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Recensione Eve of Extinction

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (16 maggio 2002)
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Eidos propone con Eve of Extinction (EoE) il rilancio di un genere quello del beat'em up senza incontri. La maggior parte dei giocatori quando pensa a questo genere si ricorda di titoli che hanno fatto la storia come Final Fight o Double Dragon perché in fin dei conti nulla di realmente nuovo è stato introdotto sin dall'apparizione dei titoli citati. E nemmeno EoE riesce a portare una ventata di aria fresca in un genere che evidentemente non ha nulla di nuovo da dire.
La storia vede come protagonista Josh Calloway un dipendente della Wisdom Corporation, società leader nel campo degli esperimenti di genetica.

Uno degli ultimi progetti della Wisdom vede il tentativo di realizzare la fusione di un particolare metallo con lo spirito umano, allo scopo di realizzare il perfetto strumento da guerra. Meta ultima di questo progetto è il raggiungimento del dominio mondiale, e guarda caso quest'arma, il cui nome in codice è proprio EoE, è costituito per la sua metà umana dalla ragazza di Josh, Eliel. Questi impadronitosi dell'arma decide di servirsene per rimettere le cose a posto e cercare vendetta.
EoE è un beat'em up in sostanza, così da parte dei giocatori è lecito aspettarsi una gran quantità d'azione, se possibile con un po' di varietà.
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In realtà le cose stanno un po' diversamente. Il combattimento è molto semplificato e basta sguainare la spada e menare fendenti oppure sparare con le armi possedute e il gioco è fatto. Non occorre molta strategia dato che a volte i nemici, aspettano il momento buono per attaccare, cioè quando il protagonista si è fermato dopo altri attacchi. In più capita che gli stessi restino voltati da altre parti lasciandosi colpire alle spalle.
Se il comportamento dei nemici è qualche volta poco intelligente nemmeno il loro aspetto è molto intrigante, visto che si assomigliano un po' tutti.

C'è di buono che man mano si avanza nell'avventura, essi diventano più resistenti offrendo un minimo di sfida in più. Al di là di questo il concetto di fondo seguito nella progettazione dei livelli è semplice: bisogna percorrerli fino alla fine combattendo tutti i nemici incontrati lungo la strada. Però una cosa lo distingue dai classici picchiaduro: l'esplorazione. Un forte accento è posto sulla scoperta di zone normalmente nascoste ad uno sguardo frettoloso o tecnicamente irraggiungibili se non con un adeguato uso dei comandi. E' possibile interagire quasi con ogni cosa, arrampicarsi su lampioni, pali, cornicioni e sfruttarli per percorrere vie alternative talvolta necessarie per poter proseguire dato che in certi casi solo con l'esplorazione si può scoprire il modo per avanzare.
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