A differenza però del capolavoro Ubisoft, il tutto non si esaurisce nel rifugiarsi nell'ombra, piuttosto nel camaleontico aspetto del killer 47, che rubando i vestiti alle proprie vittime riuscirà a non destare sospetto e passare inosservato. Tutto ciò a patto che un apposito indicatore non superi una determinata soglia e che quindi la nostra copertura fallisca miseramente, altrimenti sarà doveroso prendere in mano le armi. La varietà delle situazioni ha dell'impressionante, come anche lo studio quasi perfetto del level design, con le innumerevoli opportunità di agire lasciate al giocatore e le numerosissime incognite da tenere sotto controllo per buona riuscita della missione. Fortuna vuole che, dovendo passare all'azione sconsiderata, è tranquillamente attivabile la visuale in prima persona che conferisce tinte da vero e proprio fps, di cui a beneficiarne saranno gli scontri a fuoco.
Hitman Contracts è quindi un titolo ricco di sfaccettature, dove il giocatore è artefice del proprio destino e può vagliare in ogni situazione il modo più consono di agire, con pochissime restrizioni riguardanti sostanzialmente l'IA dei nemici, che con alcune incongruenze o “sviste” manderà all'aria i vostri piani e vi costringerà a far fuoco. Graficamente la versione PS2 non ha molto da invidiare alla controparte Xbox: destano stupore la notevole estensione delle location che il motion engine padroneggia senza singhiozzare e i gradevoli giochi di luce dinamici, nonché lo spropositato numero di personaggi di contorno che popola le varie location. Davvero un buon lavoro che si lascia dietro i fasti del secondo capitolo, qua superato in virtù di un notevole incremento di poligoni e una pulizia visiva sicuramente maggiore, con il solo rimpianto per alcune animazioni non proprio esemplari: sottigliezze. Le musiche, composte per l'occasione da Jesper Kyd (come fin da subito mostra la presentazione), risultano perfettamente a tema e gli effetti sonori fanno la loro parte più che discretamente. Ottime le voci dei personaggi di contorno, ognuna nella lingua propria del luogo. La longevità, vista la presenza della sola modalità in singolo, non si dimostra certo il fattore più curato, per quanto le motivazioni a finire l'avventura siano tantissime e il livello di difficoltà risulti davvero ben calibrato. Divertente fino alla fine.
12
8
Dopo le infruttuose modifiche al gameplay di Angel of Darkness, che tentava di dare una ventata di aria fresca alla serie di Tomb Raider, alla Eidos hanno ben pensato di andare sul sicuro e poggiare le basi su un gameplay solido e collaudato. La Io Interactive non si vergogna quindi di svolgere il “compitino”, ma lo fa in modo serio confermando con questo Hitman: Contracts il valore del suo predecessore. Basta completare la prima missione per rendersi conto della caratura del lavoro dei programmatori, scaltri nell'abusare di una meccanica di gioco ormai collaudata, ma abili ancora una volta a donare una libertà raramente riscontrata in titoli della medesima categoria, che non solo dona al giocatore un senso di emancipazione enorme, ma lo erge al rango di vero protagonista dell'avventura. Non senza remore, ma comunque da avere.
8
8,5
8
7,5