Per fare tutto questo, scopriremo presto che in Drakensang sarà possibile creare una compagnia di eroi, fino a quattro personaggi. Inoltre, da un certo punto in avanti, avremo anche a disposizione una sorta di quartier generale dove i compagni che abbiamo reclutato (o che si sono uniti a noi, volenti o nolenti!), ci aspettano : in base alle loro caratteristiche uniche, potremo scegliere chi portare con noi in una data missione.
Il nano ha una particolarità : molto avanti nel gioco,acquisirà un dono che gli permetterà di scoprire porte e tesori nascosti!
La componente “guerresca”, in Drakensang è scandita da un approccio (fin troppo) strategico. Quando ci troveremo a misurarci contro un avversario, il gioco entra in pausa : in questo modo, potremo ordinare ai singoli membri del nostro gruppo cosa fare, e li vedremo eseguire i nostri ordini quando il corso del Tempo tornerà al suo normale scorrere.
Fatto questo, toccherà all'avversario - o agli avversari, fare la stessa cosa, il che rende i combattimenti, anche i più semplici, molto più lunghi rispetto a titoli affini, come l'indiscusso campione del genere, Sacred.
Un esempio di bad clipping : la spada del nostro nemico ci ha attraversato il cranio,senza danni apparenti!
Il titolo nato sotto la bandiera di DTP Entertainment, non vanta alcuna funzione di “livellamento” : in questo senso, ci troveremo spesso a dover rinunciare ad una missione, tornando sui nostri passi quando saremo divenuti sufficientemente potenti da poter tentare l'impresa; in ogni caso, a differenza di altri giochi, le aree esplorabili “a caso” sono estremamente limitate e spesso, le varie zone si apriranno solo quando saremo effettivamente in grado di andarci.
Sul fronte strettamente tecnico, ci troviamo di fronte ad un titolo tutto sommato “leggero”, che gira a dovere anche su computer che non siano proprio quelli presenti sulla USS Enterprise.
Per le note tecniche, vi rimandiamo come è consuetudine al box hardware qui sotto : quello che invece possiamo dire è che siamo di fronte ad un'opera più che dignitosa, che trova la sua massima epitome nella realizzazione dell'acqua, davvero degna di nota. Il conteggio dei poligoni non è mai altissimo,ma nel complesso lo spettacolo offerto da alcuni panorami e talune locations compensano la fatica d'essere arrivati fino a quel punto. Buone anche le musiche, classiche del genere, mai rullanti e mai invasive; leggermente sottotono il doppiaggio (quando presente) in Italiano,ma nulla che faccia gridare allo scandalo.
Manca totalmente, e di questo ci rammarichiamo non poco, una modalità multigiocatore. Dal nostro punto di vista, Drakensang, come Sacred prima di lui, si sarebbe prestato benissimo al gioco cooperativo vista la sua natura, quindi non comprendiamo come mai questa volta alla FX abbiano trascurato tale aspetto, che è stato poi uno dei motivi per i quali Sacred è ancora oggi un “must” per tutti gli appassionati. Drakensang The Dark Eye, in ogni caso, è e resta un gioco di ruolo corposo e di gusto rotondo, che non dovrebbe mancare nella ludoteca degli appassionati del genere. Capace di attrarre il giocatore in un mondo tutto sommato avvincente ed evocativo, si fa ben perdonare per delle piccole mancanze, invogliando costantemente a scoprire...cosa accade dopo. Il che, non è certo poco.
12
7,5
Drakensang non è Sacred e,per fortuna,non pretende di esserlo. L'adozione del sistema alla "Un Salto Nel Buio", che fa di questo gioco un RPG vecchio stile (e quindi lontanissimo dalla saga di Sacred), instrada il giocatore verso un sentiero ragionato, calmo, esplorativo,dove l'azione è solo una parte del grosso mosaico messo insieme dai programmatori. Gli appassionati di gioco di ruolo,a cui questo prodotto è maggiormente rivolto, non dovrebbero lasciarlo sugli scaffali per nessun motivo.



