Novità anche dal punto di vista tecnico, dove la grafica ha subito una revisione, non totale, ma visibile. Lo stile è più “duro” e spigoloso, con ascendenti decisamente gotici e uno stile vagamente dark. Tecnicamente sono state apportate migliorie nella realizzazione di molti elementi, soprattutto i modelli poligonali e le texture facciali, ma questo sembra aver avuto un costo in termini di prestazioni, con caricamenti abbastanza invasivi e un frame rate molto poco costante. Compaiono anche diversi problemi come bad clipping e sfarfallamenti, particolarmente presenti durante gli incantesimi più appariscenti. Insomma, volendo fare un paragone col precedente capitolo, se un piatto della bilancia aumenta il suo peso, l'altro lo vede diminuire. Meglio il sonoro, decisamente di alto livello, con musiche epiche e un doppiaggio completo del protagonista che, però, parla unicamente in inglese, con sottotitoli in italiano.
Dragon Age 2 è dunque un gioco decisamente buono e consigliato a tutti coloro che non vogliono perdersi le evoluzioni della bellissima storia già imbastita dai BioWare, ma sembra aver perso qualche pezzo per strada quando si tratta di andare a cercare la profondità che ogni giocatore di ruolo vorrebbe vedere. Sottolineiamo però che chi invece si spaventava davanti all'impegno necessario nel gioco precedente potrebbe ora essere più propenso a diventare parte di questa avventura. Molto dipenderà quindi da voi e dalla vostra tipologia di videogiocatore, ma è indubbio che, quando in ballo c'è il team di sviluppo in questione, i fan di vecchia data si aspettino qualcosa di più. Quel qualcosa di più che qui manca e non permette di salire l'ultimo scalino per raggiungere la vetta qualitativa. Da giocare, aspettando di vedere che strada intraprenderà BioWare nel suo futuro.
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Nei videogame, come in tutti gli altri campi, ci sono dei dettagli che fanno differire un ottimo prodotto da un capolavoro. Proprio questi dettagli sono mancati a Dragon Age 2 che, scegliendo una strada più "user friendly", lascia sul terreno un po' dello smalto a cui "mamma" BioWare ci ha invece abituato negli anni. Gameplay meno profondo che strizza l'occhio agli action e, purtroppo, evidenti difetti grafici che rovinano un colpod'occhio più che discretto. L'avventura è epica, ma potrebbe deludere lo zoccolo duro dei giocatori di ruolo, con una impalcatura che talvolta indugia sul combattimento a testa bassa. Detto questo, Dragon Age 2 è un degno seguito di Origin e offre una nuova prospettiva per uno degli universi fantasy più affascinanti e variegati di sempre. Da giocare, sperando che gli sviluppatori si prendano qualche mese in più per quel che riguarà il probabile seguito della saga.



