Tiscali

Recensione .hack//G.U. Last Recode

Una remastered eccellente ma solo per appassionati.
Daniele Mariani Di Daniele Mariani(10 novembre 2017)

Il franchise di .Hack è stata una delle piccolo gioie dell’era Playstation 2, un jRpG da giocare come un MMORPG figlio di un’epoca in cui le connessioni internet ed il gioco online erano ancora qualcosa di esotico e per pochi eletti.

Divisa in due miniserie (.Hack & .Hack/GU), il franchise dei giapponesi CyberConnect2 che ha generato una costellazione infinita di anime e manga ha vissuto gli ultimi anni piuttosto in sordina. Dopo i tentativi di riportarlo in vita in Giappone grazie ad alcuni giochi mobile (Guilty Dragon, Eight Curses e .hack//New World), l’intero progetto venne stato messo in pausa e la serie relegata a quell’indegno limbo di molte altre IP della sua generazione (come Suikoden o Valkyrie Profile).

Ma la speranza è l’ultima a morire, ed ecco disponibile da pochi giorni .hack//G.U. Last Recode -una collection-remastered dell’intera serie di .hack//G.U. Tutti e tre i titoli (Rebirth, Reminisce, Redemption) sono inclusi in una versione rispolverata e messa a nuovo, affiancati da un nuovo, quarto volume realizzato apposta per l’occasione.

Ognuno dei quattro episodi è giocabile separatamente attraverso la selezione da un menù centrale (sebbene l’intera serie supporti la possibilità di importare salvataggi fra un episodio e l’altro); per i novizi della serie, o anche solo per chi volesse rinfrescarsi la memoria, Last Recode include anche una sezione dedicata a dei dettagliati video-riassunti delle gesta di Kite e compagni nella originale quadrilogia della serie -che, occorre ricordare, pur fungendo da “prequel” agli eventi di G.U. è completamente autoconcolusiva.

L’intera storia del franchise di .hack ruota attorno al fittizio MMORPG “The World” ed ad una serie di misteriosi virus e glitch che minacciano di travalicarne i confini arrivando ad influenzare il mondo reale -arrivando anche a causare la morte o il coma di alcuni giocatori “uccisi” nel mondo di gioco. Dove la quadrilogia originale raccontava di hacking illegali e intelligenze artificiali, in G.U. la storia è quella di Haseo: vittima di PK (player killers, giocatori che competono contro gli altri giocatori umani spesso in modo crudele e scorretto) durante la propria prima partita, da ingenuo novellino Haseo si trasforma in un vero e proprio pro-player, PK-K (player-killer killer) alla ricerca del leggendario PK Tri-Edge -responsabile del coma della sua amica Shino.

Se a sette anni di distanza dall’uscita dell’ultimo volume per PS2 la serie di G.U. può rappresentare un modello di jRpG alquanto datato, Last Recode sceglie di mantenere molto del gameplay invariato puntando tutto su quello che ci si potrebbe aspettare da una remastered.

I modelli dei personaggi sono forse l’elemento che ha ottenuto le maggiori migliorie grafiche: parliamo di texture pulite e dettagliate, con un anti-aliasing che fa miracoli nello smussare i bordi di poligoni che già all’epoca Playstation 2 sembravano scolpiti nel legno. Il cast principale ha ovviamente ricevuto le maggiori attenzioni, lasciando molti dei PNG casuali (per quanto migliorati) una netta spanna al di sotto in termini di qualità.

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Le texture ambientali, d’altro canto, sembrano poco più che importate direttamente dai capitoli originali: le migliorie sono visibili, ma il tutto è ancora troppo sfocato o pixelloso – si tratta di un livello di qualità grafica che stona parecchio in una remastered di questo calibro, probabilmente una scelta deliberata dovuta al voler mantenere la metafora della grafica interna a The World.

La qualità del lavoro svolto spicca notevolmente in una serie di piccoli accorgimenti tecnici volti a modernizzare l’esperienza di gioco. Il passaggio al 16:9 e la decisione di muovere l’inquadratura della telecamera di qualche passo indietro, ad esempio, contribuiscono a rendere gli ambienti di gioco più aperti e ad un maggiore controllo delle proprie vicinanze sul campo di battaglia: il sistema di incontri di G.U. è infatti composto da battaglie action, spesso 3 VS 3 e relegate in arene circolari dove affrontare i nemici in tempo reale -una soluzione che su PS2 soffriva moltissimo uno zoom eccessivo della telecamera, e che in Last Recode al contrario funziona benissimo proprio grazie ad una inquadratura più ampia.

Un paio di altre modifiche interessanti contribuiscono ad una maggiore facilità nel progresso di gioco: nonostante i capitoli originali non brillassero particolarmente per difficoltà (prediligendo, se mai, il rendere il grinding un processo obbligato), in Last Recode la curva di difficoltà sembra più ammorbidita da XP generosi e statistiche dei nemici più equilibrate; ognuno dei singoli capitoli, inoltre, può essere iniziato attraverso un nuovo “Cheat Mode” che massimizzerà livelli, equip e soldi del party, permettendo ai giocatori più interessati alla storia di bypassare completamente un gameplay non proprio brillante (in modo non dissimile ai cheat presenti nella remastered di Final Fantasy IX).

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Si tratta di una aggiunta perfettamente comprensibile, considerando come ognuno dei tre volumi sia un gioco di media lunghezza (attorno alle 20 ore) che qualche utente potrebbe aver già completato tempo addietro.

Menzione speciale al quarto volume incluso in questa edizione, “Reconnetion”: più un epilogo esteso che un quarto titolo della serie, Reconnection è un endgame molto conciso (numerose opzioni base dei capitoli precedenti sono disabilitate) da circa cinque ore di gioco che fornisce un senso di chiusura più completo rispetto al finale di Redemption.

In conclusione, .hack//G.U. Last Recode è pacchetto di altissimo livello per quanto riguarda la sua natura di remastered: tre perle del proprio genere ed epoca in un unico titolo, più un finale aggiuntivo -un bundle irresistibile per qualsiasi fan della serie e dei jRpG vecchio stampo. A conti fatti, tuttavia, l’impatto col gioco contribuisce piuttosto amaramente ad enfatizzare quanto il genere sia progredito rispetto alla canonica formulaicità della serie (composta da progressioni all’interno di dungeon e controllo della propria casella mail nel mondo reale alla ricerca di informazioni su dove proseguire).

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8,5
La serie di .hack ha sempre rappresentato un modello di jRpG sicuramente “arcaico” -fatto di lunghi dialoghi, lunghi tempi di percorrenza di lunghi dungeon monotoni, e lunghe sessioni di grinding. Parte del suo fascino è appunto questa deliberata simulazione dell’esperienza MMORPG, una tipologia di gioco considerata all’epoca ancora sperimentale ed esotica. Come remastered, .hack//G.U. Last Recode fa del proprio meglio per smussare una serie di problemi tecnici di un franchise già in partenza lontano dalla perfezione e dalle sensibilità moderne. Per riassumere: solo per appassionati.
voto grafica7
voto sonoro6,5
voto gameplay7
voto durata7,5