata ormai una categoria molto estesa e popolosa. A tal punto che, se non un titolo racing ogni due, almeno uno ogni tre è costituito da queste caratteristiche.
L' esponente più celebre di questa categoria rimane sicuramente Need For Speed, saga che però quest'anno ha abbandonato gli scenari cittadini notturni per darsi alle gare alla luce del sole.
Juiced 2: Hot Import Nights è invece una serie che, come suggerisce il titolo, è solo al secondo episodio.
Il primo proruppe sulla scena e fu accolto tiepidamente, per via della sovrabbondanza di giochi simili che si erano già resi disponibili sul mercato, tuttavia si trattò di un esordio di tutto rispetto, sia tecnicamente che in quanto a gameplay, dato che presentava novità interessanti.
Buona parte di tali novità è stata riproposta in questo seguito dedicato alle console next-gen, come per affermare le caratteristiche salienti del proprio brand.
Una caratteristica particolare che distingue Juiced 2 da altri titoli simili sono le scommesse sulle gare. Le scommesse sono un attributo già presente in altri videogiochi (Test Drive ad esempio) ma qui rappresentano il perno centrale a cui ruota attorno un po' tutto il gioco e non una componente marginale.
Queste possono riguardare le singole sfide contro gli avversari (quindi “scommetto che ti batto) oppure le puntate possono essere fatte sotto il ruolo dell'osservatore, il che significa che si può assistere alle gare senza parteciparvi direttamente, scommettendo su uno o più corridori, cercando ovviamente di individuare il vincitore.
Per non rendere noiosa, e quindi immediatamente accantonabile, questa parte si è deciso di renderla in qualche modo interattiva. Come esattamente? Permettendo al giocatore di influenzare la gara incitando o fischiando i piloti. Ovviamente si presume che vorremo incitare il pilota su cui abbiamo scommesso, riempiendogli così la barra del turbo, e fischiare i suoi diretti avversari, togliendogli così l'eventuale turbo sin lì accumulato e inducendoli a piccoli errori, utili ad agevolare le manovre di sorpasso del nostro assistito.
Ovviamente ciò non restituisce che una minima percentuale del divertimento che invece si prova correndo in prima persona, ma può essere uno strumento che, se utilizzato con cognizione di causa, permette di fare soldi molto più in fretta rispetto alle gare da noi condotte, dove gli importi delle scommesse sono nettamente più bassi.
Fanno eccezione le gare dove possono essere posti come posta i libretti di circolazione delle vetture. Si tratta di un altro aspetto che ha introdotto Juiced e che presenta un livello di emozionalità molto forte, dato che una volta scommesso non si può tornare indietro: se si perde la competizione si perde l'auto, non ci sono opzioni di riavvio o trucchetti rudimentali, come lo spegnere la console poco prima della conclusione della gara, che contino.
Queste gare rappresentano quindi un'opportunità molto appetibile ma anche molto rischiosa, ecco perché tra tutte le competizioni queste sono sicuramente quelle con il tasso di adrenalina più elevato.
Ma non soffermiamoci solamente alle scommesse, andiamo oltre ed esaminiamo tutte le tipologie di gara disponibili.
Beh, qui l'originalità un po' si esaurisce. Si trovano infatti discipline tra le più tipiche di questo genere: dalle gare di sbandata a quelle contro il cronometro, dalle gare semplici (vince chi arriva primo) a quelle ad eliminazione (ad ogni giro viene eliminato l'ultimo).
A queste si aggiungono però degli obiettivi, conseguibili liberamente in diversi eventi.
Si parla di intimidire certi avversari (ebbene si, hanno copiato l'idea già presente in SCAR), di vincere determinate somme con le scommesse, di arrivare primi ma con un certo distacco, di conseguire tot punti derapata etc.
Il conseguimento di un certo numero di questi obiettivi consente di passare alla categoria di auto e competizioni successiva.
Visto che ci siamo parliamo delle protagoniste del gioco: le auto appunto.
Sono presenti diverse marche, dalle classiche sportive giapponesi alle immancabili “muscle” americane, sino a qualche marchio buon nome europeo come Audi, Volkswagen, Ascari e persino Fiat.
La realizzazione di queste non è particolarmente curata, tale da fare gridare al miracolo, ma nemmeno orribile. Diciamo sufficiente a non rendersi detestabile.
Le modifiche estetiche spaziano per le diverse componenti, per le vernici, e i disegni o gli sponsor applicabili sul corpo vettura. La quantità e varietà di questi è discreta.
Per quanto riguarda invece le modifiche prestazionali avremo accesso a dei pacchetti prestabiliti, raggruppati per categoria (potenza, maneggevolezza, peso) e non ai singoli pezzi montabili come di solito si intendono le turbine, le marmitte, i chip, i freni e via dicendo.
I pacchetti più potenti vanno di volta in volta (ad ogni nuovo salto di categoria) sbloccati vincendo delle sfide predeterminate.
Passando invece al modello di guida c'è poco di che rallegrarsi.
Scartata l'ipotesi di una qualsiasi attinenza alla realtà ci si trova a fare i conti con un modello fisico tra il surreale e l'inconsistente, con le auto sin troppo leggere e “gommose”. Pian piano ci si fa il callo e si percepisce che se si entra in piena ottica arcade tutto sommato anche questo Juiced 2 si lascia giocare, e presenta una sensibilità ai controlli su cui macinare chilometri.
Proprio quando ci si comincia a levare le prime soddisfazioni e ci si diverte cimentandosi nelle competizioni e barcamenandosi tra scommesse e modifiche all'auto, ecco che salta subito all'occhio l'eterno odioso problema. Quella piaga che solo certi sviluppatori si prefiggono di sconfiggere, ma che invece in molti abbracciano, attratti dal facile risultato con il minimo sforzo.
Stiamo parlando del famigerato “effetto elastico”, ovvero quella routine che imposta l'IA come estremamente lobotomizzata fin tanto che la vostra prestazione è scarsa, per poi trasformarla nel pilota (e auto) impeccabile quando voi siete in prima posizione.
Qui l'effetto elastico non è clamoroso, se non in alcune gare o situazioni, ma in ogni caso si fa sentire e noi che siamo per un ispessimento dell'IA invece che non per questo tipo di ricorso alle soluzioni facili non possiamo che dissociarci ancora una volta da questa scelta.
Nel complesso comunque il gameplay risulta discreto, accattivante per coloro che prediligono le dinamiche arcade poco complesse, a patto che non si aspettino nemmeno alla lontana un PGR.
Il comparto tecnico invece è appena sufficiente. Oltre alla realizzazione mediocre delle vetture a cui abbiamo accennato poco sopra, anche il resto dello scenario segue l'andazzo quasi pedissequamente. Qualche struttura è curata e ben riproposta, e fa piacere constatare che si sia seguita una certa toponomastica nel riprodurre le città con i loro monumenti. Ma la qualità delle texture, la profondità visiva e la fluidità molto instabile non sono all'altezza delle produzioni più recenti. Il sonoro dal canto suo non eccelle per gli effetti, mentre è nella norma per una tracklist piuttosto convenzionale e per un parlato ben tradotto ma sin troppo ridondante.
Il Live potrebbe rappresentare l'ancora di salvezza, dato che la carriera è affrontabile tanto offline che ondine, con tutte le conseguenze interessanti del caso, scommesse comprese.
Peccato che la community di Juiced sia pressoché inesistente, a tal punto che durante le nostre prove non siamo riusciti ad avviare nemmeno una partita se non mettendosi d'accordo a distanza.
Quindi se aveste una manciata di amici con i quali condividere l'esperienza la cosa potrebbe farsi divertente, ma così autonomamente sarà dura avere qualche opportunità di trovare qualcuno disponibile per delle gare on-line.
Tirando le somme Juiced 2 si può definire un gioco appena sufficiente. Non introduce nulla ma, se si ama il genere, è in grado di regalare quel periodo di divertimento, senza particolari infamie né lodi, ma che scivola via facendosi giocare senza troppi intoppi. A patto che non abbiate alcun altro racing game a cui dedicarvi.
6
Juiced 2 non è capace di rinverdire i fasti del pur discreto esordio. Non ci si è dati da fare né dal punto di vista dell'innovazione né dal punto di vista tecnico, con il risultato che risulta difficile trovare particolari motivazioni per procurarselo se non dopo aver giocato buona parte del parco titoli racing per 360. Gli amanti del genere “tuning” tuttavia potrebbero trovare in questo titolo un'altra consistente manciata di chilometri da divorare, a patto di saper digerire un sistema di controllo a dir poco arcade. Il titolo quando ci si prende la mano prende, ma il tempo di accorgersi dell'odioso effetto elastico e si torna a sbuffare, masticando amaro pur continuando a scommettere gara su gara nel tentativo di finire il gioco con il minor sforzo possibile.



