Pochi degli scenari possono vantare una veste estetica dettagliata; in questo caso il clima desertico giustifica la desolazione
Detriti e polvere si depositano sulla carrozzeria, spegnendo i riflessi metallici che i mezzi sfoggiano prima della partenza
Come si propone Fatal Inertia di elaborare in maniera degna di nota una formula di gioco già rappresentata da simili, illustri esponenti? In effetti, è persino difficile pensare che il progetto abbia mai avuto eccessive ambizioni; è subito evidente la mancanza di un carattere forte, di una personalità espressa da scelte di design significative.
Nel confezionamento dell'involucro audiovisivo, Fatal Inerzia se la cava con dubbia grazia.
La rappresentazione grafica è affidata al gettonato Unreal Engine 3, che - per com'è stato utilizzato - non manca di rendersi riconoscibile nel suo look massiccio e vagamente artificiale; se di fronte a canion rossastri e a scure massicciate industriali l'impressione visiva di solidità non manca, è la direzione artistica a rivelarsi insipida, sia a livello di composizione degli scenari, incapaci di stupire e di ricreare un background fantascientifico coerente, sia nelle scelte stilistiche, poco ispirate soprattutto nel generico design delle vetture.
Non mancano le sbavature, quali inconsistenze di frame-rate e fenomeni di pop-up dal sapore anacronistico, poco influenti sull'esperienza ma indice di scarsa rifinitura.
Il sonoro fa tutto tranne che tentare di operare in sinergia con le immagini, con la sua limitata selezione di musiche di matrice hard rock, ripetitive e spesso fuori contesto.
Gli effetti grafici, come il blur atto a valorizzare la sensazione di velocità, si fanno apprezzare più nei replay che in-game
Più temibili delle collisioni ravvicinate tra mezzi sono gli orb magnetici, una zavorra decisamente scomoda da rimuovere
Il campo aperto offre ampia varietà di manovra ma disperde il tecnicismo d'impostazione delle traiettorie; gli armamenti, reperiti tramite il classico espediente degli hot-spot da attraversare, includono delle variazioni sul tema originali ma diaboliche nell'effetto sul giocatore. Proiettili dalla natura di globi magnetici si incollano sulla carrozzeria diventando una malaugurata zavorra, scaricabile solo tramite una rotazione completa su se stessi; tale azzardata manovra, causa di pericolosi sbandamenti, andrà compiuta con frequenza fin troppo elevata, in rapporto al grado di disturbo arrecato. La palma di strumento più insolito va ad una sorta di elastico, in teoria in grado di collegare il proprio velivolo a quello di un avversario (o a un elemento dello scenario) con lo scopo di ottenere una spinta supplementare, ma alla prova dei fatti difficoltoso da usare in maniera che non sia dolorosamente controproducente.
Ostacoli naturali e artificiali obbligheranno a scegliere determinati passaggi; al tratto più breve corrisponde di norma un maggior rischio
L'inerzia degli hovercraft è molto accentuata in uscita di curva; occorre utilizzare i grilletti dorsali per pieghe più decise
5
Fatal Inertia soffre della mancanza di un'idea forte alle fondamenta; l'esperienza risulta amorfa, piuttosto generica, priva di una decisa caratterizzazione tanto negli aspetti formali quanto nelle meccaniche di gioco: da un lato un art design avaro di scelte originali e ricercate, dall'altro un gameplay grossolano che non approfondisce un'intuizione come quella dell'irregolarità geologica dei tracciati.



