Oddio, Killer Application non lo sarà più dopo questa conversione, ma, e ve lo diciamo con tutto il cuore, Gears of War non ha perso per strada una sola briciola del carisma che l'ha reso il fenomeno della passata stagione videoludica.
Ripari, Sangue e Locuste
Grande merito di Gears of War è quello di aver dato una forte sterzata innovativa al genere di giochi al quale appartiene, i Third Person Shooter, ovvero gli sparatutto in terza persona, finora terribilmente inflazionati dalle scelte stilistiche di quel capolavoro che è stato Max Payne, classe 2001.
Abbandoniamo le atmosfere noir della New York di Max e dirigiamo le nostre attenzioni un po' più lontano: nel pianeta Sera, colonia extra-terrestre di un non meglio precisato futuro,Marcus Fenix è un soldato che ha pagato col carcere qualche atto di insubordinazione di troppo.
Neanche il resto della sua specie se la passa bene, però: proprio quando gli uomini hanno scoperto l'Imulsion, un carburante che avrebbe potuto risolvere il grande problema dell'energia, una razza di mostri, le Locuste, fino ad allora sconosciute, emerge da delle grosse buche comparse improvvisamente in ogni parte del pianeta e fa strage della popolazione: è l'Emersion Day, 14 anni prima degli eventi narrati nel gioco.
E quindi, via coi gas tossici e con i bombardamenti laser a tappeto, per salvare il salvabile, ovvero una ridotta granitica apparentemente inespugnabile, l'altipiano di Jacinto, sul quale la razza umana sopravissuta si rifugia, e per chi non arriva in tempo ci sono sempre le scuse del governo: apprezziamo il vostro sacrificio, siamo sicuri che capirete.
Ma una fortezza è fatta per essere espugnata, e così succede a Jacinto: è qui che Marcus viene liberato dal penitenziario dove “alloggia” e gettato nella mischia. Ed è da qui che già si delineano i tratti principali di un personaggio carismatico e certamente ben riuscito: battute schiette, bestemmie quando qualcosa va male e insofferenza al comando, oltre a una sovraumana muscolatura che è in ogni caso una caratteristica imprescindibile di ogni componente della nostra squadra di soldati.
Questa compagine varierà nel corso dell'avventura, a seguito di tutta una serie di incresciosi incidenti, ma si rivela sempre e comunque una compagnia gradita, utile e, diversamente da molti sparatutto, veramente ben integrata nell'azione di gioco.
A noi il compito di guidare Marcus, in questo caso sfruttando il binomio mouse-tastiera. E qui il primo appunto: nei 5 capitoli aggiuntivi rispetto alla versione per Xbox 360 (che possono essere giocati da subito, per chi non volesse completare ancora una volta i 4 atti dell'avventura originale) a fronte di una migliore mira data dall'infallibile mouse dovremo fronteggiare un leggero incremento di difficoltà. Poco male, perché la parte singleplayer esclusivamente progettata per la versione PC ci permetterà di affrontare l'odiato Brumak, una sorta di T-Rex con 15 occhi e 2 mitragliatori montati sulla ricurva schiena, che ci darà non poco filo da torcere, oltre a tutta una serie di nuove situazioni affini a quella che hanno reso l'originale Gow un capolavoro.
Per uscirne vincitori è necessario sfruttare l'elemento più coinvolgente del gioco: il sistema dei ripari, dietro ai quali il nostro Marcus può saltare semplicemente tramite la pressione del tasto SPACE e dai quali si può sporgere per prendere la mira o, addirittura, sparare oltre alla cieca.
Quando si prende la mira la visuale si avvicina ancora di più all'azione e diventa da spalla, alla Resident Evil 4 per intenderci. Nel corso della mattanza ci è concesso portarci dietro due armi di grosso calibro, un tipo di pistola (l'unica arma, purtroppo, con cui è possibile usare un mirino più accurato, a parte il possente fucile da cecchino) e le granate.
Spettacolare e ogni oltre modo gratificante l'uso del colpo ravvicinato, che nel caso in cui fossimo armati del fido Lancer, il fucile base delle forze COG ( quelli buoni, per intenderci) si traduce nell'uso di una motosega a baionetta, capace di ridurre in brandelli ogni nemico dopo una spettacolare e teatrale esecuzione, in cui l'inquadratura si diagonalizza e lo schermo si tinge di un bel rosso sanguigno. Una delle cose che Marcus ama di più del suo compito, a giudicare dalle varie imprecazioni/bestemmie/lamenti che egli dispensa nel corso di tutta l'avventura, e in particolar modo in questi frangenti, senza parsimonia alcuna.
Il risultato è di quelli spettacolari, coinvolgente ma mai troppo frenetico da risultare senza cervello: i nemici possono vantare su una IA evoluta, che permette loro di usufruire dei ripari, di mettere in atto manovre di aggiramento e di lanciare attacchi forsennati non appena si rendono conto della nostra inferiorità numerica.
Nel caso di alcuni avversari si devono adottare soluzioni particolari: i Krill costituiscono il peggior incubo di ogni giocatore di Gow, dato che non si materializzano mai in forma di nemici veri e propri, ma costituiscono solo una massa informe e oscura di volatili che infestano particolari aree e uccidono tutti coloro che in queste aree si trovano lontani da una fonte di luce. Certo, in quel caso si fanno scoppiare dei barili di propano e tutto si risolve, ma l'effetto combinato di ogni tipo di nemico e del suo equipaggiamento bellico (Golem che trascinano lanciarazzi, esecutori armati di un arco capace di conficcare ovunque delle frecce esplosive e via dicendo) sono nell'insieme una sfida appassionante e variegata, intervallata spesso e volentieri da sessioni più impegnative, in cui siamo chiamati a fronteggiare alcuni boss di “fine livello” o a guidare un mezzo corazzato attraverso le aree infestate di Krill, alternando la guida vera e propria all'uso cannone a base di raggi UV, senza tralasciare il fatto che nel gioco ogni arma caduta sul terreno è a nostra disposizione e che il meccanismo di ricarica veloce (che permette di ottenere una ricarica più efficace se si preme il tasto R per due volte di seguito col giusto tempismo) impone un ritmo di gioco particolare e affascinante.
Il coinvolgimento è davvero alle stelle, e ciò lo dobbiamo sopratutto alla nostra squadra: si agisce di concerto, si devono rianimare i compagni caduti e le situazioni interessanti e i bivi a due uscite fioccano nel corso di tutta la vicenda, qui allungata, grazie ai capitoli aggiuntivi, di circa un'ora e mezzo.
Il sonoro svolge un ruolo egregio: la nostra squadra comunica con secchi e veloci ordini, come vuole il clichè dei “buoni soldati ultimo baluardo dell'umanità”, e spesso, inserite all'interno dell'azione, imprecazioni e battute fanno scappare più di un sorriso, senza mai scadere nell'abusato.
E' un doppiaggio italiano di ottima fattura che anima e convince oltre ogni misura, affiancando l'originale colonna sonora, tipicamente dinamica: veloce e coinvolgente quando si affrontano i nemici, misurata e tesa con maestria nelle sezioni di esplorazione.
Non sono da meno i rumori d'ambiente, con locuste che sussurrano desideri di vendetta contro il genere umano, incluso l'uso di dispregiativi da entrambi le parti, ad esempio “vermi” al posto di locuste e “sbattiterra” invece di umani, e i rumori differenti affibbiati a ogni arma, incluso l'eco che annuncia quando un caricatore sta per esaurirsi.
Finalmente sfatato, lo diciamo con sollievo, il mito delle conversioni di scarsa qualità: Gears of War, un anno dopo la sua uscita su Xbox360, è ancora capace di rivaleggiare con ben più recenti concorrenti, anche grazie ad un piccolo restyling grafico, che ai possessori di DirectX10 regalerà qualche soddisfazione in più.
L'Unreal Engine 3.0 muove il tutto, chiedendo come requisiti di base una Geforce6600 e 1 Gb di Ram, offrendo uno spettacolo comunque discreto anche alle risoluzioni più basse. Alzando la qualità (e godendo di un motore grafico a dir poco spettacolare) le prestazioni rimangono sostanzialmente invariate, sebbene sia la procedura di installazione del gioco, sia il caricamento di ogni nuova area siano estremamente lente.
Nel primo caso lo si deve ai 12 Gb richiesti dall'installazione del titolo, compressi all'inverosimile nel DVD di gioco, nel secondo ad un collo di bottiglia nel caricamento di ogni nuovo livello che interessa anche i PC di fascia alta, che sarà certamente risolto con la prima patch.
Per il resto il comparto grafico di Gow è un brulicare di effetti di bloom, di luci e ombre dinamiche e di esplosioni rese in modo eccezionale. Le texture che ricoprono alleati e nemici risentono di un onnipresente tono scuro, ma reggono il confronto in ogni situazione e, in definitiva, la resa grafica della versione PC risulta superiore a quella della versione 360, a patto di possedere una macchina di fascia media o superiore.
La modalità online allunga ancora le ore di gioco, offrendo, oltre alle canoniche modalità di gioco, la nuova Annex (che si basa sul controllo di postazioni chiave sulla mappa di gioco) che è comunque scaricabile dal Marketplace 360, e la King of the Hill, che invece è esclusiva della versione PC. Certo, avremmo voluto vedere qualche effetto sonoro in più e un maggiore coinvolgimento, ma comunque a questo rimedia la possibilità di portare avanti una campagna in co-op con un altro giocatore.
Peccato che questa sia una prerogativa degli utenti Live Gold, e che il servizio Live, importato appunto dalla 360 su PC, risenta ancora di alcuni difetti; non è trascurabile poi la sensazione che, per ottenere qualcosa che prima si aveva gratuitamente, ora bisogna pagare (60 euro all'anno, mica bruscolini), e questo è il peggiore retaggio della voglia di Microsoft di imporre il suo punto di vista sul gioco online anche sui Pc di casa (beh, pensate che senza un abbonamento Gold su Xbox360 non si può proprio giocare in rete...). Lag assolutamente assente, nelle arene multiplayer, anche in virtù del ristretto numero di partecipanti che prendono parte a una singola sessione di gioco online, massimo 8, e minimo 6 se vogliamo che i risultati della partita siano classificati (anche questo retaggio dei soli utenti Gold..).
Che le iniziative Games For Windows e Live siano solo un modo per spillare soldi a chi da sempre è abituato a giocare gratis in rete? E' un quesito che è ben più di un dubbio, a quanto pare.
Sfida epica: soli e uno di fronte all'altro: se si avvicina troppo noi andiamo di motosega, e lui è un verme morto
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Spettacolare e scenografico, un concentrato di frenesia, azione e tensione palpabile, che può contare su una varietà di gioco invidiabile, un ritmo eccezionale e diversi assi nella manica. L'Unreal Engine 3 mostra i denti anche in questa conversione, e lo spirito originale del gioco è rimasto del tutto intatto, e anzi l'accoppiata mouse e tastiera ne aumenta l'immediatezza: a distanza di un anno dalla sua uscita su Xbox360, Gears Of War rimane un signor gioco. Ma il fatto che alcune funzionalità del Live siano disponibili solo a pagamento non ci piace proprio.



