Punto di forza del precedente SIREN fu senza dubbio lo sfavillante gameplay che, riuscì nell'impresa di incarnare in chiave horror differenti e molteplici generi videoludici pur potendosi considerare un'esperienza a dir poco ineguagliabile. Tanto stealth, tanto combattimento, tanta fuga, tanti enigmi. Anche quel poco di “già visto” veniva comunque arricchito da un esperimento videoludico da Guinnes dei Primati per originalità ed inventiva. Parliamo ovviamente del SightJack, vera innovazione e punto di forza di tutta la produzione Sony. Presente anche in questo secondo capitolo, il SightJack è stato al contempo potenziato nelle sue funzioni ma allo stesso tempo semplificato nel suo usufrutto. Complessivamente più godibile, certamente meno frustrante nella sua veste semplificata il Sight Jack risulta quindi più accessibile e piacevole da usare, grazie anche ad un intelligente set di funzioni aggiuntive che permettono, ad esempio, di individuare con la pressione di un solo pulsante la visuale dello Shibito più vicino a noi, facilitando, e non poco, la nostra deambulazione all'interno degli scenari di gioco. Sbalorditivo il maggior e più efficace impiego del SightJack, generalmente coi vari personaggi consisterà nelle azioni già consentite da quello del primo episodio: poter vedere attraverso gli occhi delle creature e dei pochi superstiti che popolano gli ambienti più adiacenti e poterne ricavare una strategia furtiva.Ma è come nel caso dell'unico personaggio non vedente, quale Shu Mikami, che il SightJack viene sfruttato maggiormente nelle sue potenzialità. Rintracciata la visiva del fido compagno a quattro zampe, basterà bloccare tale visuale con la semplice pressione di un tasto ed ecco che ci si potrà vedere scorazzare liberamente per gli ambienti di gioco mentre si è osservati dal cane. A dir poco sensazionale, anche perché tale visuale non è impeccabile poichè segue direttamente il campo visivo del cane e a seconda dei movimenti che esso farà, bruschi o lievi che siano, la veduta verrà resa momentaneamente confusa. Se nel primo episodio la note dolente del gameplay veniva rappresentata dagli scontri tutt'altro che immediati e a tratti anche troppo limitati, stavolta il gioco impronta uno dei suoi tanti cavalli di battagli proprio su quello che poteva dirsi un difetto strutturale del precedente episodio. I nemici hanno differenti metodi di eliminazione, ci sono quelli che vanno uccisi in corrispondenza di vigorose fonti di luce, o quelli che semplicemente vanno massacrati a suon di mazzate; ma a differenza di quanto accadeva nel primo SIREN, l'immediatezza di tali scontri è affatto fatiscente, non lo è ulteriormente se poi si rivela possibile affrontare da una visuale in prima persona gli interi scontri o addirittura l'intero il gioco.
Ottima chicca sempre relativa ai combattimenti contro gli avversari è rappresentata dalla possibilità di poter equipaggiare le armi di convenienza cadute dai corpi dei “malcapitati”. Malcapitati si! Spesso infatti nel corso dell'avventura avremmo a che fare con vari mezzi di trasporto che sarà possibile condurre sia per rendere maggiormente immediati gli spostamenti da un luogo all'altro che per sconfiggere con più facilità i nemici di turno, o meglio, investirli a morte; anch'essi, comunque, ci daranno tanto filo da torcere, tentando di frammentare il parabrezza o aprendo gli sportelli fino al trascinarci via dal sedile di guida con la forza. Le situazioni di questo SIREN 2 sono dunque sempre varie e coinvolgenti e tutte anche parecchio riuscite ed originali. Un miglioramento dell'intelligenza artificiale dei compagni d'avventura (sempre pronti a difendervi o autonomamente intenti a fuggire) ne ha comunque risentito non poco sull'intelligenza artificiale dei nemici: le loro azioni sono infatti decisamente più meccaniche, quasi artificiali, compiono dei percorsi prestabiliti e ripetuti a bacchetta anziché girovagare spaziosamente per gli ambienti come facevano nel precedente capitolo.Anche se, quando ci si ritrova in trappola e sfortunatamente disarmati, riuscire a sfuggire da un nemico risulta davvero un'impresa impossibile, facendo saltare subito all'occhio quanto di eccellente descritto prima soffra comunque di qualche limite, specie nelle fasi evasive. L'interattività degli ambienti è state meglio calibrata rendendo accessibili ed esplorabili le sole aree fini allo svolgimento del gioco. Una minor libertà di movimento dunque, anche se non limitativa ai fini del gameplay, dal momento che i videogiocatori che avevano precedentemente vissuto l'esperienza del primo Siren, avevano denunciato l'elevata sensazione di smarrimento e confusione per gli ambienti di gioco troppo vasti e dispersivi.
Se poi un tempo il pulsante triangolo fungeva da catalogo di tutte le azioni disponibili, ora è stato limitato alle sole azioni da effettuare alla presenza di un compagno o in caso ci si trovasse nelle vicinanze di un nemico. E la tanta “amata” X verrà stavolta meglio impiegata per le sole azioni in corrispondenza di un qualche elemento con cui interagire. L'azione attuabile verrà visualizzata “letteralmente” in basso sullo schermo un po' come accadeva nel riuscitissimo Resident Evil 4; quanto descritto confluisce a rendere tale esperienza di gioco sempre particolare come nel primo episodio ma ben più intuitiva e immediata.
Di merito e di diritto
SIREN 2 così come il suo predecessore si presenterà al pubblico in chiave dualistica: capolavoro o titolo mediocre. Uno di quei perfetti esempi di “o lo si ama o lo si odia”. Più che per i suoi difetti di fondo (pochissimi se comparati a quelli del primo Siren), per la sua bizzarra vena stilistica. Alla base di quello che è un survival horror che incontra maggiormente i canoni del videogiocatore “medio” propone comunque sprazzi di puro divertimento di classe, non risultando affatto un approccio ludico commerciale. D'altronde si sa, Toyama è un vero maestro e questo Siren 2 è un perfetto esempio dell'incarnazione del vero survival horror in chiave nipponica. Stile, personaggi e atmosfera vanno comunque apprezzati sin nei dettagli più infinesimali per apprezzare appieno gli elementi vincenti (tanti) di questo splendido horror. I difetti del predecessore sono stati levigati, in parte scomparsi del tutto, in parte ancor presenti ma con minor evidenza, pur sempre riscontrandone degli ulteriori chiari ma indubbiamente non gravi. Le aspettative possono dunque dirsi tutte esaudite e Siren 2 è almeno tanto sbalorditivo quanto lo è stato il precedente episodio se non addirittura di più. Per tutta la durata complessiva di gioco (all'incirca una ventina di ore) il coinvolgimento risulta tutto tranne che frustrante specie perché i differenti metodi e percorsi con cui perseguire i vari scenari di gioco rendono elevato il tasso di divertimento. Se per molti le varie semplificazioni nel gameplay hanno scalfito l'elevato imprinting di sfida concesso dal primo Siren 2 sarà sempre possibile selezionare la difficoltà di gioco dal menu principale e affrontare, ad esempio, la modalità “Hard”.
Insomma, Siren 2 è un survival horror coi fiocchi, nel suo genere un piccolo capolavoro, una miscela di forti sensazioni e disturbanti metastasi di raccapriccio e disgusto. La sirena è tornata una seconda volta a squarciare il cielo...personalmente spero torni a farlo anche una terza volta. Un benvenuto a Forbidden Siren fra le serie horror più apprezzate e valide di sempre se non lecito è d'obbligo.
12
8
Siren 2 rispetta le premesse e gli obbiettivi precedentemente raggiunti dal primo episodio. Migliorato in alcuni campi e certamente semplificato nel gameplay e nello schema narrativo, questo secondo episodio migliora e affina quanto visto in precedenza. La nuova produzione di Toyama ha forse perso qualcosa in originalità e freschezza, ma il “tuning” effettuato sul gameplay e su altri elementi di gioco riescono a renderlo fruibile sia dal pubblico più avvezzo alle meccaniche di Siren, sia dalle nuove leve, desiderose di avvicinarsi ad un capolavoro così difficile come quello proposto da Sony.



