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Recensione Dragon Ball Z: Battle of Z

L'unione, non sempre, fa la forza
Davide Ottagono Di Davide Ottagono(21 gennaio 2014)
In concomitanza con l'uscita italiana dell'attesissimo Dragon Ball Z: Battle of Gods, ecco arrivare sulle nostre console (di vecchia generazione) il nuovo, immancabile appuntamento dell'abusata saga di Akira Toriyama. Per chi si fosse perso gli ultimi annunci, Battle of Gods è l'ultimo lungometraggio ufficiale ispirato all'ancora popolarissimo manga giapponese, ambientato tra la fine della saga di Majin Bu e l'inizio di GT. Senza lanciarci in commenti fin troppo tecnici sul film (non è questo il luogo adatto, infatti), possiamo anticiparvi come il film sia riuscito tanto a far parlare di sè per questo fantomatico livello "divino" da Super Sayan che Goku sarà costretto a raggiungere nel corso della storia per poter battere Bills, il Dio della Distruzione.

Namco Bandai non si lascia sfuggire l'occasione e - sorpresa delle sorprese - si lancia in un ennesimo tie-in quando oggettivamente non se ne sentiva proprio il bisogno. Del resto, le trasposizioni videoludiche di Dragon Ball hanno lasciato molto a desiderare negli ultimi anni, partendo da Raging Blast e finendo con il recente, "indimenticabile" spin-off per Kinect. L'abbiamo già detto e lo ribadiamo: è lampante come il franchise abbia perso molto smalto, soprattutto in relazione al grande successo dei vecchi Budokai Tenkaichi. La software house, però, ci riprova. Sarà cambiato qualcosa? Facciamo un piacere a tutti coloro che bramano di avere velocemente una risposta, o che magari non sono ancora andati a vedere il numerino a fondo recensione. No, non è cambiato nulla, in alcun modo.
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 1
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 2
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 3
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 4
Partiamo però dall'inizio. Dato che di certo Namco non poteva basare un unico gioco su un solo antagonista - il Dio della Distruzione, per l'appunto - ha ben pensato, per la felicità di tutti, di reinserire anche tutte le saghe che hanno fatto la fortuna di Dragon Ball Z. Parliamo ovviamente dell'attacco dei Sayan, dello scontro su Nameec con Freezer, del Torneo di Cell e del risveglio di Majin Bu, oltre a qualche cameo ripescato a piene mani da film vari, come la storia di Bardack, Browly e Cooler. Nonostante la campagna in singolo segua gli eventi in ordine cronologico, il tutto ha più l'aspetto di semplici arene piazzate l'una dopo l'altra e non di un vero e proprio canovaccio da seguire. La sceneggiatura è infatti ridotta all'osso, con personaggi - anche principali - che appaiono e scompaiono nel giro di pochi minuti, il tutto contorniato da combattimenti anonimi e sequenze che, di spettacolare, hanno solo il ricordo dell'anime. Gli eventi più importanti della serie, poi, non solo vengono archiviati piuttosto velocemente, ma anche con poca fedeltà rispetto all'opera originale. Chi di voi ricorda quando Goku è arrivato sul pianeta Nameec in contemporanea con i suoi amici? O il fatto che non sia mai morto contro Radish riuscendo a proteggere la Terra da Nappa e Vegeta fin dai primissimi istanti? O quando ha sfidato Freezer fin dalla sua prima trasformazione? Nessuno? Neanche noi.

Qualcuno potrebbe rispondere che è solo una cosa positiva il fatto che si soffermi poco su una trama che, dopo 20 anni, conosciamo ormai a memoria. Sotto un certo aspetto potremmo anche concordare, ma considerato quanto siano deboli le battaglie vere e proprie, il "fattore nostalgia" era forse l'unica cosa che poteva salvare questo gioco dall'inferno di ripetitività che lo affligge. Interessante invece la presenza di "saghe alternative" (come se quelle normali non lo fossero già abbastanza) in cui la sceneggiatura di base viene letteralmente stravolta in favore di rivisitazioni più o meno fantasiose. Cosa sarebbe successo se Vegeta avesse vinto al suo primo arrivo sulla Terra o se l'intera famiglia Sayan si fosse alleata per prendere il controllo dell'universo? Qui potrete trovare risposta a quesiti che, con buona probabilità, non vi siete neanche mai sprecati a porvi.
Per quanto il titolo sia mediamente ricco di contenuti, con tante diramazioni di trama da sbloccare e decine di potenziamenti e personalizzazioni da vincere in battaglia, il problema resta sempre lo stesso: la scarsa profondità. Pad alla mano, basteranno pochi minuti per rendersi conto di quanto l'intero sistema possa risultare piatto e semplicistico anche al meno esigente dei fan. Il brevissimo tutorial, per quanto possa sembrare inizialmente vago, si rivela essere invece più che onesto nel descrivere la totalità delle meccaniche in tutta la loro "varietà". C'è un tasto per bloccare la mira sul nemico, uno per volare, uno per attaccare e un paio di dorsali per fare qualche mossa speciale a caso. Punto, nient'altro. Senza considerare che ogni personaggio ha UNA sola combo corpo a corpo, essendo il tutto assegnato ad unico pulsante. Non si sono sprecati neanche ad usare un sistema, tanto per fare un esempio, simile a quello degli ultimi picchiaduro di Naruto, dove un solo tasto - in concomitanza a differenti direzioni o tempistiche - poteva tradursi in tanto altro. In Battle of Z, invece, il tutto si limita ad inseguire il nemico, bastonarlo con la solita sequenza d'attacchi, inseguirlo ancora e così via. Caricata una barra potremo anche esibirci in una classica tecnica speciale, ma c'è davvero poco altro da segnalare. Per quanto i vari personaggi siano stati discretamente differenziati, sembrerà comunque di ripetere sempre e perennemente lo stesso scontro, ma con nemici di ascendente potenza. Il risultato? Vi ritroverete dopo solo poche battaglie a fare il conto alla rovescia di quante ve ne manchino per venire a capo di questa rogna di gioco. E, da qualunque angolazione la vediate, sperare che un prodotto sia il più corto possibile per poterlo subito accantonare non è mai un buon presagio.

Dobbiamo però ammettere che risulta interessante la possibilità di lanciarsi in battaglie che non siano per forza il solito 1vs1. In Battle of Z, infatti, sia noi che i nostri nemici potremo essere accompagnati da una vera e propria squadra di supporto guidata dall'IA. Questi scontri massivi che vedranno impegnati fino a 8 guerrieri in contemporanea su schermo rendono il tutto un po' più movimentato ed imprevedibile, e questo dobbiamo ammetterlo. L'introduzione di un team alleato, poi, ha permesso agli sviluppatori di giocare maggiormente anche sulle diverse abilità dei combattenti, ora suddivisi per tipologia. Goku e i personaggi più massicci, infatti, fanno parte del gruppo Attacco. Oltre a quest'ultimo, troviamo anche quello d'Aura - composto da tutti coloro che basano il proprio stile su velocità e attacchi da lontano - e di Supporto, utile per donare ai propri compagni Energia e Ki. Dulcis in fundo, ci sono i guerrieri d'Interferenza, ovvero coloro che si impegnano attivamente nel bloccare le combo degli avversari quando sono diretti verso i loro compagni di squadra. Tramite il D-Pad potremo anche dare ordini al volo al nostro team, come quello di attaccare un singolo nemico o di passare in modalità difensiva. Bene o male l'idea funziona, e con giocatori in carne ed ossa si prospetta anche più interessante.

Perchè, sì, oltre a vantare una modalità Online, Battle of Z ci permette proprio di lanciarci in queste famose battle-royal anche contro utenti di tutti il mondo, approfittando così della presenza di quella che a conti fatti è l'unica, vera novità del titolo. Qui, bilanciare al meglio i vari personaggi in squadra giocherà un ruolo fondamentale, riuscendo ad innalzare il tutto ad un livello "quasi" tecnico, andando parzialmente ad oscurare le mancanze di un parco mosse davvero da denuncia. Segnaliamo come in totale siano presenti una settantina di personaggi (40 più le eventuali trasformazioni), numero che potrebbe anche bastare a convincere gli appassionati meno esigenti. Meno corposa invece la lista delle arene, ferme ad una vergognosa mezza decina.

A completare il quadro, una realizzazione grafica effettivamente solida, ma piuttosto distante da quanto ci si potrebbe aspettare. Il team sembra infatti aver puntato, un po' a sorpresa, ad un cell-shading di stampo meno fumettistico, creando di fatto un impatto visivo a metà strada tra il plasticoso e il fotorealistico. Vi basterà dare una semplice occhiata agli screenshot allegati all'articolo per capire di cosa stiamo parlando. Il tutto, nonostante alcuni scorci davvero ispirati ed un orizzonte visivo ancora più esteso, lascia comunque un po' spiazzati. Poco incisive, ancora una volta, le colonne sonore.
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 5
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 6
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 7
Dragon Ball Z: Battle of Z - Immagine 8
5,5
Dragon Ball Z: Battle of Z è un titolo palesemente altalenante, capace di alternare feature buone ad altre molto meno. Purtroppo, queste ultime sovrastano le prime per un rapporto di almeno 2 a 1. L'idea di aprire i campi di battaglia ad un massimo di 8 giocatori in contemporanea si è rivelata interessante, ma non basta a farci soprassedere su tutti gli altri difetti. Il gioco in sè è semplicistico, pieno di limiti e - più in generale - poco funzionale. Anche il più sfegatato fan di Dragon Ball dovrà pensarci più di una volta prima di correre ad acquistare ad occhi chiusi questo nuovo prodotto, e non sarà di certo la presenza nel cast di Bills e del "Super Sayan God" a renderglielo più appetibile. Per noi che ancora ci aspettiamo qualcosa di decente, invece, è forse arrivato il momento di riunire tutte le sfere del drago ed esprimere un desiderio al grande Shenron. Grande essere dagli illimitati poteri, ora che siamo di fronte al tuo cospetto, ti chiediamo umilmente di far tornare i picchiaduro di DragonBall ai fasti di un tempo. O, magari, di farli scomparire del tutto. Fa lo stesso, di certo non ne sentiremo la mancanza.
voto grafica6,5
voto sonoro5,5
voto gameplay5
voto durata6,5