La scena di gioco occupa una porzione dello schermo simile all'area di un cinescopio 16:9, la parte inferiore esterna al quadro è dedicata all'inventario che, in tempo reale, ci permette di scegliere armi ed attrezzi senza interrompere il fluire dell'azione. Le aree di gioco non sono particolarmente vaste ma la sfida è assicurata da un mix ben bilanciato di enigmi coinvolgenti e mai frustranti e da un tasso molto elevato di sparatorie in cui dovremo far valere la nostra abilità di condurre un conflitto a fuoco strategicamente accurato senza fare troppi errori, pena l'incremento del cosidetto effetto paura, che aumenta la velocità dei battiti del nostro cuore, fino al collasso finale.
Una baracca in fiamme piena cadaveri, il posto ideale per riordinare le idee
Un applauso a una software house che ha scommesso su un terreno impervio e, scegliendo palesemente una realizzazione dai contenuti non del tutto "politically correct", tra le imprecazioni di Royce, il limpido bagliore criminale negli occhi di Deke durante le sparatorie, il lieve nudo di Hana, assassini, intenzioni poco pulite, scene cruente ma realistiche, ha creato uno degli action adventure più interessanti di quest'anno. Il gioco non è tra i più lunghi ma è intenso e può essere giocato nuovamente al livello hard per assistere a una diversa sequenza finale. Buona anche la recitazione campionata. Se anche solo minimamente vi piacciono gli action adventure, non perdetevi assolutamente Fear Effect.