Tiscali

Recensione Extermination

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (7 giugno 2001)
VOGLIO COMBATTERE IN UN DESERTO!
Veniamo ad un altro dei fattori determinanti per un survival horror: il feeling trasmesso. Il gioco riesce a impaurire l'utente? E' capace di tenere sempre alta la tensione del giocatore senza stressarlo eccessivamente? La risposta è affermativa per entrambe le domande. Il character design dei mostri è sufficientemente ben realizzato da disgustare quanto basta l'occhio al solo incontro ravvicinato, tanto più che presto s'imparano a conoscere le potenzialità di ogni avversario e, di conseguenza, a temerli. La tensione è sempre viva sia grazie al buon accompagnamento sonoro, che pur non eccessivamente ingombrante riesce a sottolineare efficacemente i momenti topici, sia alla "bastardaggine" innata degli insidiosi mostri, che non ci penseranno due volte a sbucare improvvisamente dalle fiamme o a comporsi magicamente da una piccola pozza d'acqua. Gli stessi, oltre a essere generalmente duri a morire, seguono dei pattern comportamentali ben precisi che non sono comunque facilmente prevedibili e non eccessivamente intuitivi. Infine, per gli amanti di questa ormai proverbiale aggiunta di tensione... ebbene, sì: "escono dalle fottute pareti!". Non farete in tempo a ucciderne uno, che un altro paio vi piomberà dal soffitto o emergerà magicamente dai muri contaminati per omaggiarvi del proprio veleno
Extermination - Immagine 5
Riley ha deciso di squoiare una bella porchetta mutante
Altro elemento essenziale per un survival horror è quindi la presenza di porte immancabilmente chiuse, che necessitano di chiavi particolari o della pressione di interruttori generalmente dislocati da tutt'altra parte, di claustrofobici ascensori e di un certo numero di enigmi. I primi due elementi sono presenti in buona quantità, i terzi piuttosto raramente invero, adeguandosi al ritmo di gioco veloce che contraddistingue Extermination
L'intera summa di fattori è poi calata adeguatamente in un contesto stuzzicante, corroborato da una trama interessante, che lentamente sa pianificare i propri colpi di scena, e che, essenzialmente, è qualcosa di differente ed alternativo all'ormai classico mondo degli zombie... e già questo potrebbe bastare. Dato che anche l'occhio esige la sua parte, non rimane che verificare i pregi ed i limiti della realizzazione tecnica allestita dai Deep Space
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