Il rovescio della medaglia di una formula comunque equilibrata è insito nella natura fisiologicamente approssimativa degli imput analogici, amplificata dalle fasi più concitate degli incontri; a volte è impresa ardua ottenere il colpo desiderato all'istante richiesto, così ci si ritrova ad agire sul pad più per istinto che per ragionata pianificazione. La stessa implementazione dei cosiddetti “haymakers” suscita ogni tanto qualche perplessità; se da una parte la possibilità che un singolo colpo ben piazzato mandi k.o. un avversario in netto vantaggio è una incontestabile concessione al realismo, dall'altra un simile evento casuale finisce per essere motivo di frustrazione e favorisce in maniera drammatica i giocatori che prediligano i pugili coriacei di pura potenza a quelli più dinamici (anche restando nell'ambito della stessa categoria di peso).Una volta prese le misure al gameplay nella modalità Play Now (magari sfidando con maggior soddisfazione un amico in carne ed ossa), interpretati alcuni tra i più grandi campioni della storia nella sezione ESPN (rivivendo in forma virtuale il memorabile incontro Ali-Foreman svoltosi a Kinshasa nel 1974) e sperimentati i vari mini-games dell'allenamento, il giocatore non potrà che rivolgere la propria attenzione verso la sezione più corposa e longeva, l'immancabile carriera; terminata la creazione del boxeur più adatto alle proprie esigenze, tramite un editor che offre ampia libertà di personalizzazione nello stile e negli attributi fisici, arriva il momento della scalata verso il successo, in una lunga serie di match dai ranghi amatoriali a quelli professionistici della categoria prescelta.
Lo svolgimento della carriera, fin troppo lineare, è scandito in maniera schematica da combattimenti, sessioni di training ed acquisti di accessorimosse nell'apposito “fight store”; eppure riesce ad appassionare, in virtù di un miglioramento del proprio combattente che non risulterà solo statistico: dando tempo al tempo, la massa muscolare diventerà più definita e l'incisività dei colpi godrà di reali progressi.
A giudicare dalla fatiscenza degli scenari e dal mediocre dettaglio del pubblico a bordo ring, gran parte del lavoro dei grafici di Electronic Arts è stato speso nella realizzazione dei modelli poligonali; ben fatti nella massiccia struttura fisica, grondanti di sudore fin dai primi round ed espressivi nel manifestare il dolore attraverso i lineamenti facciali, i pugili si muovono con naturalezza motion capturata e si differenziano tra loro nel portamento (Muhammad Ali avrà ben altro incedere rispetto al pesante La Motta). Gli unici appunti riguardano alcune animazioni mal raccordate o legnose, qualche episodio poco appariscente di compenetrazione, le collisioni sporadicamente approssimative e la buffa fisica che governa i corpi privi di senso in seguito ad un knockdown: niente di troppo grave, ma non mancheranno le posture bizzarre e gli arti “sfarfallanti”.
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Nonostante gli ampi margini di miglioramento, Fight Night Round 3 rappresenta attualmente il meglio del meglio nel campo poco battuto della boxe videoludica; il gameplay necessita qualche ulteriore limatura, mancano le rifiniture tecniche ed l'esperienza di gioco è reso intermittente dalla frequente intrusione di caricamenti e salvataggi, ma l'essenza del pugilato è stata catturata appieno: ci sono il sangue, il sudore, la fisicità, la voglia di migliorare corpo e mente, ma soprattutto c'è il divertimento.



