La storia, narrata come da stile Square Enix attraverso degli ottimi filmati, è ambientata ben mille anni dopo le vicende del titolo per Gamecube: la nuova società che si è formata dopo la grande guerra è sotto l'egemonia della razza Lilty, esperti di scienza e tecnologia, mentre i Clavat (i portatori di cristalli) vivono ai margini della comunità, che non vede certo con favore la magia, bandita infatti da tutto il regno. Il protagonista dell'avventura sarà proprio un Clavat, il giovane Layle, costretto a fare il mercenario per poter sopravvivere, si ritroverà ben presto coinvolto in una missione dagli esiti assolutamente imprevedibili, che avrà come incipit il furto di un potentissimo cristallo da parte di uno Yuke, rappresentante dell'omonima razza che si presumeva estinta dopo la guerra. Attorno alla telecinesi, l'unico potere a disposizione di Layle, sarà incentrato la quasi totalità del gameplay. Indirizzando il Wii Remote verso il nostro obbiettivo, persone, oggetti o animali, potremo interagire su di esso in differenti modi, sfruttando questa capacità paranormale sia per i combattimenti che per la risoluzione di alcuni piccoli enigmi ambientali.
Potremo per esempio sollevare un nemico e scagliarlo, sbatterlo contro alcuni elementi dello scenario per fargli perdere l'energia, o ancora tirargli addosso una cassa, un bidone esplosivo o quant'altro. Discorso in qualche maniera analogo anche per i “rompicapo”; sempre tramite la telecinesi potremo attivare leve a distanza, muovere ingranaggi per attivare delle porte e così via. Perlomeno nelle prime fasi di gioco, questo originale modo d'interazione (seppur non inedito) risulta tutto sommato divertente, anche se inficiato da un sistema di controllo non sempre preciso; a lungo andare però la ripetitività delle azioni inizia a farsi sentire, e per sfuggire a questa spirale di monotonia bisognerà ingegnarsi per combinare gli attacchi in maniera ancor più bizzarra, oppure più semplicemente cercando di evitare i nemici ed i relativi combattimenti.
The Crystal Bearers presenta anche una forte componente esplorativa, e nonostante la linearità delle missioni il giocatore sarà comunque libero di muoversi a piacimento in un mondo vasto e ben curato, alla ricerca di segreti e distrazioni dall'avventura principale. Durante queste peregrinazioni il nostro senso dell'orientamento sarà messo a dura prova dalla mancanza di una mappa, e potremo affidarci quindi solamente a qualche indicazione proveniente da cartelli stradali o dagli abitanti del luogo. Inoltre almeno nelle prime fasi dell'avventura dovremo muoverci in continuazione avanti ed indietro senza l'ausilio di alcun mezzo di trasporto; successivamente potremo contare su treni, portali, e chocobo, anche se quest'ultimi avranno l'antipatica tendenza di scappare appena possibile, lasciandoci spesso e volentieri appiedati lontani dalla nostra meta. Come accennato in apertura l'aspetto ruolistico del gioco è alquanto limitato, e l'unica reale componente che ricorda in qualche misura i gdr è data dalla possibilità di recuperare diversi tipi di materiale per farli combinare dal mercante di turno ed ottenere così qualche potente manufatto. Per il resto il titolo contiene al suo interno elementi provenienti dai più disparati generi: avventura in salsa “free roaming”, sezioni platform, quick time event ed addirittura qualche fase “sparatutto”.
Un ibrido certamente originale e vario, penalizzato però da meccaniche non sempre sufficientemente approfondite, e da un livello della sfida offerta (comunque non ostica), dove in taluni casi la difficoltà maggiore starà più nella comprensione dei meccanismi, che nella risoluzione degli stessi. Maggiormente in linea con la tradizione della serie è il comparto grafico, piuttosto curato in ogni suo aspetto; dall'ottima realizzazione dei personaggi (peraltro decisamente ben caratterizzati anche sotto il profilo psicologico) agli ambienti piuttosto vasti e dettagliati. Unico ma piuttosto problematico difetto è la gestione delle inquadrature, che invece di essere almeno a livello generale automatica, è sotto la completa e scomoda gestione del giocatore. La sola nota positiva di questo aspetto, è data dalla possibilità di scattare delle (potenzialmente) suggestive fotografie di paesaggi e personaggi che potranno poi essere salvate. Non male l'aspetto sonoro del titolo soprattutto per quel che riguarda i brani, appartenenti ai generi più disparati ma sempre ben congeniali all'atmosfera.
Final Fantasy Crystal Chronicles: The Crystal Bearers è un titolo che seppur in linea con la tradizione della seria principale sotto l'aspetto narrativo e per lo stile grafico adottato, se ne discosta in maniera quasi totale per quel che riguarda la giocabilità, rivelandosi un curioso ibrido tra molti generi, dove però non tutte le componenti sono state sfruttate ed approfondite adeguatamente.
6,5
La serie di Final Fantasy Crystal Chronicles si presta nuovamente ad un esperimento; in queso caso la componente ruolistica viene quasi del tutto abbandonata, dando vita ad un originale ibrido tra molte tipologie di generi, dove però non tutti gli aspetti sono stati sfruttati ed approfonditi adeguatamente.8
7
6,5
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