Il sistema di controllo sarà piuttosto semplice, eppure molto personalizzabile: avrete a disposizione un tasto per l'attacco standard, uno per passare rapidamente dall'arma da mischia a quella a distanza, uno per raccogliere oggetti e parlare con gli altri personaggi ed uno per assumere le pozioni curative (sempre che ne possediate), oltre ovviamente allo stick analogico per lo spostamento. Tutti gli altri tasti, oltre ad eventuali combinazioni degli stessi con il tasto jolly R, potranno essere associati all'uso delle varie abilità speciali che il personaggio apprenderà e potenzierà incrementando il proprio livello di esperienza. Caratteristiche innovative, o perlomeno inusuali nello standard degli RPG d'Azione, sono la possibilità di portarvi appresso un “gregario” che vi aiuti in battaglia, nonché la presenza di una “mappa del mondo” in cui potrete vagare in cerca di locazioni segrete e missioni extra. Inoltre, raggiungendo elevati livelli di esperienza, sarà possibile “evolvere” la classe del personaggio in classi “superiori”, ottenendo così nuove abilità esclusive.
Tecnicamente il lavoro non è eccezionale. La grafica di gioco, infatti, sebbene impegni un motore solido ed affidabile in cui non si registrano particolari difetti o rallentamenti, si avvale di modelli 3D piuttosto semplici, tanto che i pochi particolari curati sono spesso coperti dall'esiguità del numero dei poligoni. Gli effetti speciali, come fiamme e fulmini, sono ben realizzati se presi singolarmente ma tendono ad influenzare in minima parte l'ambiente circostante. L'unica menzione d'onore va alla realizzazione degli ambienti 3D che in certi luoghi si sviluppano su mappe tutt'altro che bidimensionali. La colonna sonora è gradevole, con temi maestosi dalle tinte fantasy e un buon set di effetti sonori da battaglia; pregevoli anche i doppiaggi, rigorosamente in Inglese. Il problema tecnico più grave è però quello dei caricamenti: la loro lunghezza è veramente eccessiva, tale da far talvolta entrare in funzione il risparmio energetico dello schermo LCD della PSP, e la loro frequenza, a causa dei numerosi passaggi da una locazione all'altra, è altresì piuttosto elevata. Se ci aggiungete che ad ogni ingresso in una locazione vengono ripristinati tutti i nemici, avrete il quadro completo di come l'avanzare nell'avventura possa richiedere molto più tempo di quello effettivamente necessario.
Il sistema di gioco è semplice ed intuitivo, le missioni inizialmente piuttosto lineari ed in seguito decisamente più aperte, e la progressione abbastanza libera da permettere al giocatore, nel limite delle tre classi iniziali, di evolvere il proprio personaggio secondo i propri gusti. Quello che però manca a questo Throne of Agony è quel pizzico di innovazione che lo differenzi dalla massa: rispetto ai precedenti Dungeon Siege, addirittura, si può dire che si sia fatto un lungo passo indietro verso un prodotto più “classico” e vicino alla produzione della concorrenza. Al momento attuale, confrontando questo gioco con altri titoli (Untold Legend su tutti, ma anche addirittura l'antesignano Diablo), si fa fatica a scorgere differenze significative superiori alla succitata mappa del mondo: il Dungeon Siege a cui siamo abituati, invece, ci si è sempre distaccato con classe proponendo idee innovative e stuzzicanti per rendere sempre nuovo un sistema di gioco alla fin fine ripetitivo.
Se non siete alla ricerca di qualcosa di veramente particolare, ad esempio perché siete dei neofiti del genere o, viceversa, perché siete degli appassionati del “classico”, troverete in questo Throne of Agony un gioco abbastanza onesto, sicuramente sufficiente anche se sarebbe bastato un pochino di buona volontà in più (e molto tempo di caricamento in meno) per far lievitare il giudizio. La vicenda è piuttosto lunga, e portarla a termine con tutti e tre i personaggi vi dovrebbe occupare una massiccia mole di tempo di gioco, motivando pertanto l'acquisto anche con una buona longevità; a questa si aggiunge la possibilità di qualche partita in Multy, purtroppo solo con connessione ad Hoc. Dategli un'occhiata se vi ha incuriosito, ma non aspettatevi capolavori...
Dopo ciascuna delle numerose scaramucce seguirà la certosina raccolta dei mucchi di monete d'oro disseminate dai mostri sconfitti
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Dungeon Siege Throne of Agony non è un cattivo RPG, ma fa poco per discostarsi dalla massa, prediligendo oltretutto scelte “classiche” alla Diablo o alla Untold Legends piuttosto che rimanere fedele ad alcune idee proprie della serie Dungeon Siege. La possibilità di girare per il mondo liberamente (entro certi limiti) e di esplorare in cerca di tesori e missioni è più che gradevole, ma per il resto non c'è proprio niente di nuovo alla luce del sole, e il tutto è fallato da tempi di caricamento veramente estenuanti.



