Tiscali

Recensione Dragoneer's Aria

Riuscirete scoprire cosa si cela dietro al terribile Nidhogg?
Fabio Fundoni Di Fabio Fundoni(10 marzo 2008)
“Comportati bene o chiamo il drago nero”
Un vero predestinato Valen. Grazie alla famiglia in cui è nato, per lui sono aperte le porte per essere ammesso nel rigido ordine dei Dragoon, difensori e custodi dei draghi, da cui dipende il mantenimento dell'equilibrio del mondo. Ogni drago infatti è legato ad un elemento (i più che classici fuoco, acqua e simili), che sono le forze alla base della stabilità di tutto il pianeta. Non saremmo in un videogame se il destino non avesse deciso di metterci lo zampino, infatti, mentre sta per iniziare la cerimonia per l'investitura di Valen ed altri aspiranti Dragoon, succede l'inimmaginabile. Nidhogg, il malvagio drago nero che tutti credevano imprigionato da un sigillo, compare dal nulla, portando morte e distruzione.
 
Dragoneer's Aria - Immagine 1
Euphe sarà la prima compagna ad unirsi alla nostra avventura.
Dragoneer's Aria - Immagine 2
Valen, il nostro eroe.
Dragoneer's Aria - Immagine 3
Logicamente, i draghi avranno un ruolo importantissimo nello svipluppo della storia.
 
A poco servono i tentativi dei Dragoon più alti in grado, la furia dell'antica nemesi viene contrastata unicamente dal Drago dell'Acqua (Water Dragon, visto che il gioco è tutto in inglese), anche se ormai, quando Nidhogg si ritira, i danni sono già irreparabili. Valen si trova così gettato nella battaglia da un momento all'altro, proprio nel giorno che doveva essere per lui più importante. Quando torna la calma, Sonia, generale dei Dragoon, non può che contare i feriti e decidere il da farsi. La situazione appare critica, non solo per le perdite, ma anche per l'assenza dei vari draghi, visto che solo uno è accorso.
 
Decide così di chiedere a Valen, distintosi subito sconfiggendo un mostro lasciato dal cattivone di turno, di incamminarsi alla ricerca dei vari lucertoloni, per capire quel che sta accadendo. Ciò che preoccupa Sonia è il terribile influsso che Nidhogg potrebbe avere sull'anima di chiunque, anche coloro che sembrano essere amici fidati. Per aiutare Valen nella sua missione, decide di affidargli il Fire Orb. Gli orb sono piccoli globi contenenti il potere dei draghi, legati alla loro stessa forza vitale. Sinchè gli orb saranno custoditi, i draghi potranno usare i loro poteri e persino rinascere se uccisi. Gli stessi portatori degli orb, acquistano inoltre le capacità di combattimento legate agli elementi in questione, diventando temibili guerrieri. Nel lungo viaggio che lo attende, Valen sarà accompagnato Euphe, una ragazza dalla verde chioma, presente a quella che doveva essere la cerimonia, e venuta in possesso del Water Orb durante la lotta tra Nidhogg e il Water Dragon.
 
Non che Valen sia molto concorde con il far correre rischi ad una giovane così indifesa (all'apparenza...), ma l'insistenza di lei, visibilmente attratta dal bel protagonista, più la presenza del Water Orb, lo faranno ricredere. Comincia così una lunga avventura che porterà il nostro gruppetto ad incontrare Mary e Ruslan, due validi amici su cui contare nella corsa contro il tempo per riportare a tutti la speranza.

“Mi dia quella collana. Starà benissimo con le mie trecce bionde”
Una trama sufficiente ma non trascendentale per questo nuovo jrpg arrivato con il marchio Koei, che, sin dalle prime battute a denota segni di cedimento dell'impalcatura generale. Ad onor del vero, il primo impatto con Dragoneer's Aria, è segnato da una quantità abnorme di dati e informazioni. Dopo una breve visita di tutti gli edifici della città da cui cominceremo le nostre ricerche e quattro chiacchiere con i passanti, potremmo pensare di avere per le mani un sistema di gioco estremamente complesso e variegato. Inseriti in una rigida modalità fatta di esplorazione e combattimenti a turni con i mostri incontrati di volta in volta, i nostri eroi saranno innanzitutto armati ognuno di una diversa tipologia d'arma.
 
Tra bottini ritrovabili per il mondo e negozi, potranno impossessarsi di nuove armi, sempre più potenti o quantomeno con particolari abilità, con la nota di merito che ogni spada, bastone, pistola o quant'altro sarà ben visibile nelle sue varie forme addosso al modello poligonale dell'interessato. Oltre agli strumenti d'offesa, potremo dotare Valen e soci di alcuni accessori, come collane e simili. Ogni oggetto, oltre alla possibilità di migliorare le skill basilari dei personaggi, potrà ospitare sino a due slot adibiti all'inserimento di particolari nuclei magici chiamati lusce, recuperabili in varie zone del gioco. Ogni lusce attivato, permetterà l'uso di diverse magie, che diventeranno più forti tanto più se ne farà uso, con l'aumento della loro “qualità”, la luminescence.
 
Simile uso per i dragon orb nominati nella trama. Assegnandone uno ad un personaggio, questo ne acquisterà i poteri, riassumibili nella possibilità di usare le Dragon Skill, in grado di sprigionare attacchi elementali su un gruppo di avversari o su uno solo di essi. Anche queste, più saranno usate, più diventeranno utili, aumentando il valore delle abilità omonime. L'attacco della disperazione sarà poi il Rush Attack, compiuto sacrificando tutti i propri punti magia (mana, come tradizione) ma utile per causare un discreto numero di danni. E' appunto il mana ad occupare un ruolo molto particolare nella gestione dei combattimenti: attaccando con le armi, accumuleremo 50 punti di mana. Ogni 100 punti, riempiremo un tassello della apposita barra.
 
Dragoneer's Aria - Immagine 4
Le armi scelte saranno visibili in mano ai nostri combattenti, donando una certa varietà grafica.
Dragoneer's Aria - Immagine 5
Nikita, come molte altre protagoniste, è sicuramente un bel vedere...
Dragoneer's Aria - Immagine 6
Valen e Euphe faranno conoscenza così, dopo un avvenimento decisamente catastrofico...
Per sferrare gli attacchi magici di cui abbiamo parlato prima, sarà necessario spendere almeno un blocco di mana (eccezione fatta per il Rush, di cui abbiamo appena parlato, che ne consumerà l'intero ammontare). Se gettarci nella mischia non ci sembrerà la miglior mossa, potremo utilizzare qualche oggetto o fuggire, se non tentare di parare i colpi, premendo a tempo il tasto X per un certo numero di volte. Di vittoria in vittoria, oltre ad aumentare appunto lusce e skill, accumuleremo punti esperienza. Ogni volta che ne realizzeremo 500, potremo salire di livello, con conseguente miglioramento delle nostre capacità. Logicamente, più saliremo di livello, meno punti riceveremo nei combattimenti, in modo da non diventare subito troppo competitivi.
 
Se questo non vi dovesse bastare, sarà anche possibile, durante i viaggi, poter costruire armi, oggetti e equipaggiamento con le proprie mani. Comprando la giusta ricetta e avendo gli ingredienti indicati, potremo realmente creare tantissime cose. Insomma, davvero tantissimi input, in grado di far ben sperare qualsiasi giocatore. Ma è tutto oro quello che luccica?

Ne uccide più lo stereotipo che la spada
Molti di voi avranno già capito come, quasi tutti i fattori di cui abbiamo parlato, siano si interessanti ma già visti in altri jrpg. Impossibile non far correre la mente ai Materia di Final Fantasy VII, confrontandoli con i lusce di Dragoneer's Aria. L'aumento delle skill sembra poi ispirarsi a piene mani al sistema di crescita visto sempre nel secondo capitolo della saga Square. Mana e crafting sono invece riconducibili ad Atelier Iris, senza voler elencare le altre “citazioni” di colleghi famosi. Un difetto a priori? Non necessariamente, se non fosse che nessuno di questi elementi, si dimostri approfondito quanto era lecito attendersi.
 
A conti fatti, tutto è basabile su poche nozioni, tra l'altro facilmente soppiantabili dalla realtà dei fatti, cioè che in poco tempo capiremo quali saranno le azioni realmente utili e quali ampliamente accantonabili. Molto ne soffre la varietà del gioco, non rialzata dalla presenza di alcune capacità, una per personaggio, utilizzabili durante le fasi esplorative. Anche la presenza di combo elementari, azionate dalla sequenza di diverse dragon skill, non farà che far mettere sempre più da parte alcune opzioni di combattimento in favore di altre più redditizie in ogni situazione.
 
Oltre a quanto detto, i combattimenti patiscono una lentezza quasi esasperante e una difficoltà spesso esagerata. Ogni volta che incontreremo un avversario (tra l'altro ben visibili sulla mappa di gioco, anche se tutti rappresentati da un modello unico, per poi mostrarsi interamente solo sul campo di battaglia vero e proprio), dovremo vedere lunghi spezzoni introduttivi impossibili da saltare, di difficile sopportazione già dopo le prime lotte. Le stesse poi sapranno mettere alla prova la pazienza del giocatore anche per le frequenti sconfitte. I mostri saranno spesso agguerriti, costringendoci ad attuare una lunga politica di “level up” che, unita alla lentezza e poca varietà di cui detto in precedenza, crea non pochi fastidi.

Lo stesso impianto tecnico non è certo di primo livello, fatti salvi alcuni modelli poligonali particolarmente ispirati, personaggi e mostri soffrono non solo di uno scarso desing, ma anche di evidenti problemi per quel che riguarda le collisioni tra poligoni. Tra l'altro, durante i combattimenti, non vedremo mai più di un personaggio o un nemico alla volta, dovendoci basare sulle scritte in sovrimpressione per capire quanti sono i nostri antagonisti, il tutto contornato da una perenne scarnezza delle ambientazioni.

Non molto meglio il sonoro, dove tolti alcuni brani della colonna sonora e parte del doppiaggio ( presente sia in inglese che in giapponese), il tutto si attesta su soglie di sufficienza. Aggiungendo una trama parca di spunti e personaggi poco carismatici, la frittata è fatta. Tante cose in ballo, forse troppe. Svilupparne a dovere solo alcune, avrebbe probabilmente permesso un risultato più piacevole.
Dragoneer's Aria - Immagine 7
Il primo nemico che affronteremo servirà a prendere confidenza con il battle system
Dragoneer's Aria - Immagine 8
Nikita e Lucien: qualcuno nasconde un segreto... ma chi?
Dragoneer's Aria - Immagine 9
I mostri, anche se in gruppo, saranno sempre visualizzati uno alla volta.
6
Se per avere un buon titolo bastasse mettere in un calderone delle idee interessanti, ispirate ai migliori jrpg in circolazione, Dragoneer's Aria sarebbe una killer application. In verità, invece, ai buoni propositi non si è affiancata un'altrettanto buona realizzazione. Giocare all'ultima fatica targata Koei è un'esperienza dominata dal forte sentore che, con tutta la carne al fuoco disponibile, ben poco sia stato gestito come meritava il progetto originale. Lo stesso comparto tecnico vede naufragare i pochi buoni spunti stilistici in una mediocrità generalizzata. Il colpo finale alla voglia del giocatore di proseguire nelle peripezie di Valen e soci, è infine inferto dalla lentezza dei combattimenti, legata a doppio filo con la continua necessità di salire di livello per non soccombere di continuo. Una difficoltà mal calibrata e una trama senza troppe pretese non sono che il condimento di quel che relega Dragoneer's Aria nella sezione degli esperimenti poco riusciti.
voto grafica6,5
voto sonoro6,5
voto gameplay5
voto durata5,5
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