Tiscali

Recensione .Hack: Outbreak

Antonio Norfo Di Antonio Norfo(11 novembre 2004)
Warning!

Quanti fra i lettori non abbiano giocato nessuno dei tasselli di questo poliedrico mosaico Cyber Connect 2 sono ora avvisati che la presente recensione conterrà rivelazioni inerenti le trame e del primo (Infection) e del secondo episodio (Mutation). Al fine di evitare pertanto qualsiasi tipo di spoiler (sempre infausti), ed al contempo far capire meglio ai curiosi cosa si celi dietro l'intrigante struttura ludico-concettuale di questa ingegnosa serie, rimandiamo una volta per tutte alle precedenti recensioni ed anteprime.

.hack//Outbreak

Chi ha seguito fin qui le vicissitudini di Kite e compagni sarà ben felice di scoprire invece che l'episodio in analisi sia alla prova dei fatti il volume più riuscito sotto il profilo narrativo. Nell'attesa dell'epilogo rivelatore (.hack//Quarantine), possiamo infatti affermare senza indugio che è questo l'esponente, terzo dei quattro, capace di raggiunge piena maturità sia nella sceneggiatura e nella crescita dei personaggi, sia nella narrazione generale e nel proporre il susseguirsi degli eventi.
Distruggere le entità virali che minacciavano “The World” (Skeith, Innis e Magus) sembra aver portato più che all'ordine al caos primigenio con tanto di conseguenze riscontrate sul pianeta Terra (stando alle News mondane ed alle discussioni del forum, entrambe simulate). Dopo le catastrofi intraviste nei primi due volumi la situazione è ora destinata a numerosi concatenamenti fra le parti in causa; a partire dai dubbi su Elba, dal coma di Orca e dal ruolo altalenante di Lios (amministratore capo), fino ad arrivare ad esaustive rivelazioni su gran parte dei compagni ed alla scelta decisiva operata da Balmung. La domanda è: riuscirà Kite ad estirpare la radice maligna che infetta il mondo virtuale di The World e ridonare ad esso la primigenia purezza e legalità? Ed è veramente il suo “modus agendi” quello più giusto? A Quarantine l'ardua sentenza.
.Hack: Outbreak - Immagine 1
.Hack: Outbreak - Immagine 2
.Hack: Outbreak - Immagine 3
Rispetto ai due antecessori sono poche o nulle le novità apportate all'ossatura della giocabilità: basilarmente le aggiunte sono riassumibili nei nuovi Grunties, nei nuovi oggetti ed equipaggiamenti (quest'ultimi legati alla logica crescita di livello dei personaggi) e ovviamente nelle nuove aree da visitare. A tal proposito va citato il nuovo server (sigma) con borgo abitato annesso (Fort Ouph) che va ad aggiungersi ai precedenti tre (delta, lambda e theta).
Labirinti e zone limitrofe iniziano indubbiamente a risentire della carenza di cui molti Rpg a base di dungeon soffrono maggiormente, ossia la mancanza di estro ed originalità per quanto concerne la voce level design (qui votato invero alla linearità). Il sistema di combattimento in real-time rimane a sua volta il medesimo, con un'intelligenza artificiale dei comprimari soddisfacente ed azzeccata qualora venga saggiamente supportata dai nostri ordini e consigli (il tasto quadrato, richiamante tali menu, dovrebbe essere insomma il più utilizzato).
Rimanendo nell'ambito degli scontri armati od esoterici è da segnalare una crescita verso l'alto della curva di difficoltà, una metamorfosi che comporta due dirette conseguenze.

La prima è per così dire negativa, laddove è quasi improvviso il mutamento, la seconda è invece positiva poiché comporta anzitutto una maggiore sfida, ma soprattutto una finalmente necessaria strategia combattiva per sconfiggere il nemico di turno (scoprirne le debolezze sarà la prima mossa, avere i giusti compagni con sé sarà talvolta l'imperativo categorico). La ricerca dei “Virus Core” necessari a forzare le aree protette in quel di “The World” (donde effettuare il “Gate Hacking”) è anch'essa una mansione ora più richiesta che mai, ma più forte è il nemico più Kite sembra subire gli effetti controindicati del suo braccialetto ancestrale e dell'annessa abilità “Data Drain” (che se abusata, come risaputo, causa malus di qualsiasi genere). Una versione potenziata di quest'ultima, oltre alla già vista “Drain Ark”, è la new entry “2128 Drain” che aumenta le possibilità nell'estrapolare i virus dai nemici di ricavarne oggetti rari. Nuove e vecchie facce saranno accompagnate come sempre da un reparto visivo del tutto uguale a quello già visto e dal sapore tecnico ormai non certo all'avanguardia (paragonato ad altri esponenti del genere e considerata l'età del progetto). La colonna sonora si dimostra a tratti ripetitiva ed a tratti entusiasmante (specie negli eventi di maggior rilievo); non mancheranno d'altra parte, vero punto di forza stilistico, i sontuosi artworks firmati Sadamoto, i curati menu ed il cast vocale (encomiabile tanto quello nipponico quanto quello anglosassone).

Aspettando Quarantine...

Molti fruitori della serie si sono chiesti, vista la longevità dei singoli pezzi, se per la tetralogia cibernetica in questione fosse davvero necessaria una tale suddivisione, ma il tutto è strettamente legato al concetto stesso di saga a volumi, alla consapevolezza di questo ed alla scelta finale operata da parte dell'utenza. Ad arginare in parte la durata del titolo (che si attesta sulla quindicina-ventina d'ore circa) ed a rendere felici gli appassionati di animazione giapponese contribuisce il terzo DvD allegato al videogioco che arricchisce la trama della pregevole miniserie animata Liminality così come Outbreak si comporta nei confronti della controparte ludica. In definitiva, quanto di buono a livello di concept è stato elogiato in precedenza viene anche per Outbreak confermato e sottoscritto, ma a serie ormai inoltrata il più grande rammarico è che dotHack non abbia simulato dal genere MMORPG anche l'estensione, la varietà ed il fasto delle locazioni, tutte componenti che avrebbero giovato, e non poco, all'intero progetto.
.Hack: Outbreak - Immagine 7
.Hack: Outbreak - Immagine 8
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Chi ha seguito fin qui la serie e ne ha carpito la bellezza concettuale noterà che Outbreak, pur rimanendo stantio nelle scelte ludiche, sa essere l'episodio più maturo a livello di trama e sceneggiatura. E' tale aspetto che conduce l'esperienza globale ad un piacevole traguardo. Per il resto l'incremento di difficoltà se da una parte è improvviso, dall'altra comporta una maggiore strategia per quanto concerne la scelta del party e la tattica combattiva. Quanto di buono a livello di concept è stato elogiato in precedenza, viene qui confermato, ma a serie ormai inoltrata il grande rammarico è che dotHack non abbia simulato dal genere MMORPG anche l'estensione, la varietà ed il fasto delle locazioni.
voto grafica7
voto sonoro8
voto gameplay8
voto durata7
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