JMM è un gioco che, dispiace doverlo ammettere, appartiene di diritto alla seconda categoria. Andiamo però ad esaminare i motivi che rendono il suddetto titolo un'appartenente alla seconda categoria sopra citata.
Nelle prime partite fatte a questo titolo si è visto di tutto:
1. collisioni aeree, tra moto ravvicinate, al limite dell'inimmaginabile, che provocano una tremenda frustrazione e sublimano in una tristezza generalizzata;
2. collisioni contro le barriere di sicurezza improponibili: con capriola o a scoppio ritardato con prima fase di blocco istantaneo e, due, tre secondi dopo, il volo;
3. l'indicatore del senso di marcia che impazzisce e segnala, nel percorso corretto, direzione sbagliata o fuoripista.
Aggiungete il fatto che la presenza di questi bug è all'ordine del giorno ed eccovi quindi il quadro completo della situazione.
Il motore grafico del gioco pur non essendo eccessivamente lento e brutto fa riscontrare la presenza di numerosi errori e pecche. I modelli tridimensionali non sono malvagi anche se la console nera di casa Sony ci ha abituato a ben altro e la realizzazione dei piloti e dei mezzi è un elemento che, evidentemente, i programmatori dell'Acclaim hanno preso poco in considerazione. Pur essendo presenti parecchi modelli di motocicletta, essi sono realizzati in maniera approssimativa ma soprattutto differiscono tra di loro solo per prestazioni e colore della carrozzeria, cosa abbastanza improbabile nella realtà. I piloti hanno gli stessi problemi delle moto, e cioè variano solo per colore della divisa e per abilità ma risultano avere le identiche caratteristiche fisiche. Le piste ed i vari tracciati sono tutte piuttosto confuse, mal realizzate e approssimative, ma soprattutto non presentano elementi abbellitivi e la loro varietà minima li fa risultare abbastanza monotoni. Passiamo sopra però al fattore ripetitività, e parliamo delle animazioni e dei movimenti in generale. In questo gioco sia le moto che i piloti passano sopra e calpestano ben bene le leggi della fisica. Le animazioni non reggono il confronto con quanto si può trovare attualmente in circolazione; in tutte le loro manifestazioni, i movimenti dei piloti, dei mezzi e l'insieme delle due cose sono inverosimili e fanno gridare allo scandalo. Bisogna però fare degli esempi concreti per spiegare ed analizzare la cattiva resa di tali movenze: le motociclette infatti più che sviluppare una convincente serie di movimenti sulla pista, sembra che scivolino su essa e che non possiedano ammortizzatori. Inoltre i piloti hanno un repertorio di movimenti alquanto limitato, che comprende pochissime acrobazie, peraltro mal realizzate e quando cadono paiono pezzi di legno che scivolano inerti per parecchi metri.
Ogni qual volta si urti contro un elemento che delimita il tracciato, come casse, cartelloni pubblicitari o quant'altro, qualunque sia la velocità, si generano dei voli inverosimili di parecchie decine di metri.
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