Tiscali

Recensione F3AR

Nessuno ha paura del buio...
Giuseppe Schirru Di Giuseppe Schirru(27 giugno 2011)
Chiedete a un estimatore smemorato di fps di parlarvi di F.E.A.R. e questi non vi menzionerà sicuramente il reparto grafico, tanto meno chissà quali trovate a livello di gameplay. Ma c'è un elemento che il lavoro targato Monolith e datato anno domini 2005 (nella sua release per PC) gli tornerà sicuramente in mente, l'intelligenza artificiale dei nemici ben al di sopra della media, capaci di accerchiamenti e manovre evasive sorprendenti per i tempi che furono. Il che potrebbe essere, a grandi linee, la stessa strampalata sorte di questo terzo capitolo che fallisce quando vorrebbe puntare sul fattore horror trovando invece la sua ragione d'essere in una componente shooter riuscita e moderatamente gratificante, nonchè in una modalità multiplayer sfiziosa e, per certi versi, originale.
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Ma il discorso è un po' più complicato di quanto non appaia specificato in queste righe, anche perchè alcune scelte discutibili di gameplay operate da Day1 Studios stridono coi due capitoli precedenti. Strampalata sorte si diceva. Fa sorridere che un prodotto che parte da sfiziose basi come una componente ad alto tasso horror fatichi a far raggelare il sangue dell'anche più vile dei videogiocatori (ciò in parte è imputabile all'azione di gioco adrenalinica e alla strutturazione dei livelli), risultando privo di reali momenti di tensione o scene per cui saltare dalla sedia. Il giocatore si dimentichi quindi la sensazione di oppressione alla Dead Space o l'incedere lento e timoroso dei survival horror degni di tale nome. Ed è curioso come il plot narrativo, che tra l'altro si bea della firma di un certo John Carpenter, non riesca a convincere appieno. La trama di F.3.A.R. riprende protagonista e antagonista del primo capitolo, rendendoli alleati al fine di evitare che il bimbetto scaturente dall'unione di Michael Becket (secondo episodio, ricordate?) e Alma possa rivelarsi la classica minaccia per l'umanità.

La presenza di Point Man e Paxton Fettel ha però una precisa valenza a livello di gameplay. Il gioco in singolo è infatti strutturato in modo da essere affrontato prima con uno personaggio (Point Man), poi con l'altro dopo aver terminato il relativo livello. Point Man si avvarrà dell'ormai classico bullet time per rallentare il tempo e crivellare di piombo i nemici (tanto spettacolare quanto oramai pluriabusato), dando comunque vita a un'esperienza fps come tante; Fettel invece avrà la possibilità di impossessarsi dei corpi dei nemici e con questi attaccarli. Costringere il giocatore a superare i livelli con un personaggio per poi poterli affrontare col secondo è una scelta non del tutto riuscita, anche se fortunatamente la stessa problematica non è rinvenibile nel gioco in multi. La co-op a due giocatori permette infatti di utilizzare i due personaggi contemporaneamente. Il risultato è apprezzabile per la possibilità di sperimentare svariate modalità di attacco combinate, subentra però una facilità disarmante nel superare illesi le orde di nemici che farà scemare velocemente l'entusiasmo.
A onor del vero rimane da segnalare l'implementazione di un sistema di coperture riuscito, che permette di sfruttare con facilità i ripari per evitare il fuoco nemico e sporgersi per scaricare l'arma, nonché un'intelligenza artificiale discreta, comunque nulla per cui gridare al miracolo. È comunque negli scontri che F.3.A.R. dà il meglio di sé, presentando alcune sezioni particolarmente gratificanti, sfide contro i boss e quant'altro, per un totale di cinque ore (per la campagna in singolo) che lievitano al doppio con l'utilizzo del secondo personaggio.

È a livello multiplayer che il terzo capitolo della serie si fa sorprendentemente apprezzare. Niente deathmatch o deathmatch a squadre, bensì modalità che consentono un massimo di quattro giocatori e prevedono vicendevole collaborazione tra i partecipanti al team: in Contrazioni, una sorta di survival, ci ritroveremo barricati in un edificio dove dovremo affrontare orde di nemici via via più numerosi e agguerriti (la modalità Zombie di Call of Duty docet); in Corsa Maledetta avremo una squadra di quattro giocatori che dovranno scappare da una nube di nebbia tossica, le restanti invece si basano sull'utilizzo dei poteri di spirito per impossessarsi dei soldati nell'arena e compiere carneficine.
A livello tecnico F.3.A.R. non regge sicuramente il confronto con le migliori produzioni attuali. Il motore grafico oramai vetusto, pur avendo subito notevoli aggiornamenti non offre quella resa grafica che ci si sarebbe attesa da un titolo attuale, con modellazioni poligonali non sempre riuscite, texture non troppo convincenti così come le ambientazioni, dotate di una piattezza quasi disarmante. Per quanto concerne il reparto audio le cose vanno un pochino meglio: il doppiaggio in lingua nostrana non fa certo gridare allo scandalo, ma nemmeno al miracolo (sempre meglio quello in lingua originale), mentre le musiche e gli effetti sonori risultano apprezzabili.
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Difficile chiudere un occhio quando un horror non si rivela tale ed è incapace di offrire alcun brivido. F.3.A.R.  comunque, nonostante un reparto grafico sottotono e alcune scelte di gameplay discutibili, regala alcuni sprazzi di godimento, specie in multiplayer dove presenta alcune modalità sfiziose.
voto grafica6
voto sonoro7
voto gameplay7
voto durata7,5