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Recensione Grand Theft Auto III

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (1 novembre 2001)
Il mondo dei videogame è cosparso di simulatori di ogni genere. Tralasciando i più ovvi, come le simulazioni di volo o di corse automobilistiche, è possibile trovare giochi che ricreano la fondazione di città ed imperi, che permettono di impersonare un conducente di treno o metropolitana, e persino titoli che trasformano il giocatore in un cuoco virtuale. Mai nessuno però, prima dell'uscita di Grand Theft Auto (meglio noto come GTA, perché in questo caso l'acronimo è d'obbligo) era riuscito come DMA Design a simulare la vita di un malvivente. Furti, assassinii, attentanti, regolamenti di conti... nessuna azione anche solo lontanamente illecita mancava all'appello nei capitoli di questa controversa saga videoludica, rimasta anche al centro di numerose polemiche per via dell'alto livello di violenza gratuita e presunta immoralità inclusa. Peccando di recidività, gli sviluppatori promisero un sequel che superasse sotto tutti gli aspetti (compresi quelli "negativi") i precedenti episodi. Ecco dunque Grand Theft Auto III. Mettetevi comodi, perché ne vedrete delle belle..
Grand Theft Auto III - Immagine 1
Eccoci davanti al covo del protagonista: qui si potrà salvare la partita
PROSSIMA FERMATA: LIBERTY CITY
Scordatevi la violenza del Bronx. Dimenticatevi i pestaggi nel Queen. Qualsiasi concetto di "quartiere pericoloso" abbiate in mente scompare, se paragonato a Liberty City. Un luogo demonicamente corrotto, in cui la vita (quel poco che c'è) scorre tra un omicidio e una rapina e dove anche la più breve passeggiata può costare la propria pelle. Pensate a un possibile esempio di criminale: in Liberty City c'è. Mafia, Triadi cinesi, Yakuza, racket di vario genere, prostituzione, il tutto concentrato in pochi chilometri quadrati di cemento, carne ed esplosivo. In questa amena località vive il protagonista del gioco, che da qui in poi chiameremo John (caratterizzato da una sospetta somiglianza con l'acclamato Max Payne...). Si fa la sua conoscenza nell'introduzione di Grand Theft Auto III, alle prese col colpo che avrebbe dato una svolta alla sua vita: una rapina multi-milionaria in banca, riuscita alla perfezione. Il suo passaporto per buttarsi alle spalle un passato da rapinatore e lasciare definitivamente Liberty City
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