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Recensione Ecco the Dolphin: Defender of the Future

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (19 luglio 2000)
Insomma, per tagliarla corta, si fa prima a descrivere in toto la struttura di gioco, piuttosto che azzardarsi in campi minati di tale specie. Nei panni di un giovane delfino, il giocatore guida Ecco per i fondali marini di isole e atolli tropicali, all'interno di misteriose caverne, in buie pozze d'acqua salmastra e fino nei meandri dell'ennesima Atlantide perduta, ma non è finita: civiltà passate e future, macchinari senza un nome e un'origine e tutto quanto ci sarà dato scoprire lungo i tanti livelli (circa 30) di cui è composto il gioco
Ecco the Dolphin: Defender of the Future - Immagine 2
L'entrata di una caverna.
Definire con esatezza il compito di Ecco è piuttosto difficile. La trama che sta alla base del gioco, scritta e adattata da David Brin, scrittore esperto in fantascienza e astrofisica (mica un Soletta qualsiasi quindi...), vede uomini, delfini e forze ultraterrene mischiarsi in un'intricata sequela di scontri per il possesso della Terra. Quel che se ne capisce è che i delfini (Ecco in particolare) dovranno salvare un po' tutta la baracca. A dirla tutta in più punti, perlomeno inizialmente, si ha la sensazione che si sta raschiando il barile oltre ogni decenza, ma poi dalla regia vengono a dire che quel David Brin è un Signor Scrittore e scienziato, quindi mica puoi metterti a discutere..
Idiozie a parte, basta effettivamente perseverare e raggiungere i livelli più avanzati del gioco per addentrarsi nel pieno svolgimento della trama del gioco, effettivamente intrigante e ottimamente curata. Ma la perseveranza del giocatore funge un po' da linea conduttrice per tutta l'esperienza di gioco che può offrire Ecco DotF. In che modo? Semplice: si prende in mano il pad, si comincia la prima partita e via, ci si ritrova in un mare azzurro e caldo, con qualche delfino a tenerci compagnia, alcuni squali a ricordarci l'ordine naturale delle cose e poco altro. Cosa diavolo devo fare? Domanda lecita
L'ultima produzione della Appaloosa non fornisce grandi appigli ai giocatori dell'ultim'ora o, perlomeno, a quei giocatori che preferiscono il rilassamento delle sinapsi agli sforzi della materia grigia. Si tratta a tutti gli effetti di un gioco di esplorazione e azione. Nei panni di Ecco occorre muoversi, nuotare in ogni anfratto, parlare (come? Vedremo tra poco) con ogni essere amico e combattere con tutti quelli nemici. Investigare sulle strutture dei livelli, scoprire passaggi nascosti e portare a termine i compiti che ci vengono affidati poco per volta. Ma prima di continuare oltre urge una spiegazione delle caratteristiche base del nostro simpaticissimo Flipp... ehr, Ecco
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