Sarà per la bellezza degli stadi o per quant'altro, ma alla fine ci sembrerà di stare sugli spalti più che giocare noi stessi. Spesso, poi, le azioni si riducono a meri schemi. Arriverete a fare 4 passaggi e a trovarvi a tu per tu col portiere, elemento questo, fortemente destabilizzante. Non fornisce grandi emozioni disputare mondiali a forza di 4 passaggi e goal... Tantomeno umiliare i vostri amici con uno schema simile. Tutto sta nel vostro buon senso, evitare di ricorrere a quella tecnica, ma l'uomo è debole si sa..La longevità poi non è garantita al 100%, dato che il livello di difficoltà, anche al massimo, non offrirà mai squadre davvero tenaci; riuscirete a finirlo tutto in poco tempo. Naturalmente il vero punto di forza dei giochi di calcio sono i doppi, i vari tornei fra giocatori e le varie coppe organizzate a casa di amici/conoscenti. Qui FIFA non ha nulla da invidiare ad altri titoli del settore e il divertimento è assolutamente garantito
Il vero punto di forza di questo episodio di FIFA, è costituito dal fatto che l'incredibile dettaglio grafico che ha sempre caratterizzato l'intera serie, è affiancato da una giocabilità notevolmente migliorata, decisamente progredita rispetto alle ultime edizioni.
SECONDO COMMENTO
FIFA Soccer World Championship è un buon gioco per diversi motivi e un gioco solamente discreto per altrettanti. E' FIFA e questo, in buona parte, già implica e compromette un certo risultato finale. Ma è un buon FIFA, migliore delle scorse edizioni e sensibilmente più vicino a World Cup '98 (a oggi probabilmente il migliore FIFA dell'intero lotto). Controllo di palla migliore, intelligenza artificiale ritoccata verso l'alto, maggior libertà nella costruzione delle azioni... Ma il tutto sempre con un certo limite. Tecnicamente il gioco è davvero ben fatto, nonostante qualche rallentamento piuttosto fastidioso. Se questa è la strada intrapresa dalla EA Sports per i prossimi tempi possiamo iniziare a mettere la mano sul cuore e sperare in futuri progressi della serie. Avremmo solo da guadagnarne.
Mattia Ravanelli